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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
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l'arie Quarta — Italia Meridionale
Gli Equi od Equicoli.
(ìli Equi, abitatori antichissimi dell'odierno circondario di Avezzano, furono uno dei popoli più bellicosi dell'Italia antica e rappresentarono una parte cospicua nell'istoria primitiva di Roma, Dimoravano nell'alpestre regione intorno l'alta valle dell'Anione, stendendosi di là sino al lago Fucino fra i Latini ed 1 Marsi, attigui agli Ernia a est e ai Sabini a ov^st. Il loro territorio fu poi compreso nel Lazio nel senso più esteso dato a questo nome sotto l'Impero romano.
Virgilio (£«., lib. VII) cosi descrive gli Equicoli:
Equicoli avea seco la più parte. Orrida gente, por le solve avvezza Cacciar lo fero, adoperar la ma/.&l, Arar con l'armi indosso e tutti insieme Viver di cacciagione e di rapine.
Niun autore aulico fa menzione dell'origine o discendenza degli Equi, ma è probabile appartenessero alla gran razza Osca ed Ausonica che puossi considerare quale popolazione primitiva di una gran parte dell'Italia Centrale. Il grande sviluppo della loro potenza coincise con quella dei Volsri coi quali furono così costantemente associati che è probabile che i 1101111 e le operazioni dei due popoli fossero frequentemente confusi. Per tal modo il INiebuhr lia rilevato clic le conquiste assegnate dall'istoria leggendaria a Coriohino rappresentano non solo quelle dei Volsci ma quelle eziandio degli Equi; e il castellimi ad Lacinn Fucinimi, descritto da Livio come preso dai Volsci nel -105 av. C., doveva essere probabilmente una fortezza Equa.
E impossibile recapitolar qui le innumerevoli guerriciuole fra Equi e Romani e ci staccili perciò paghi ad un rapido sunto.
La prima menzione degli Equi nell'istoria romana occorre sotto Tarqniuio Prisco, il quale ruppe lor guerra con grande successo e li ridusse in una sottomissione ahnen nominale. Anche il secondo Isrquinio è ricordato per aver conchiuso una pace con essi. Ma solo dopo la caduta della monarchia romana gli Equi compariscono noli istoria nel loro aspetto più formidabile. Nel 494 av. C. sono ricordati quali invasori del territorio dei Latini, i quali chiesero aiuto a Roma ; e da quel tempo le guerre fra gli Equi e i Volsci da una parte, e i Romani aiutati dai Latini e dagli Eruici dall'altra, erano eventi quasi regolari e annuali.
L'istoria di quelle guerre si può dividere in tre periodi diversi :
1° Dal 491 av. G. a circa il tempo del Decemvirato 450 av. C. fu l'epoca della maggior potenza e dei successi più strepitosi degli Equi. Nel 403 av. C. sono mentovati primamente come accampali sul monte Algido che divenne quindinnanzi la scena costante dei conflitti fra essi e i Romani; e par certo clic, durante questo periodo, le città latine di Itola, Yitelliu, dorino, Lubicum e Pedum caddero nelle loro mani. La vantata vittoria di Cincinnato nel 458 av. C. par non arrestasse gran fatto il loro progresso.
2 Dal 450 av. G. sino all'invasione dei Galli le loro armi furono relativamente poco fortunate; e la grande vittoria riportala sopra di essi dal dittatore A. Postulino Tuberto nel 428 av. C. puossi probabilmente considerare qual principici della loro decadenza. L'anno 415 av. C fu l'ultimo in cui li troviamo accampati sul monte Algido, la loro consueta posizione di guerra.
3' Dopo l'invasione dei Galli gli Equi ricompariscono in campo, ma grandemente menomati; probabilmente avevano sofferto assai per le successive invasioni barbariche m quella parte d'Italia e dopo due campagne successive nel 385 e 380 av. C., pare abbandonassero la lotta come disperata e il loro nome non riapparisce nell'istoria per lo spazio di oltre 80 anni
Ma nel 304 av. C. la sorte dei loro vicini, gli Ernici, li scosse e li spinse ad una guerra suprema clic terminò con la loro compiuta sconfitta e sottomissione.. Una dopo l'altra le loro città caddero nelle mani dei Romani vittoriosi e la nazione Equa fu quasi intieramente eslerniinata.
Quest'espressione è però certamente esagerata posciachè noi gli troviamo di boi nuovo in armi quantunque due volte con inai esito. Fu probabilmente dopo l'ullimo ili questi tentativi ch'eglino furono ammessi ai diritti di cittadini romani e furono compresi nelle due move tribù l'Aniense e la 'Femmina creala in quel perìodo.
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