Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso', Gustavo Strafforello

   

Pagina (57/386)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (57/386)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Mandamenti e Ccmiuiii del Circondario di Aquila
   51
   conduttura d'acqua potabile che, oltre al bisogno degli abitanti, alimenterà pure un mulino per la macinazione dei cereali. L'acqua è derivata dalle falde del monte Camicia ed attraversa tutto l'altipiano detto Campo Imperatore, di cui abbiamo detto sopra, il quale è una grande spianata che porge nell'estate pascolo sufficiente a circa 35.000 armenti, ma nel verno è necessario scendere ed emigrare per pascolare nel Tavoliere delle Puglie.
   Coli, elett. S. Demetrio nei Testini — Dioe. Solmona — P2 e T. locali, Str. ferr. a Iiussi di Tirino.
   Poggio Piceaze (1075 ab.). — Sorge all'altezza di 700 metri, alle falde meridionali del Gran Sasso, a 5 chilometri da Barisciano e 17 da Aquila, lungo la strada che va da Popoli ad Aquila. Era un borgo di qualche importanza in addietro, ma fu atterrato dall'orrendo terremoto del 13 ottobre 1762 e sulle sue rovine sorse il paesello odierno. 11 quale possiede una Congregazione di carità ed alcune opere pie con la rendita complessiva di 3100 lire.
   11 territorio, montuoso ili parte e bagnato dal torrente G eriga, è poco fertile e ristretta è la coltivazione dei cereali; abbondano invece i pascoli in cui si alleva una quantità discreta di bestiame. Vi sono pure nel territorio numerose cave di pietra calcare bianca da taglio.
   Coli, eleit. S. Demetrio nei Vest. — Dine. Aquila — Pa a Bariscianu, T. e Str. ferr. a S. Demetrio.
   San Pio delle Camere (1573 ab.). — A 804 metri d'altezza, a 7 chilometri da liari-sciano e a 27 ila Aquila, alle falde d'una montagna scoscesa (monte Gentile, 1201 ni.), con alcune case decenti e varie opere pie, del reddito complessivo di circa 1000 lire.
   Nel territorio, montuoso in parte, coltivansi principalmente ì cereali, gli alberi da frutta e lo zafferano. Abbondano i boschi e i pascoli con bestiame discretamente numeroso. Nelle vicinanze liavvi un laghetto pescoso.
   Coli, elett. San Demetrio nei Vestini —Dioc. Aquila — P2 e T. a Barisciano, Str. ferr. a San Demetrio nei Vestirli.
   Santo Stefano di Sessanio (1416 ab.). — Nella catena del Gran Sasso, all'altezza ragguardevole di 1251 metri, in situazione salubre, presso un antico laghetto prosciugato, a 8 chilometri ila Barisciano e 28 da Aquila. Nulla di notevole.
   Il territorio, moutuoso, è in gran parte a pascoli con molto bestiame e la parte coltivata produce cereali, vino e anche frutta.
   Coli, elett. San Demetrio nei Vestini S Dioc. Solmona — P2 locale, T. a Barisciano, Str. ferr. a San Demetrio nei Vestini.
   Mandamento di CAPESTRAN0 (comprende 7 Comuni, popò!. 17.310 ab.). — Il territorio si estende fra monti circondanti la valle del Tirino, che va verso il nord-ovest di Popoli. 11 fiume vi scaturisce da triplice sorgente e, inoltrandosi verso Bussi, piglia anche il nome di Silente, forse dal suo corso tranquillo e silenzioso, andando poi a metter foce, dopo una pittoresca caduta, nel Pescara sotto Popoli. Pietre da macina e focaie. Frumento, legumi, vino e mandorle.
   Capestrano (3751 ab.). — Sorge a 497 metri di altezza, in amena ma 11011 molto salubre situazione, a 41 chilometri da Aquila e vi si veggono ancora, coll'antico castello, gli avanzi di mura, torri, baluardi che attestano la sua origine antica.
   Nella chiesa di Capestrano è sepolto Alfonso Piccolomini, duca d'Amalfi, assassinato presso Solmona da Carlo Saiifrainondi, conte di Celano, nel 1498, due anni dopo il suo matrimonio con la bella Giovanna di Aragona.
   Verso il nord-ovest della valle di Capestrano si ascende a Carapelle e quindi al passo di Forca San Leonardo, ove la furia del vento è così grande che atterra ed uccide tal fiata i viandanti. Più impetuoso ancora e micidiale suol essere quello di Forca di Penne.