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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Mandamenti e Comuni del Circondario di Aquila
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di Opi e di Termine, cosidetti dai villaggi a cui sono vicini. Prodotti; cereali, zafferano, vigneti, pascoli e pesca discreta nell'Aterno.
Cenni storici. — Fu anticamente un feudo della famiglia Alessandri.
Coli, elett. San Demetrio nei Ventini — Dioc. Aquila — P2, T. e Str. ferr.
Fontecchio (1651 ab.). — A 695 metri'sul mare, a 9 chilometri da San Demetrio e 25 da Aquila, in luogo montuoso, presso la sponda sinistra dell'Atomo; è cinto di mura con sette piccole porte. Degni di nota in Fontecehio sono: l'antica chiesa di lari Pietro, detta poi della Madonna della Vittoria, fabbricata sopra un tempio pagano, del quale esiste la zoccolatura; la chiesa di San Francesco con l'annesso chiostro, serbante tuttora alcuni pregevoli avanzi architettonici del secolo XV; la campana dell'Orologio del 1495, e la fontana nel centro del paese, che è un grazioso monumentino.
Fontecchìo ha pure una Congregazione di carità, che amministra varie opere pie del reddito complessivo ili 10.000 lire. I prodotti locali consistono in frumento, legumi, vino, zafferano, pascoli e bestiame. Nel territorio vi è un giacimento (li lignite pliocenica con banco di un metro di potenza, ora non coltivata.
Cenni storici. — Nella frazione di San Pio, sul monte Castellano, il prof. De Nino lia riconosciuta una stazione di popoli primitivi.
Coli, elett. San Demetrio nei Vestini — Dioc. Aquila — P2, T. e Str. ferr.
Fossa (1404 ab.). — All'altezza di 640 metri sul mare, sulla destra dell'Atomo, a 7 chilometri da San Demetrio e 12 da Aquila. Nel territorio, pianeggiante e fertilissimo, si hanno vini, frutta, erbaggi, cereali, lino e non mancano i pascoli, ( ave di calcare bianco che usasi in Aquila come pietra da taglio e si trasporta anche colle ferrovie. Bellissima dalle alture la prospettiva verso Aquila (12 chilometri). I villaggi numerosi sparsi nella valle, i meandri delPAterno, i terreni verdeggianti e le montagne nevose (Gran Sasso) in lontananza, formano una scena incantevole.
Nella chiesa di Fossa è (la vedere una croce processionale d'argento ornata di figure ad alto e basso rilievo, di bella fattura, egregio lavoro della metà del secolo XVI.
La chiesa di Santa Maria ad Cryptas (Santa Maria delle Grotte) fu edificata alle falde della collina su cui siede quell'amenissimo paesello. E un tempietto del IX o X secolo, ma restaurato e rinnovato nei secoli successivi. La porta è formate da i n gruppo di colonne con capitelli su cui spiccano, scolpiti a rilievo, rosoni di varia forma e fattura. L'interno ha forma rettangolare ed è diviso in due parti da un arco a sesto acuto, sorretto da grossi pilastri. A destra e a sinistra dell'arco sorgono due cappelle (li marmo con bellissime decorazioni e fini intagli. È un lavoro di squisita fattura, eseguito certamente dalla stessa mano che scolpiva il Deposito di Sun Bernardino in Aquila. Nelle pareti della chiesa ammiransi pitture dei secoli XII, XIII, XIV e XV, fra le altre il Giudizio Universale, sommamente importanti per l'istoria dell'arte.
< Questo pregevolissimo monumento delle arti patrie — conchiude il Hindi — è in completa rovina; la vòlta è caduta, le pareti con larghe fessure lasciano penetrare il vento e la piioggia e la cripta è divenuta un ricettacolo d'ossa insepolte Posteriormente vi sono stati fatti dei restauri e la croce processionale fu descritta e fatta prendere in consegna dal prof. De Nino.
Cenni storici. — Sorge Fossa sul luogo dell'antica Aveja, celebre città dei Vestini, collocata dalla Tavola Peulingeriana sulla strada da Priferuum ad Alba Fucensis, da noi già descritta. 11 suo nome occorre anche in Tolomeo fra le città dei Vestini; ma non è registrato da Plinio, quantunque apprendiamo dalle iscrizioni ch'essa deve essere stata una città municipale di qualche importanza.
Non v'ha dubbio che vuoisi leggere Aveiae in luogo d'iAvellete in Silio Italico, dove l'annovera fra le città dei Vestini e celebra l'ubertosità dei suoi pascoli. Apprendiamo dal Lìber Coloniarum (pag. 228) che il suo territorio era distribuito come quello di