Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso', Gustavo Strafforello

   

Pagina (59/386)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (59/386)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Mandamenti e Ccmiuiii del Circondario di Aquila
   53
   Navelli (2671 ab.). — Siede a 751 metri sul mare, a 7 chilometri da Capestrano e a 37 da Aquila, in luogo circondato da monti e assai freddo, con territorio ferace di grano, granturco, legumi, zafferano, patate, ulivi, viti, mandorle, noci.
   Cenni storici. — Alcuni residui d'antichità sopra un'eminenza, detta Civitaretenga, hanno fatto supporre che ivi sorgesse l'antica Cìngilia, la quale formava con Cutina in Civitella Casanuova, il baluardo più munito dei Testini, i quali, usi alla caccia delle fiere — degli orsi in ispecie, di cui erano pieni i boschi e delle cui pelli villose erano coperti i loro petti — andavano armati di sparo o di leggiero dardo ricurvo e muniti di fionda, con la quale colpivano gli uccelli volanti.
   La loro congiunzione coi Sanniti incusse tale un timore che il Senato romano inviò, nel 325 av. C., contro di loro il console Giunio Bruto, il quale li sconfisse con gravi perdite e li costrinse a rinchiudersi nelle loro suddette città di Cingilia e Cutina, che assediò e prese mediante la scalata delle mura fra una tempesta di dardi.
   Goti, eletl. Popoli — Dioc. Aquila — P2 e T, locali, Str. feri'. ad Acciano.
   Ofena (3G81 ab.). — Giace a 5210 metri sul mare e a 8 chilometri da Capestrano, ili mezzo a due montagne concave, ove ì raggi del sole si concentrano in modo da produrre un calore eccessivo, sì che Ofena viene detta il forno degli Abruzzi. I contadini, che più di ogni altra gente ne risentono gli effetti, sono spesso soggetti al inai del chiodo solare e rimangonsi colti da apoplessia. La vegetazione ili questa conca infocata anticipa il corso ordinario. Non molto lungi, dopo un piano inclinato, avvien l'opposto in Castel del Monte, ove intenso è il freddo per l'addensarsi della neve e per i geli che ne conseguono. Opere pie per circa 2000 lire. 11 territorio è fertilissimo, principalmente di ulivi e di frutta d'ogni qualità.
   Cenni storici. — Nei dintorni d'Ofena veggonsi avanzi di antichità che voglionsi d'Aulina, antica città dei Testini ricordata soltanto da Plinio, il quale annovera gli Aufmutes Cismontani fra le comunità dei Testini; e ci dice che erano uniti ai Pel-tuinates; ma se municipalmente o localmente non è chiaro. Ofena conserva col nome l'antico sito d'Aufina. Fu sede vescovile sino al TI secolo e furonvi rinvenute molte antichità, alcuna delle quali, fra cui ruderi di edilizi, lapidi, musaici, ecc., furono recentemente descritte dal professore De Nino nella Notizie degli scavi e comunicate alla II. Accademia dei Lincei.
   Coli, eletl. Popoli — Dioc. Solmona — P'J locale, T. a Capestrano, Str. ferr. a Iìussi.
   Maudamento di CASTELVECCHIQ SUEEQUO (comprende 7 Comuni, popol. 12.504 abitanti). — Territorio in gran parte montuoso, a pascoli e a boschi, con poco coltivato.
   Castelveccnio Subequo (1954 ab.). — Sorge a 474 metri sul mare e a 40 chilometri da Aquila, sopra un colle ameno, nella valle detta SuLequana, sulla destra e a poca distanza dall'Aterno e a circa G chilometri dall'antica via Taleria, in aria eccellente, con acque salubri e di fonte ed alcune opere pie. Un torrentello, percorrendo la valle i cui terreni sono composti di terra rossa od ocra ferruginosa, tinge le sue acque in rosso a tal segno da colorire le acque stesse dell'Aterno in cui si versano.
   Notevole è la chiesa di San Francesco d'Assisi per il ricco tesoro d'oreficeria sacra che possiede, fra cui una statuetta d'argento dorato, ed una croce dello stesso metallo del 1400, di stile gotico, valutata al prezzo di lire 75.000. I due oggetti d'arte furono tolti alla chiesa ed ora stanno a miglior cautela in una cassaforte del Municipio. La chiesa di San Francesco ha due altari di grandissimi pregi e valore, e quadri antichi, per cui la Commissione degli scavi e monumenti propose di farla dichiarare monumento nazionale.
   Cenni storici, — Deriva il nome di Subequo dall'antica Superaequum, città dei Peligni, una delle tre, come abbiamo visto, che possedevano diritti municipali e fra le quali era diviso il territorio di quel popolo antico. I Superequani, che formavano, al dire di