Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso', Gustavo Strafforello
Pagina (33/386) Pagina
Pagina (33/386)
La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Provincia di Aquila
27
bagnato le pròvinde di Aquila e Chieti. Il Sangro è separato dal Pescara dall'alto ed ampio gruppo della Majella, che troveremo nella provincia di Chieti. L'alta valle del Sangro (Sagrus), con le sue montagne adiacenti, era il territorio della tribù sannitica dei Caracem.
4. Tronto (Truentus). — Sorge a 1700 in. d'altezza, nel monte Gozzano (245-5 m.), a levante di Amatrice e va in prima a nord, bagnando questa città e Accumoh, nel circondario di Cittaducale, ed Arquata del Tronto, nella provincia e circondario di Ascoli Piceno. Piega quindi subito ad est e shocca dall'altipiano per una gola angusta fra Arquata ed Acquasanta; lascia poi Ascoli sulla destra e va in mare a scirocco di San Benedetto del Tronto, dopo un corso di 115 chilometri con un bacino di 1142 chilometri quadrati e dopo percorse le Provincie d'Aquila, d'Ascoli e toccata quella di Teramo. Riceve a sinistra il Illuvione e a destra il Castellano, che nasce dal monte San Lorenzo presso il pizzo di Sevo (2422 in.). Il Tronto (anticamente Truentus o Truentinus) diede il nome ad una città situata alla sua foce, detta da Plinio Truentum; ma, più correttamente, Castruvi Truentinum. Il Tronto ha il carattere di un torrente montano e non ò navigabile che per circa 8 chilometri presso la sua foce.
5. Liri. — Nasce anche nella provincia d'Aquila, circondario di Avezzano, e proprio a Collesecco in Cappadocia, appiè del monte Croce Trinità; percorre la valle di Roveto, lasciando a destra Civitclla Roveto e a sinistra Civita d'Antino, entrando in ultimo nella provincia di Caserta col nome di Garigliano. Il suo corso è di 170 chiloin.
Torrenti. — Oltre tutti questi tinnii principali, scendono dalla catena del Gran Sasso, fra il Pescara e il Tronto, numerose correnti, di cui alcune ili un corso discretamente esteso; scendono dal fianco nord-est del gruppo, il quale manda verso questa parte molte ed alte ramificazioni, sì che le valli di questi torrenti sono alpestri e malagevoli. Questi torrenti o fiumi secondari sono i seguenti:
1. Il Salino Maggiore, che ha la foce alquanto a nord-ovest da Pescara e nell'alta valle d'un suo affluente di destra (il Taco) sta la città di Penne. Altro attinente è il Fino.
2. La Piomba, che ha le foci vicinissime al Salino Maggiore. È l'antico Matrinus descritto da Stratone come scorrente dalla città d'Adria, ma in realtà intermedio fra Adria (ora Àtri) ed Angulus (Città Sant'Angelo). Secondo lo stesso sa'ittore aveva alla sua foce una città omonima che serviva di porto ad Adria. Anche Tolomeo parla della foce del fiume Matrinus prossima a quella dell'Aterno-Pescara; ma egli va errato assegnandola ai Marrucini.
3. Il Vomano, il più importante di tutti e di cui diremo nella provincia di Teramo.
4. Il Tordiuo, che sgorga dai fianchi nord-est dei monti della Laga, corre tortuoso a est, formando la cosidetta Falle Siciliana, bagna Teramo e si getta in mare a sud di Giulianova.
5. Il Salinàio, che nasce sotto Ci vitella e sbocca in mare a nord di Giulianova.
G. La Vibrata, che viene da monte Girello a ponente di Civitella e corre
parallelo e vicino all'ultimo tratto del Tronto.
Valli. — La parte montuosa occupa a un dipresso i tre quarti della provincia di Aquila, formando più vallate, di cui le più estese sono la Solmonese, l'Aquilana, la Marsicana, l'Amiternina, la Forconese, la Falacrina, la Iiovetana. Valli avvallamenti di malagevole accesso formano nella catena del Gran Sasso il cosidetto Campo Imperatore; in quella del Velino il piano di Rocca di Mezzo, e altrove il piano delle Cinque Miglia, la pianura di Scanno, ed altre, tutte di grande elevazione.
Le pianure vanno soggette, nel verno, a grosse inondazioni: nei Campi Palentini presso Scurcola, nei piani di Mangila no e di Fossa, nel Quarto di Santa Chiara, nelle vicinanze di Rocca di Mezzo e altrove, non pochi tratti sono paludosi.
Il suolo delle valli è in generale alleviale sino alla profondità di molti metri, come attestarono i pozzi scavati nella vallata di Solmona.