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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Abruzzi
   -17
   o i loro vicini immediati. Per simil guisa i Marsi sono ricordati come favorevoli a Vespasiano il uranio la guerra civile fra lui e Vitellio.
   Al tempo di Cicerone, i Marsi e i Peligni, del pari die ì Sabini, furono compresi nella tribù Sergiana; eia un periodo posteriore furono compresi tutti tre nella Quarta Regione d'Augusto, la quale comporievasi, al diredi Plinio, delle nazioni più valorose dell'intiera Italia. Nell'ultima divisione dell'Impeli» il territorio dei Marsi {Mtrsomm Ikfjio) fu compreso nella provincia detta Vaia ta.
   Pare formasse di buon'ora una diocesi ecclesiastica separata e, nel medioevo, il vescovo di Ilar-ruvium portava il titolo di Epìscopus I htrsorum, cbe portano sempre i vescovi di Pesci ria (nella provincia d'Aquila, circondario di Avezzano), ove fu trasferita. Il distretto aildimandasi sempre l'uosa dei Marsi e la nobile famiglia romana dei Colonna porta il titolo di Conti dei Marsi.
   1 Marsi pare andassero sempre rinomati nei tempi antichi pel loro valore guerresco. Virgilio li adduce qual primo, principalissimo esempio ilei genus acre vintiti che l'Italia potesse produrre; ed Orazio allude alle coorti rnarsiche quasi come ad una espressione proverbiale per le schiere più valorose degli eserciti t'ornati.'. Appiano altresì ci dice che allo scoppio della Guerra Sociale correva il motto proverbiale da noi già ricordato in principio, cbe fillio trionfo fu mai riportato sui Marsi o senza i Marsi. L'accuratezza storica di questo motto non è provata, ina esso è una prova dell'alta stima acquistata dai Marsi quali ausiliari dei Romani. Come i Sabini e le altre tribù alpestri eglino conservarono sino ad un tardo periodo le loro consuetudini rusticane e frugali; e sono citati dai poeti romani come modelli di semplicità primitiva.
   Ma la caratteristica più notevole dei Marsi era la loro perizia particolare nella magìa e negli incantesimi, segnatamente nell'incantare i rettili velenosi si da renderli innocui. Codesta facoltà — che dicevasi avessero derivata dalla loro antica madre, la maga Circe, o dalla deità locale Angizia, sorella dì Circe — non era ristretta in pochi individui, quantunque i sacerdoti pare l'esercitassero particolarmente, ma era posseduta, secondo Silio Italico, dall'intiero corpo della nazione. Anche Virgilio, descrivendo la morte d'Uuihrone sacerdote insieme e capitano di genti ardilo e jorte, dico:
   E non per tanlo Potò uè con ineunti, nò con erLa De? Marsi monti risanare il colpo De la (lardanìa spada.
   Anche al di d'oggi gli abitanti di quelle montagne, specialmente del paese di Cuculio, forti del loro patrono S. Domenico da Foligno, continuano a girare, come sevyari, con mia cassetta piena di serpi, mostrandole agli stupefatti divoti e avvolgendosele alle braccia e al collo e facendo entrare la lingua serpentina nella propria bocca! Dicono che le serpi siano innocue per virtù di S. Domenico, coiiie gli antenati asserivano che erano innucue in grazia di Circe e ili Angizia. Di ciò diremo più ditfusaiueiite a suo luogo.
   I caratteri tisici del paese dei Marsi furono già descritti nell'articolo sul prosciugato lago Fucino, il cui bacino, ridotto ora a cultura e circondato da ogni lato ila alle montagne, puossi considerare qual limite naturale del loro territorio. Ma verso nord-ovest noi troviamo che Alba kueensis (di cui diremo a suo luogo), quantunque appartenente al fermo a questo óis;retto naturale e quindi descritta alle volte coinè appartenente ai Marsi, era più propriamente una città degli Equi; mentre, per altra parte, l'alta valle del tiri (quantunque separata dal lago da un giogo montano intermedio) era compresa nel territorio marsico, ed Antinum (ora Civita d'Alitino in provincia di Vquila, circondario di Avezzano) era indubbiamente una città marsica.
   A settentrione i Marsi erano separati dai Sabini e dai Vestirli dall'alto gruppo del ffrente Velino e dai monti attigui; mentre a mezzodì un altro gruppo, quasi della medesima altezza, li separava dalle valli settentrionali del Saunio e dalle sorgenti del Sangro. V est una catena d'altezza grandemente inferiore, ma formante uria barriera ben definita, separava i Marsi dai Peligni. Per la sua molto sensibile elevazione sul livello del mare, più assai che per le montagne che lo circondavano, il paese dei Marsi aveva un clima piuttosto rigido, ma producente frutta in quantità e molto vino, comecché ili qualità inferiore, e nei luoghi soleggiati vi piosperavano gli ulivi. Senonctó, dopo la p rosei umazione del Fucino, vi fu un abbassamento di temperatura, tale, elio gli ulivi si seccarono, i
   3 — Era l'atri a, voi. IV, pa.te 2.