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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Ccmiuiii del Circondario di Aquila 55
   A. L. Antinori, arcivescovo di Lanciano e poi metropolita d'Acerenza e Matera, autore di varie opere; Buccio di Ranallo, primo cronista d'Aquila; Cesare Pavesi, scrittore di favole; G.C. Benedetti, uno dei medici italiani più rinomati del secoloXVII; Giovanni dell'Aquila, medico insigne anch'esso; G. A. Caprino e G. C. Pica, valenti oratori e poeti; Carlo Franchi, lodato per la sua erudizione, la sua eloquenza forense e le molte opere pubblicate; Venanzio Lupachini, celebre commentatore di Celso; Luigi Dragonetti, senatore del Regno, patriota e letterato insigne, ecc.
   Nelle armi andarono celebrati: Antoiiuccio Camponesclri, di nobile famiglia aquilana, che combattè valorosamente contro Braccio da Montone, come abbiamo narrato più sopra, e morì gran giustiziere nel 1452; e Simonetto dell'Aquila, capitano valorosissimo al servizio di Eugenio IV, morto combattendo.
   Ma anche nelle belle arti Aquila va superba d'uomini insigni, fra i quali i seguenti: Nicolò Filotesio, detto Cola dell'Amatrice, di cui diremo sotto Amatrice; Silvestro A riscola di Arisclna, cittadino aquilano; Gaspare Romanelli, famoso gettatore di medaglie e cesellatore; Pietro De Stefano, valentissimo scultore; i pittori Bedeschini, Cardone, Cascina, Celio, Ciancia, Donato, Grasso, Gian Antonio Percossa, Cesare Fantilli, Bartolomeo Dell'Aquila, Giovanni Aquilano, che dipinse insieme a Giotto, pittori insigni ; Andrea Dell'Aquila, scultore di grido, allievo di Donatello, che l'ebbe carissimo; Giovanni d'Aquila, orafo egregio, iodato dal Muntz nella sua opera: Les arts a la Cour des papes (voi. I, pag. 168), ecc.
   Coli, elett e Dioc. Aquila — P1, T. e Str. ferr.
   Bagno (3061 ab.). — Sorge a 760 metri d'altezza sul livello del mare e a 6 chilometri a sud da Aquila, in territorio montuoso, ina assai fertile in frumento, vino e canapa. Vi si fabbricano tele che smerciansi nei paesi vicini. Alcune opere pie.
   Cenni storici. — Vi si veggono lievi vestigio dell'antica città dei Vestini Furcmtium, la quale, comecché ancora importante nella prima metà del medioevo, non è mentovata da alcun scrittore prima di Paolo Diacono e non era al fermo una città municipale sotto i Romani. Nei tempi moderni fu successivamente un feudo dei Cappa, dei Branconio, dei Silvestro e dei Bovio.
   Coli, elett, e Dioc. Aquila — P1, T. e Str. ferr. ad Aquila.
   Ocre (1340 ab.). — All'altezza cospicua di 850 metri, frazione San Panfilo, e' a 12 chilometri da Aquila, in territorio fertile, coltivato a pascoli, cereali e zafferano. Il monastero di Sant'Angelo, ultimato nel 1479, fu edificato a spese dei due Comuni limitrofi Ocre e Fossa. Questo monastero, con l'annessa chiesa (737 m.), situato in luogo alpestre e pittoresco in sommo grado, sul dorso di un alto colle, conservava pregevoli opere d'arte. Nel 1862 il comm. Antonio De Nino trovò nel piccolo archivio parecchi manoscritti latini e volgari e, nel 1888, il Bindi vi rinvenne una bella croce d'argento di piccole dimensioni, lavoro egregio di oreficeria del secolo XVI.
   Cenni storici. — Festo reca l'etimologia della strana antichissima parola Ocre nei seguenti termini: Ocre antiqui montoni confrcojosum vocabant, ut apud Llviunu Di questa denominazione non trovasi alcun vestigio negli antichi scrittori, i quali rammentano Ocricuhm, celebre città dell'Umbria, e Interocrea (ora Antrodoco), negli Abruzzi. Il Giovenazzi ne fìssa la ubicazione nelle vicinanze di l'ossa. Formò parte cospicua del suddescritto contado aniìternino e nei secoli XII e XIII venne in potere dei celebri conti dei Marsi Era allora una baronia soggetta a Berardo conte d'Alba e quindi al suo figliuolo Gualtieri.
   Ocre, con le altre castella, fu aggregata alla potente città d'Aquila, come attesta il diploma di Federico II, il quale volle preservare solo questo castello dalla demolizione, lasciandolo libero a Gualtieri e ai suoi eredi. Nei secoli posteriori trovasi più volte menzione d'Ocre.
   7 — La Patria, voi. IV, parte 3\