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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Provincia di Aquila 29
Poco olire verso nord incontraiisi ruderi clic vngliórtsi dai creduli contadini avanzi della diinora della celebre Sibilla Norcina ; oggidì \i nidificano uccelli di rapina, aquile principalmente, evi vanno vagando lupi, camozze, ecc.
La fiora del Gran Sasso fu cosi descritta dal più volte citato signor F, limititi : « 1 pochi fiori seminati dal vento su quei dirupi, fra 1 licheni numerosi e i uniscili, fra i cardi e le graminacee sono: i fiorellini bianchi, rosei, purpurei delle sassifraghe, 1 solitarii fiori del ceraslio, i cespuglietti della palosella d'alpe, le rosee corolle ! illudaci a fauci gialle dell'/I nilromws, i capolini lanosi dell'.Irto)»',Eriaatlea ; presso la sella e più giù nel vallone fra i due Corni, nella Conca degli Invalidi, lungo il breceiaio, i fiorellini gialli della PatetMlla Verna, i candidi anemoni, i gialli ranuncoli, i papaveri bianchi e crocei, le viole cenisie azzurre, tricolori ed alpine, il giallo orecchio d'orso, l'odoroso timo, i fiori gialli della genziana maggiore, e dell'arnica, gli azzurri della genzianella, i fiori d'oro dei crisantemi montani, i cilestrini del Mijosothis... Gli edelweiss, cosi comuni sulla Majella, son rari sul Gran Sasso dove per altro alcuni ne coglieva sul monte Prona (2500 in.) il Gii a lezzi
« Insetti ne vedemmo molti e aracnidi pure sin sulla vetta. Il Zttbrua tìmiuii, il Gaìathus (jìa-bricollis, YOliorlujnchus salplcola, la For/ìcuìa uurivoluriu sono frequenti : coniuiiissinia la bella vanessa delle ortiche ».
Il Gran Sasso, situato sul conline delle provineie d'Aquila e di Teramo, appartiene al territorio dei Comuni ili Fano Adriano, Pietracaniela, Assorgi, Camarda, Filetto, l'agallica, Larisciano, ecc.
È circondato quasi sempre da nuvolette e assai frequenti ed istantanee u son le pioggie dirotte c le grandinate furiose. La sua figura è varia secondo il luogo dell'osservazione. Da est rassomiglia ad un corno, donde il nome d: Monte Como; da ovest ha la figura di un cono; da sud di una grande piramide e da nord il suo aspetto partecipa delle varie forme suddette.
Monte Velino.
La catena centrale apenniniea incomincia dalla valle del Velino davanti alla massa di monte Terminillo (2213 in.) e si prolunga a sud-est toccando quella del Salto od lincio col monte Noria (1888 ni.), molile Fra la Serra (150-i ni.), monte Lotondo (!990 in.) e va a grado a grado innalzandosi sino al molile Velino (2187 in.), il punto più eccelso nell'interno dell'altipiano; indi, al monte Sirente (2310 in.), piega un po'più a sud verso la Montagna Grande (2208 ni.), racchiudendo, coll'opposta montagna del Morrone, il piano di Solmona (350-400 ni.) e, con le ultime appendici della Majella, il lungo altipiano detto delle Cinque Miglia (1240-1290 ni.).
Queste tre catene, riunite alla loro estremità dalle trasversali, Terminillo-Vettore a nord-ovest, monte Meta-Alajella a sud-est, formano l'altipiano Aquilano il cui contorno è segnato precisamente dai confini della provincia d'Aquila. La catena centrale la divide in bacino Aquilano a nord-est e bacino ilei Fucino o di Avezzano a sud-ovest. Quest'ultimo poi è diviso, alla sua volta, da una catena secondaria, larga da 1 a 2 chilometri e lunga 12, detta di AIonie San Felice (1035 in.), in campi Patentini o di Scurcola e in conca d'Avezzano. A sud-est della conca del Fucino l'altipiano è coperto di tronchi di catene parallele; fra esse ha origine il Sangro, alcuni tributarli del già lago Fucino e trovasi il laghetto di Scanno (930 m.) col relativo immissario. Da questo laghetto piglia origine sotterraneamente il Sagittario, che, dopo aver ricevuto il Gixio, va ad allluire all'Aterno, il quale presso Popoli prende il nome di Pescara.
11 gruppo del Velino, a nord-nonl-ovest di Avezzano, si compone di tre punte: la punta di Sevice (2358 m.), la punta Colonna (2424 ni.) e nel mezzo la punta del Velino (2187 m.), la più alta dell'Apcnnino abruzzese, dopo il Gran Sasso e la Majella, alto il primo 2921 metri e 2795 metri la seconda.
Al dire dell'illustre geologo Brocchi la roccia predominante sin quasi alla metà della montagna e un conglomerato composto ili pezzi angolosi di calcarea conglutinati da un cemento della medesimi natura e stratificato a grossissimi banchi; l'altra roccia, che costituisce la massa sino al sommo, è la calcarea secondaria aperuiinica, la quale contiene non dì rado nuclei di ammoniti e di alcuni altri testacei univalvi e bivalvi, i quali continuano ad apparire sino alla vetta estrema.