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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Quarta — Italia Meridionale
   Ma cediamo qui la parola al Muratori, il quale, negli Annali d'Italia (XXI, pag. 34), vien così narrando:
   < Tanto il pontefice Martino V, quanto la regina Giovanna avevano vivo e forte interesse di soccorrere quell'afflitta città; ed ambidue, avendo unite quante forze poterono, le spedirono alla volta d'Aquila. Fu scelto per generale di quest'esercito Giacomo Caldora, sotto i sui ordini furono posti I rancesco Sforza con le milizie sforzesche, Lodovico Colonna con le pontificie, Luigi da San Severino, Nicolò da Tolentino ed altri capitani assai rinomati.
   < Arrivò il Caldera con tutti i suoi alla cima della montagna di Ocre, da dove si scopriva l'assediata città d'Aquila ed il campo nemico. Braccio da Montone, a cui si era riunito Nicolò Piccinino con grosso rinforzo di gente, o perchè superbo si facesse beffe dell'esercito nemico, o perchè si figurasse, lasciandolo calar tutto al piano, di averlo come in pugno, 11011 volle che si facesse un passo per assalirlo nella discesa della montagna, ancorché i suoi capitani gli rappresentassero la facilità di sbaragliarlo nelle vie strette della stessa.
   < Disposta la fanteria in certi siti con ordine di 11011 muoversi se egli non ne dava il segno, si fece con la cavalleria incontro all'esercito nemico già pervenuto nel piano. Attaccossi la terribile battaglia nel dì 2 di giugno 1421. Per più ore si combattè con vicendevole strage di uomini e di cavalli. Era stato lasciato il Piccinino con alcune squadre alla guardia della città affinchè gli Aquilani non facessero uscite. Ma egli, veggendo i suoi a piegare, stanchi pel tanto menar le mani, non si potè contenere ed, abbandonato il posto, entrò anch'egli con la sua gente nel fiero conflitto.
   < Fu questa la rovina dell'esercito di Braccio; imperocché il popolo d'Aquila e fin le donne, scorgendo lìbero il varco e vicino il soccorso, furiosa mente uscì dalla città e, girando per le colline, si scagliò anch'esso addosso al nemico con immense grida, che atterrirono i Bracceschi ed accrebbero il coraggio dei Caldoreschi. Queste grida ed il polverìo alzato furono cagione che la fanteria ili Braccio, la quale s'era anche perduta in parte a bottinare, 11011 vide e non intese il segnale per muoversi, e però andò in rotta la di lui cavalleria e Braccio stesso, mortalmente ferito, fu preso con copia dei suoi. Cadde tutto il bagaglio 111 preda ai vincitori. La città restò liberata. E Braccio da Monte™ portato mezzo morto in Aquila, tardò poco a spirar l'anima >.
   Nel 1527 Aquila insorse di bel nuovo per l'arrivo del maresciallo francese Lautrec e per la terza volta al tempo di Clemente VII; ma, sottomessa dal principe. d'Orange, viceré di Napoli, fu costretta a sborsare più di 100.000 zecchini.
   Poco appresso scoppiò la peste che la devastò, come 111 varie epoche i terremoti, segnatamente quelli del 1349, del 1456, del 1606, del 1703 e 1762, in cui più di 8000 persone rimasero morte sotto le rovine e un numero maggiore ferite.
   Nel 1799 gli Aquilani si sollevarono contro i Francesi repubblicani, che avevano occupata la città sotto il comando del generale Lenioine; ed, uniti agli abitanti di Cittaducale, uccisero in varii combattimenti parecchie centinaia di soldati. Presso Popoli rimase morto il generale Point e molti Francesi perirono nelle gole d'Antrodoco. Ma 11011 tardò la vendetta gallica; la città fu messa due volte a sacco e centinaia di Aquilani perirono per mano dei Francesi rinchiusi nel castello.
   UOMINI ILLUSTRI
   Poche città tanti ne vantano. Citeremo i seguenti: Pietro dell'Aquila, vescovo di Sant'Angelo dei Lombardi verso la metà del secolo XIV; Serafino Aquilano, poeta dei tempi del Petrarca; Bernardino Cirillo, autore degli Annuii d'Aquila; Cesare Campana, storico del secolo XVI; Maria Angelo Accursio, amico e familiare di Carlo V, autore di molte opere latine; Sebastiano Aquilano, professore di medicina nelle Università di Padova, Pavia, Ferrara; Salvatore Massonio, medico, oratore storico e poeta;