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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Quarta — Italia Meridionale
   Clima. — Rimanendo i gioghi più eccelsi coperti di neve per circa sette mesi ed essendo i loro dorsi privi generalmente di boschi, ne consegue che il freddo è intenso nella provincia d'Aquila, segnatamente nelle regioni d'Aquila, di Aniatrice, di Leonessa e del Cicolano, ove la minima altezza del termometro Réaumur è di 4 a 7 gradi sotto zero e la massima di 23 a 27; altrove la prima è di 2 a 5 e la seconda di 24 a 27.
   Esperienze fatte per più anni danno per termine medio delle variazioni di tempo durante le quattro stagioni 136 giorni torbidi o nebbiosi, 122 sereni, 73 piovosi, 10 nevosi, 1G tempestosi e, pei media delle pioggie, metri 0,50.
   La stagione più piovosa è 1 autunno; frequenti e copiose le brine e le gelate sili monti sino al termine di giugno. Le nebbie rovinano 11011 di rado messi e frutta. I venti spirano con molta varietà, ma predominano 1 boreali e i grecali che soffiano impetuosi portando nevi frequenti Rinserrati fra gole e valli, suscitano bufere orribili ed imperversano in modo da atterrare alberi e case ed uccidere alle volte viandanti e animali. Anche il libeccio infuria dove non è represso da gole anguste e tortuose.
   Più che in altri mesi sono consueti nel marzo e nell'ottobre i turbini, i tuoni, i fulmini, le procelle e le grandinate. Più degli altri luoghi vanno soggetti ai terremoti Aquila, Acciailo, San Demetrio nei Vestini. Varii edilizi di Solinomi sono testimoni dei notevoli movimenti del suolo ivi avvenuti in passato. Ultimamente, con Rieti, ne fu vittima anche Cittaducale.
   In generale il clima della provincia d'Aquila è purissimo e rare sono le malattie endemiche. Dominano però, principalmente nel verno, le pleuriti, le angine, i reumi, i catarri, le gastro-enteriti, le cefalalgie, ecc., attribuite all'intensità soverchia del freddo.
   Prodotti, industria, commercio, —Il diboscamento incessante e la cupidigia di raccogliere poco e cattivo frumento sulle montagne hanno, come in altre regioni d'Italia, schiusa la via alle alluvioni, le quali hanno divelto dai luoghi diboscati le terre dissodate e preparate a culture e rese calve le vette, le gronde e le pendici in gran parte.
   Le valli formano la maggioranza delle terre a cultura e sopratutto ferace è la Solnionese, che stendesi dal nord di Pettorano al sud di Popoli. 1 grani che sì coltivano si possono ridurre a duri, teneri, misti e le regioni che ne producono maggiori quantità e migliori qualità sono quelle di Aquila, Capestrano, Bussi, ecc. Parziali, e quasi soltanto nei paesi montuosi, sono le seminagioni della segala, del miglio e del farro; ma assai diffusa quella del granturco e della patata. Copiose e variate le piante ortensi per l'abbondanza delle acque; e notevole nell'Aquilano e in qualche altro distretto la produzione dei carciofi anche nel cuore del verno. Tartufi neri, funghi di varie sorta, lino, cotone, tabacco, anaci, zafferano, robbia e altre piante tintorie.
   Vigneti estesi nelle basse regioni e segnatamente nella vallata di Solmona, cospicua per mitezza climatica ed esposizione a mezzogiorno. Fin dai tempi d'Ovidio andavano rinomati 1 vini solmonesi, paragonati da Marziale ai migliori della Toscana in quei versi: Non haec Peligìiù agitili• vindemia praelis, Uva net in Tuscia nascìlur isla juyis.
   Pregevoli anche i vini di Capestrano, ma troppo gagliardi.
   Discreta la vegetazione degli ulivi nei territori di Solmona, Pettorano, Antrodoco, Cittaducale, Introdacqua, Bugnara, Prezza, Rajano, Pentium, Vittorito, Popoli, Capestrano ed Ofelia. I migliori olii si fabbricano a Capestrano, Ofelia e Santa Rufìiia. Gli ulivi di Celano e di altri paesi della Marsica furono danneggiati dal prosciugamento del lago Fucino, essendosi abbassata la temperatura.
   Numerosi gli alberi da frutta di ogni qualità, e nel circondario d'Aquila il marchese Dragonetti introdusse, 11011 lia gran tempo, la piantagione dei gelso bianco, sì che i bachi con esso nutriti danno una seta assai pregevole per la sua morbidezza e tenacità.
   Abbondante il bestiame, principalmente il pecorino, donde una grande quantità di lana, di burro e formaggi squisiti. Cavalli di razza piccola, imiti, asini, maiali, api, ecc.