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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arie Quarta — Italia Meridionale
   variato sempre, per l'armonia delle linee e dell'insieme, può competere con i pili ricchi ed eleganti di simil genere, non solo degli Abruzzi ma d'Italia d.
   Nel paese poi sorge la chiesa antichissima di San Benedetto, sul luogo della fantastica città Valeria, ma realmente sullo rovine di Marruvinm. Al dire del Felonio e del Corsignani, storici della Marsica, la chiesa coll'annesso cenobio fu un tempo casa di Bonifacio IV. Fu posseduta in prima dai Benedettini e quindi dai Cistcrciensi. Divenuta commenda, scadde dall'avito splendore. Dell'antica costruzione non rimane clic la facciata laterale col suo muro a cortina, uri arco tondo sorretto da piccole mensole, una fila d'archetti nella parte soprastante ed una finestrella trilobata, con tre absidi.
   Le iscrizioni furono raccolte da Mommsen nella sua opera. Delle scoperte più recenti di lapidi e di una strada lastricata a grandi massi, discorse il prof. De Nino nelle Notizie comunicate alla IL Accademia dei Lincei nel fascicolo di marzo del 1880. 11 fiumicello Giovenco, vicino al sito dell'antica città, è prohahilmente il Pitonius degli antichi, come precedentemente si è accennato.
   Uomini illustri. — Nacque in Pescina il letterato Paolo M'arso e, come vedemmo, il famosissimo cardinale Giulio Mazzarino (che molti erroneamente vogliono nato invece in Sicilia). Egli vi nacque il 1G luglio del 1002, come attesta l'atto di nascita in latino pubblicato prima dal Corsignani nella Reggia Marsicana (Napoli 17.38) e poscia da altri molti. Nel paese si addita anche oggi la casa abitata dal famoso uomo di Stato.
   Coli, elett. Pescina — Dioc. Pescina (Marsi) — P2, T. e Str. ferr.
   Bisegna (1550 ab.). — Nell'alta valle del Giovenco, all'altezza ragguardevole di 1150 metri sul mare e a 18 chilometri da Pescina, con territorio montuoso in gran parte, coperto di boschi con pascoli. Ha una cava di marmo. La frazione di San Sebastiano è ricca di miniere di ferro e tempo fa esisteva una ferriera, ora abbandonata.
   Coli, elett Pescina — Dioc. Tescina (Marsi) — P2, T. e Str. ferr. ad Ortona de' Marsi.
   Cerchio (1918 ab.). — Trovasi a 834 metri sul mare ed a 7 chilometri da Pescina. Nella chiesa parrocchiale dei Santi Giovanni e Paolo vi è di pregevole una croce processionale del quattrocento e notevoli sono anche gli oggetti d'arte nella chiesa di San Bartolomeo. Il Comune ha scuole elementari e una Congregazione di carità, con reddito annuo di 1920 lire. Il territorio è ferace di varie sorta di prodotti, principalmente di frutta, ciliegie, mandorle, noci, ecc.
   Cenni storici. — Cerchio è un paese medievale sorto sulle rovine di antichissimi pagi di nome sconosciuti. F)i queste antichità riferì lungamente il prof. De Nino nelle Notizie comunicate all'Accademia dei Lincei nell'ottobre del 1897.
   Coli, elett. Pescina — Dioc. Pescina (Marsi) — P2, T. e Str. ferr.
   Cocullo (1302 ab.). — Sorge ad 875 metri sul mare, m luogo montuoso, all'origine di un piccolo torrente che scende al Sagittario e quindi sul versante Adriatico, m aria salubre, a 12 chilometri da Pescina attraverso la montagna, con territorio prò ducente cereali e vino in abbondanza. Ha scuole elementari ed una Congregazione di carità, colla rendita annua di 2902 lire-
   Trattando dei Marsi abbia in visto che caratteristica degli abitanti di Cocullo siano la caccia e il commercio delle serpi. Acciocché il lettore possa farsi una chiara idea in che. consistano le serpi di Cocullo, diamo la descrizione che ne fece il prof. De Nino:
   Alla line di aprile, quando il sole comincia a stepidire piante e animali, nell'Abruzzo montanino, sbuca Ira le siepi la mammola; il mandorlo con la sua fioritura commemora le nevi testé scomparse ; l'asino la le prime prove musicali del raglio ; i serpi, dopo lunga e ripida stagione, risalutano il nuovo lepore, lingueggianti a scatli continui.
   1 serpari di Cocullo cominciano la caccia alle serpi. 11 serparo cerca a Valle Marzia, alla Vrccciara, a In Gippone, a Valle Canta, alIMn/rra c Scastiellc: tutte contrade fertili di serpi. Ma non le cerca gi.ì alla montagna della Wàla, perchè ivi la famiglia delle vipere vince quella delle bisce.
   II serparo posto in agguato sorprende le serpi, le afferra al collo e le irrita con le zinne de ggii srappirmì, cioè con le falde del cappello. Le povere bestie sono tradite dalla madre natura la quale dice loro : — Reagite 1 — ed esse reagiscono, addentando quelle isligatrici falde. Allora il serparo tira a sè, con violenza, il cappello, e le serpi perdono i più robusti denti.
   Le bestie cosi sdentate si fanno entrare in grosse pentole di creta, tra la crusca ; si coperchiano e si sotterrano in un luogo fresco. Ma, nel fartele entrare, ci vuole non poco accorgimento. Pi fa un lineo nel copercliio, ovvero sì scansa un poro il coperchio, tanto che ci sia una breve apertura. Per quel bucu o per quell'aocOira,