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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni ilei Circondario di Avezzano
   CO
   Meritevole di particolare menzione è la bella porta di Sant'Antonio, opera del secolo XIII. Un gruppo di colonne, variamente lavorate a spirale con bellissimi capitelli riccamente ornati, sorreggono l'arco a tutto sesto, anch'esso profusamente decorato. Importanti per l'istoria dell'arte sono le figure simboliche scolpite in dicianove quadretti nella fascia circolare interna di esso arco, nel campo della cui lunetta è dipinta la Vergine col Putto il quale consegna la croco a San Francesco d'Assisi a destra; dall'altro lato San Bernardino accenna con la destra al nome di Gesù, effigiato entro ricca aureola.
   Oltre la Cattedrale sono notevoli in Pese-ina parecchie altre chiese, il Seminario, il Ginnasio con convitto, un Ricovero per gli esposti con un reddito di circa 10.000 lire e altre opere pie. Commercio attivo, principalmente di grano, granone, biade, legumi, frutta, vino e pelli.
   Ai fianchi di un monte tra Pescina e Gioja sta la borgata o frazione di Venere, investita nell'ottobre del 1893 da un turbine violentissimo, clic atterrò tre case e tre stalle. È ovvio indurre che ivi sorgesse qualche tempio alla dea omonima, come conferma il fatto di avanzi di antichità sullo stesso monte. Un'altra frazione distante circa 4 chilometri e con circa 2000 abitanti, detta San Benedetto, sta sulla riva del già lago Fucino, nel luogo dell'antica
   Marruvio.
   Capitale dei Marsi, a delta degli antichi scrittori e suflicientemente attestato pur dal suo nome, Màrimii o Melrrubii, non essendo certo che un'altra forma del nome dei Marsi ed adoperato da Virgilio qual denominazione etica. Conforme, a ciò Silio Italico ruppi esenta Marruvio rome derivante il suo nume da Marro, il quale non è evidentemente clic un eroe eponimo dei Marsi.
   Si rinvennero fra le sue rovine non solo iscrizioni che attestano la sua esistenza, ina anche, avanzi di sepolcreti a guisa di mausolei, di statue, di un teatro, di un colosso donnesco e di opere condottevi da Settimio Severo.
   Secondo Silio Italico il suo nome antichissimo fu quello di Marro, come abbiamo detto:
   Mu/ruvium veleris celebratimi numine Muni Ui bibus est Ulta caput. . , .
   Per significare la sua antichità remotissima Virgilio ne fece un nome gentilizio della nazione, ('redesi si riferisca a Marruvio 1 Mursus Muiiieipiiim, il cui campo, per la legge d'Augusto, fu in parte dato ai coloni romani e in parte destinato velcri coiisecratione forse a qualche divinità.
   Noi non abbiamo però notizia di Marruvio pi ima della conquista romana del territorio marsico; ma sotto l'Impero romano fu una florida città municipale, ricordata come tale da Strabene e da Plinio, e nelle iscrizioni noi la troviamo qualificala splendidissima civilas Marsorum Marruvhim. Mi pare invero che la fosse chiamata nuli ili rado Civita» Mursorum e Civitus Marsieana nel medioevo, quindi anche nel Liber Colomarum noi la troviamo chiamata Marsus inuincipinm. E registrala nella Tabula Peutingeriuiia, clic la pone a 13 miglia pugliesi da Alba; da questa città un ramo della via Valeria volgeva verso Marruvio, vi entrava e andava a riunirsi ad essa al di là di Ccrfennia (Collo Armeie) a monte lineo (Forca Caruso).
   Per tutto il medioevo Marruvio continuò ad essere la sede del vescovo dei Marsi e solo nel 1580 questa fu trasferita, come abbiamo visto, nella vicina città di Pescina. 11 sito porta ora il nome di San Benedetto (frazione ili Pescina) da un convento erettovi.
   Sopravvanzano sempre rovine ragguardevoli dell'antica città, comprendenti porzioni delle sue mura, avanzi d'un anfiteatro, ecc., e numerose iscrizioni del pari che statue scoperte fra le rovine, le quali sono situate presso la sponda dell'cx-lago Fucino. Presso San Benedétto veggonsi inoltre gli avanzi della cattedrale, innalzata nei primi tempi dell'era cristiana a Santa Sabina e trasferito il titolo, come vedemmo, da Gregorio XIII nella chiesa della Madonna delle Grazie in Pescina.
   Del magnifico tempio non restano ora che il frontespizio e il portale, di cui il l'indi così ragiona: « 11 portale di Santa Sabina, per le sue ricchissime decorazioni, per le scollnre di magistero vera-niente squisito, per i giri grandiosi degli archi, per il fogliame bizzarramente intrecciato ad animali,