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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Mandamenti e Comuni ilei Circondario di Avezzano
CO
nella speranza di niantenervisi finché giungessero i soccorsi di Ferdinando d'Aragona. Ma, in capo a pochi giorni, il castello fu preso d'assalto; il Piccinino si appropriò i tesori e diede il castello a Piuggerotto, il quale chiuse la madri in prigione.
Napoleone Orsini, il quale distrusse, in nome di Ferdinando e di papa Pio lì, gli avanzi degli Angioini negli Abruzzi, sconfisse Ruggierotto, che liberò la madre affinchè perorasse la sua causa presso Pio II, il quale reclamava per sè il contado di Celano. Ma Ferdinando, per troncare il litigio, lo diede, nel 14G3, ad Antonio Piccolomini, duca di Amalfi, nipote del papa e suo proprio genero, qnal dote della sua figliuola naturale, Maria d'Aragona. Dai Piccolomini passò poi ai Peretti e da ultimo agli Sforza-Cabrera-Iìovadilla di Roma.
Celano soffrì danni gravissimi nel 1647 durante l'insurrezione di Masaniello a Napoli, come quello che ebbe molte case incendiate e devastate le campagne. Nè furono minori i danni cagionatigli dall'orribile terremoto del 1(195.
Uomini illustri. — Nacquero in Celano: il b. Tommaso da Celano, morto nel 1253, che alcuni credono nativo di Cellino in provincia di Teramo, autore del famoso Dies trac, dies Illa; e Giuseppe Iìartolocci, morto nel 1G87, professore di lingua ebraica nel Collegio dei Neofiti in Roma ed autore della Bibliotheca Magna Rabbìnica.
Coli, elett. Pescina — Dioc. Pescàia (Marsi) — Pa, T. e Str. ferr.
Ajelli (2500 ab.).— All'altezza ragguardevole di 1030 metri sul mare e a G chilometri circa da Celano, in montagna, presso un torrente, che scaricavasi in addietro nel prosciugato lago Fucino e seccava nella stagione estiva. Nella chiesa matrice si conservano una croce d'argento dorato lavorata a cesello, con il marchio degli orafi solmonesi del quattrocento, ed una statua di legno rappresentante la Madonna col Bambino, di così squisite fattezze che si direbbe opera del Rinascimento, ma potrebb'essere anche anteriore. Questi oggetti furono descritti e messi nell'elenco delle opere d'arte nazionali dal prof. De Nino. Il territorio produce grano! viti e foraggi.
Coli, elett. Pescina — Dioc. Pescina (Marsi) — P3 e Str. ferr. locali, T. a Celano.
Ovindoli (2209 ab.). — All'altezza cospicua di 1390 metri sul mare e a 10 chilometri da Celano, con territorio intieramente a pascoli. La chiesa parrocchiale vanta una croce processionale del secolo XV descritta anche dal suddetto De Nino, dal quale si ha pure la notizia di molti affreschi della chiesa campestre della Madonna della Neve gi.à chiesa di San Nicola, presso San Potilo, frazione di Ovindoli.
Havvi a nord di Ovindoli un piano, antico lago quaternario, lungo quasi 5 chilometri e largo in media uno, percorso dalla grande strada Avezzano-Aquila, circondato dalle ultime pendici del Sirente a levante (spartiacque apenninico) e dal Velino a ponente: sui suoi bordi sono calcari secondarli e arenaria micacea simile al macigno di Toscana. La sua altitudine sul mare varia da 1347 a 13G1 metri. Nella sua estremità sud-est vi ha un avanzo dell'antico lago detto il Laghetto sotto il monte Sirente. Detto piano nomasi Vado di Pozzo e in esso l'aquilone e l'austro infuriano e scontrandosi si convertono in turbini e in nere procelle. Nella parte orientale di esso è una buca profonda che, per la sua forma ottusa nel fondo, ad dimandasi Pozzo Caldaio. Le nevi che vi si accolgono e le acque di un ruscello che sgorgano da un macigno vuotansi man mano in codesto Pozzo, e per grotte ascose e canali naturali, a traverso l'interno della montagna, scaturiscono in grossa colonna a sud del villaggio di Stiffe, ove formano una bella cascata motrice di ìnolini e sboccano immediatamente nel fiume Aterno.
Cenni storici. — Ovindoli fu un feudo dei Colonna.
Coli, elett. Pescina — Dioc. Pescina (Marsi) — P2 e T. locali, Str. ferr. a Celano.
Mandamento di CIVITELLA ROVETO (comprende 6 Comuni, popol. 13.728 ab.). — Territorio nella valle del Liri, abbondante di pascoli e di boschi con selvaggina.