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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Abruzzi
   -13
   noi troviamo fra questi quattro popoli noi tempi storici. É invo.ro probabile ch'ossi formassero una specie di lega o confederazione, quantunque i vincoli ne dovessero essere alquanto rilassati, poseiaclié noi li troviamo alle volte in guerra o in pace separatamente.
   La prima menzione dei Peligni nell'istoria romana occorre nel 343 av. C., in cui leggiamo che i Latini, i quali minacciavano guerra a Lorna, rivolsero le loro armi contro i Peligni; ma nulla sappiamo delle cause o del risultato della guerra. Poco appresso noi troviamo i Peligni, del pari che i loro vicini i Marsi, in linoni termini coi Romani, Sfltalché essi diedero libero passo all'esercito romano che rccavasi, attraverso il Sannio, nella Campania, ed anche quando i loro vicini, i Vestini, dichiara ronfi in favore dei Sanniti, pare rifiutassero d'imitarne l'esempio.
   Nel 308 av. C. però nnironsi ai Marsi nella loro defezione da Roma e condivisero la loro sconfitta per Fabio: ma pochi anni dopo, nel 301 av. G., chiesero pace e 1 ottennero, a quel clic pare, a favorevoli condizioni. Da quel periodo i Peligni divennero fedeli e coslanti alleati di Lorna e nel 205 av. C. ne diedero prova assalendo l'esercito sannita nella sua ritirata dalla grande battaglia di Sentino nell'Umbria e tagliando a pezzi mille fuggiaschi.
   Dopo la sottomissione d'Italia pei Romani i Peligni sono ricordali raramente nell'istoria ; ma certo è ch'essi continuarono a somministrare regolarmente i loro contingenti agli eserciti romani e, nonostante il loro numero esiguo, occuparono un posto cospicuo fra le truppe ausiliarie, come attestano Dionisio, Ennio e Livio, i quali esaltano ni parecchie occasioni il valore delle coorti peligne.
   Il loro nome è omesso da Polibio nel suo catalogo delle forze degli alleati italiani nel 225 a. C.; ma ciò avvenne probabilmente per mero caso. Durante la secónda Guerra Punica essi si mantennero incrollabilmente fedeli a Lorna, nonostante che il loro territorio fosse reiteratamente devastato da Annibale; ed, oltre a som m ini strare, la loro quota usuale agli eserciti romani, diedero anche, nel 205 av. G., dei volontari per l'armamento di Scipione.
   Allo scoppio però della Guerra Sociale i Peligni, unitamente ai loro vicini e confederati, i Marsi, furono dei primi a dichiararsi contro Roma, e la scelta della loro città principale, Cnrfìnium, per capitale dei confederati, epperciò capitale destinata d'Italia se, avessero trionfato, assegnò loro d'un tratto un posto eminente fra le nazioni schierate contro Lorna. La scelta di Carfìnium fu probabilmente determinata dalla sua importanza come fortezza, del pari che dalla sua situazione centrale rispetto ai confederati settentrionali; in un periodo posteriore della guerra essa fu péri abbandonata dagli alleati, i quali trasferirono il loro Senato e la loro capitale ad Aesernia (Isernia).
   Il nome dei Peligni è raramente ricordato durante la Guerra Sociale, o Marsica, con tutto clic sia certo che essi continuarono a prendervi parte attiva ed i> probabile fossero quasi del continuo associali ai Marsi. Ma, nel 00 av. C, furono pienamente sconfitti da Servio Sulpicio Galba e, prima del termine dell'anno susseguente, si sottomisero, in un coi Marrncini e i Vestini, a Gnco Pompeo Strabene. Gerto è che i Peligni, unitamente ai loro vicini, furono ammessi, iri quel tempo o poco dopo, alla franchigia romana, per la quale avevano dato in origine di piglio alle armi, essi furono aggregati alla tribu Kergiana insieme ai Marsi e ai Sabini.
   I Peligni ricompariscono nell'istoria della guerra civile fra Gesare e Pompeo (40 av. G.) quando Copfmium, la loro città principale, fu occupata da Domi zìo Enobarbo con venti coorti ch'egli aveva reclutato in gran parte fra i Marsi e i Peligni e con le quali ei si oppose all'avanzarsi di Cesare; ina il rapido diffondersi del malcontento fra le sue proprie schiere lo costrinse tosto ad arrendersi. Solmona, ch'era stata munita anch'essa da Domizio, si arrese senza opporre resistenza a Gesare.
   I Peligni. in un con gli altri popoli alpestri, pare conservassero in gran parte del loro carattere e sentimento nazionale lungo tempo dopo di essere divenuti cittadini romani e nella guerra civile fra Vespasiano e Vitellio nel 60 di G. dichiararonsi in favore del primo. E questa l'ultima notizia diedi essi troviamo nell'istoria ; ma tutti i geografi li descrivono quale un pupolo distinto e conservante la sua nazionalità separata. Per fini amministrativi furono compresi da Augusto nella quarta regione e nell'ultima divisione, di questa parte d'Italia il loro territorio fu compreso, in un con quello dei Marsi, nella provincia detta Valeria. Esso forma ora parte della provincia d'Aquila.
   La valle Peligna, circondata da alti monti, ha un clima alquanto freddo. Anticamente doveva essere più freddo, se si devono ritenere come storiche le asserzioni dei poeti Orazio ed Offrii».