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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Quarta — Italia Meridionale
   dal mare, e in questo tratto contengonsi le sue vette più eccelse. Dal monte predetto ripiglia la direzione sud-est ed abbassandosi ed assottigliandosi va a terminare sul fiume Pescara col monte (li Roceatagliata (975 111.), sopra il paese di Bussi, alla sinistra del fiume Tirino, altro affiliente del Pescara. 11 piovente orientale è ripidissimo ed in esso scaturiscono il Mavone ed il 'l'avo.
   11 piovente occidentale va adunandosi a gradinata, formato dai tronchi successivi dì catene parallele contenenti fra dì loro ampie spianate, una delle quali stendesi da Aquila a Popoli ed è percorsa dalla strada che congiunge queste due città. L'Aterno è rinserrato in una profonda e angusta gola fra l'ultimo di questi tronchi di catene secondarie e quello del monte Silente (2349 ni.), sullo spartiacque apenninico.
   La gola di Popoli, solcata dal Pescara, separa il massiccio del Gran Sasso dalle montagne del Morrone, le quali formano una breve ed angusta catena di circa 21 chilometri, la quale incomincia alla gola di Popoli con la cosidetta Schiena cVAsino e va sino alla depressione di Pacenf.ro, fra l'altipiano di Solinomi e la valle dell'Orte, affluente di destra del Pescara. Questa catena, con fianchi rocciosi e dirupati, ha una cresta larga e tondeggiante con l'altezza massima di 2000 metri.
   Il Gran Sasso d'Italia (fig. 2).
   L'ascensione dì questa celebre montagna la descrive egregiamente il signor Ferruccio Rizzatti, segretario di una comitiva d'alpinisti delle principali città d'Italia, clic \i sali nell'agosto 1894.
   Da Àquila (121 ni.), passando per Camarda ed Assorgi (895 m.), la comitiva prese, sotto la guida Accitelli, la \ìa mulattiera clic conduce alla Portella, fiancheggiando il bel querceto e cerreto a sud sotto Pizzo Cefalone, detto la Macchia Grande, e giunse al passo della Portella (2280 in.) — spaccatura, larga appena 3 in., della roccia, la quale poi, sotto la vetta del monte Portella (2388 in.), costeggiando Campo Pericoli o Campo Aprico, vasto piano erboso coperto in parte da neve e situato fra monte Corno, pizzo Cefalone e pizzo liiterinesole, mette, per la Conca d'Oro, al Rifugio (2200 in.), inaugurato nel 1880 dalla sezione del Club Alpino di Roma, proprio alla base delle prime raiuili-cazioni del masso di monte Corno.
   Superata la collinetta, cui è addossato il Rifugio, e percorso un breve ed angusto valloncello, s'incomincia a salire su per un canalone di zolle erbose e di sassi sino ad una costola (2450 ori intorno alla quale, girando e salendo poi ancora per circa mezz'ora su sassi mobilissimi, si arriva alla Conca degli Invalidi (2000 tu,) ove, presso una sorgente freschissima e limpidissima, si puf fare una sosta ammirando il Corno Grande, cun le sue due creste rocciose; a nord l'enorme rupe del Piccolo Corno (2037 in.) e ad ovest il pizzu d'Internicsole (2040 ni.).
   Parte della comitiva, in un'ora o poco più, guadagnò la vetta occidentale, mentre l'altra a\via-vasi all'orientale (2919 ni.), assai più aspra e faticosa, varcando il Calderone, specie di antiteatro, ricolmo tutto di neve e di ghiaccio, solcalo perennemente da un torrentello di gelidissime acque, una specie di vedretta, o ghiacciaio di second'ordine, unico clic ancor rimanga suH'Aperiniiio.
   Il panorama immenso che parasi innanzi allo sguardo estatico da quella suprema altura apemii-nica è veramente indescrivibile. Dal Tirreno, una leggiera striscia turchina, all'Adriatico, un'ampia fascia inargentata dal sole, dall Vpeimino toscano al monte della Meta (2241 in.)! A rioni il Coi no Piccolo, la montagna singolare che cambia aspetto ogni poco, e al di là pizzo Intermessici the domina la gola profonda di Pietracamela ; più lungi l'immensa pianura Teramana e l'Adriatico e più lungi ancora, a est, le coste della Dalmazia. A nord-ovest e ad ovest ì monti Sibillini col Vettore (2477 ni.) e pizzo di Sevo (2422 m.); a nord-est ì monti d'Ancona e a nord-ovest il Terminillo (2213 m.), oltre il quale scorgonsi i monti della Sabina e monte Gennaro. A sud stendesi la parete della Portella, oltre la quale selliti desi la verde vallata dell'A terno e scorgonsi il monte Velino (2187 ni.), il monte Sirente (2349 ni.) e, più ad ovest, le alture di Rocca di Mezzo, di Ovimloli. Lontano lontano a sud-ovest i monti Albani, i inoliti di Subiaco, a sud quelli intorno al già lago Fucino e alla valle del Liri. A sud-est la valle Peligna, il monte Morrone e la Majella (2795 ni.), il Gargano e di bel nuu\o l'Adiiatico con le isole Tremili.