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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
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Parte Quarta — Italia Meridionale
Autore della facciata fu anche un valente pittore, scultore ed architetto abruzzese, Nicolò Lilotesio, detto Cola dell' Aviatrice, dalla città che gli diede i natali. Le nicchie della facciata sono prive di statue.
San Jiernardino] a cui andava annesso un convento, è a tre navate divise da pilastri massicci e da colonne d'ordine composito simmetricamente disposte. < La bella cupola ettagona — soggiunge il Lindi nei suoi Monumenti degli Abruzzi (pag. 799) — la magnifica cappella adorna di pregevolissimi lavori a stucco ed i molti e belli mausolei di famiglie aquilane; alcuni quadri della scuola di Raffaello; una Circoncisione di Rinaldo Fiammingo; 1111 Padre Eterno ed altri lavori del ISedesehiniS altri dipinti di Giovali Paolo Cardone: uno stupendo bassorilievo in plastica rappresentante la ltisurrezione, capolavoro di Luca della Robbia; le statue di San Francesco e di San liernardi.no all'aitar maggiore, dell'Ariscola: tutto ciò rende questo tempio uno dei più magnifici d'Italia.
Meritevoli di grande ammirazione sono il sepolcro di Maria Pereira (fig. 9), moglie di Pietro Lalle Camp011 escili, discendente dall'illustre famiglia che diede poi alla Chiesa Paolo IV, ed il sacro Deposito di San Bernardino da Siena, dovizioso di marini, di rilievi e di statue condotte con grande maestria di scalpello, con somma perfezione e purezza di stile, opere stupende di Silvestro Ariscola, aquilano di Arischia, scultore insigne del secolo XV, coadiuvato dal suo allievo Salvato dell'Aquila. Questo mausoleo, più mirabile per gli ornati che per le figure, il più bello 11011 ha dubbio e il più ricco che vantino gli Abruzzi, è lodato altamente dal Cicognara nella sua Storia della scultura (fig. 10).
Un'altra opera insigne che ornava la basilica di San Bernardino era l'urna d'argento che racchiudeva le sue ossa, capolavoro di Bartolomeo, Raffaello e Gaspare Romanelli di Aquila, orefici, cesellatori e fonditori dei più valenti d'Italia. Quest'arca insigne, che costò ben 18.000 scudi al Comune. d'Aquila, era sorretta da otto piedi di leoni ed il coperchio, cesellato con grande eleganza e maestria, era sormontato dallo Seni ina della città — un'aquila con le ali tese — e dal monogramma di San Bernardino. Di codesto gioiello non rimane più che l'aquila, per essere il rimanente stato sacrilegamente rubato nel 1799 dai Francesi.
Saula Giusta (fig. 12). — Ha la facciata tutta di travertino con nel mezzo un finestrone a rosone, conforme all'architettura gotica, ed una bella porta ornata di colonnini, capitelli, fogliami e, nel campo dell'archivolto, 1111 fresco pregiato rappresentante la Madonna con in braccio il Bambino ignudo, dipinto egregio dell'abruzzese Gian Antonio da Lncoli che meriterebbe, come dice il Leosini, fama italiana. A destra entrando, cappella dei Mausonio col Martirio di Santo Stefano, del cav. D'Arpino, e poi due cappelle con due quadri del medesimo soggetto: la Natività, il primo del Cardone; il secondo, assai migliore, del Bedeschini. Nella cappella De-Torres, il Martirio di Santa Giusta, (lei Ciarpi, del quale è anche il Martirio di San Giacomo apostolo nella cappella Manieri, dipinti guasti auihidue dagli anni. Sotto l'aitar maggiore conservansi le reliquie di Santa Giusta e di San Giustino, trasportate nel 1G2G da Razzano, dove si conservano ancora le urne vuote. Nel coro gotico del secolo XV, ornato di statuette, ammirasi la sepoltura della famiglia De Legistis e poco lungi, sopra una tomba a fior di terra, scorgesi scolpita la guerresca figura di Alessandro Alfieri, cavaliere di Malta.
11 celebre conte Luigi Librario, torinese, discorrendo dei più cospicui monumenti aquilani nella sua Economia polìtica del medioevo (voi. Il, cap. 7), scrisse di questo tempio magnifico: « E la chiesa di Santa Giusta struttura del XIV secolo, nella quale, come in altre chiese d'Aquila, non vedesi il tetto assai basso che rimane occultato allo sguardo dalle cornici somme orizzontali che ricingono quei sacri edifizi ». E l'inglese Edoardo Scon, in una sua opera intorno alle chiese gotiche, fece incidere le porte delle chiese di Santa Maria di Colleniaggio, di Santa Maria in l'aganica e di Santa Giusta.