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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arie Quarta — Italia Meridionale
   Ruderi delle antiche mura in grossi massi di calcare e di tufo; acquidotti; residui della suddetta via Valeria; una lapide di M. Metilio, illustrata dal Gnattaui e dal Gorì; altre lapidi, registrate dal Motmusen nella sua grand'opera Inscript. lieg. Neap.; altre epigrafi riportate dal Garriteci, dal Corsignani e da altri porgono testimonianza dell importanza di questa antichissima città degli Equicoli.
   Carsoli è dominata da un pittoresco castello turrito e notevole è il bel palazzo sulla piazza del Mercato, di stile ogivale con finestre bifore, ristaurato nel secolo XV. Nella chiesa l'architrave della porta laterale offre scolture di buono stile, opera probabilmente del secolo XIII; vedesi presso un fregio un angelo che stringe un serpente attorcigliato e dall'altra parte un demonio in atto di dar fiato ad una specie ili corno, 111 mezzo il mistico Agnello in un nimbo, stupenda costruzione angioina barbaramente l'istaurata e deturpata, e i simboli dei Quattro Evangelisti. Altre belle chiese e belle piazze con porticati.
   Nella chiesa del Cimitero si conserva l'antico candelabro marmoreo pel cereo pasquale composto di una colomba intorno alla quale si avvinghia un serpente dal volto umano, e l'antico ambone, o cattedra, coll'aquìla simbolica. La porta bellissima, che si crede ni legno di sambuco, è divisa in quadrati, con intagli rappresentanti vani fatti della vita della Vergine, della fine ilell'XI o dei primi anni del XII secolo. Il campanile laterale è quadrato, a tre piani, con una finestra arcliitonda nel primo piano, bifora nel secondo e trifora nel terzo. Vi si veggono murate varie iscrizioni importanti in caratteri arcaici. In questa chiesa pose, nel secolo XI, la sua sede A Itone, vescovo dei Marsi. Piccolo ospedale detto di Sani'Antonio.
   Il territorio produce cereali, viti e legumi. Nella vai Sesara, tra I'iofredilo e Celle, si trova un tufo litoide di color bruno cenericcio e di fina grana. Nel monte Cellese si trovano spessissimo lupi, più raramente orsi.
   Cenni storici. — Carseoli, città degli Equi od Equicoli, situata lungo la via Valeria, fra Varia (Vicovaro) ed Alba Fucensis, distava ,G8 chilometri da Roma. Livio dice espressamente che era una città degli Equicoìi e ciò è confermato da Plinio e da Tolomeo; ma (piando, nel 301 av. C., fu proposto dì dedurvi una colonia, i Marsi armati occuparono il territorio e solo, dopo la loro sconfitta e susseguente espulsione, vi fu stabilita la colonia romana dì 4-000 uomini. 11 suo nome apparisce nel 209 av. C. fra le trenta colonie latine dinunierate da Livio: fu una delle dodici che in quell'occasione sì dichiararono incapaci a somministrare contingenti ulteriori e furono perciò punite in seguito con accresciuti balzelli-. Pare fosse una ben munita, fol tezza, nella quale il Senato romano relegò Rutti, figlio del re di Tracia, ed altri prigionieri ili Stato.
   È poi ricordata da Floro durante la Guerra Sociale, in cui fu messa a ferro e a fuoco dagli alleati Italici. Ma dovetti' riaversi tosto da codesto colpo; essa ricevè un nuovo rinforzo di coloni sotto Augusto ed è mentovata così da Plinio come da Tolomeo come una delle principali città degli Equicoli. La sua floridezza ininterrotta si può rintracciare in tutto il periodo dell'Impero romano e ancor nel VII secolo Paolo Diacono ne parla come di una fra le città principali della provincia Valeria.
   Carsoli continuò ad aver vita rigogliosa sino al secolo MI, come rilevasi da una investitura di Ugo e Lotario re d'Italia, da una conferma di Pasquale II nel 1115 e. da un documento del 1057. Il suo nome antico è ricordato, nel 1217, da una bolla di Onorio III: Civìtas, qune vocalnr Carseolus. La distrussero i Saraceni, ma aveva già sofferto incredibilmente sotto Agilulfo Longobardo, movendo alla rovina dei monasteri sublacensi. Carlo II edificò il suddetto castello sul colle Sant'Angelo, fortificato poi dagli Orsini clic ne ebbero la signoria feudale. Nella difesa del regno contro Carlo d'Augii) re Manfredi abitò nel castello con intorno il suo esercito a campo. Per ultimo .divenne un feudo del conestabile Filippo Colonna.
   Coli, elett. Avezzano — Dioc. Pescina (.Marsi) — P2, T. e Str. ferr.