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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Mandamenti e Comuni ilei Circondario di Avezzano
CO
spiaggia del mare, entrò in una barca per porsi 111 salvo in Sicilia; ma Giovanni Frangipane, nobile romano e signore d'Astura, lo inseguì con altra barca, lo catturò e lo condusse nella sua torre. Egli stava in forse se dovesse accettare il danaro offertogli pel riscatto dei catturati quando fu assalito dall'ammiraglio di Carlo a cui consegnò Corradiuo e ne ebbe in premio il feudo della Filosa, fra Napoli e Benevento.
All'infelice Corradiuo fu poi mozzo il capo in piazza del Mercato a Napoli, come già abbiamo narrato parlando di quella città.
Dopo la battaglia, narra il Vasari, Carlo ordinò a Nicolò Pisano di costruire una ricchissima chiesa con abbazia sul luogo della vittoria per seppellirvi gli uccisi e pregare per le anime loro. L'abbazia, o cenobio, fu occupata dai Cistercensi e 11011 dai Benedettini, come scrissero per errore lo Spendano e il Summonte. Carlo assegnò alla badia molte rendite e collocò nella chiesa una ricca statua della Vergine ed una cassa ornata di gigli d'oro, impresa della Casa d'Angiò, la quale statua, sepolta dal terremoto e rinvenuta nel 1627, fu trasportata solennemente nella chiesa di Scurcola, ove tuttora si venera.
Uomini illustri. — Nacquero fra gli altri in Tagliacozzo: Giovanni Cardinale, detto di Tagliacozzo, peritissimo nelle scienze sacre; Andrea Argoli, matematico e astronomo insigne, professore nel Ginnasio Romano e quindi nell'Università di Padova, ove morì nel 1657 in età di 89 anni; il medico Francesco Valdone; Ascanio Maai, orafo sommo, allievo di Benvenuto Celimi; Petronilla Paolini, scrittrice elegante, lodata dal Cre-scimbeiii, dal Muratori e dal Salvini. E molti credono che Giovanni Capaccio, uno dei Tredici della Disfida di Barletta, avesse i natali in Tagliacozzo.
Coli, elett. Avezzano — Dioc. l'escina (Marsi] — Pa, T. e Str. ferr.
Cappadccia (3282 ab.). — Presso le sorgenti del Liri, a 1070 metri sul mare e a 8 chilometri a sud da Tagliacozzo, sopra una rupe scoscesa, con territorio montuoso, il quale non ha che castagni, noci e pascoli, sì che gli abitanti danno opera principalmente alla pastorizia vendendone i prodotti sui mercati di Tagliacozzo e di Avezzano.
Le donne di Cappadocia, che soglionsi annoverare fra le più belle d'Italia, scendevano più volte durante il giorno ad attingere acqua alle sorgenti del Liri. Era difficile vedere figure più belle di canefore coll'anfora di rame in testa scendere per gli erti gradini della montagna, spiegando sullo sfondo azzurro del cielo la bella, la svelta e robusta persona, stretta da un busto di panno o di seta, il quale, modellando artisticamente il dorso, dà risalto e grazia alla curva leggiadra dei capaci fianchi. Oggi però il paese è abbondantemente provvisto di ottima acqua potabile mediante acquedotto a sistema d'innalzamento con derivazione dal fiume Liri: questo acquedotto, che fu per tanti anni nel desiderio degli abitanti, venne inaugurato nell'ottobre del 1898.
he sorgenti del Liri o Garigliano.
Di questo fiume, più volte accennato, famoso nella geografìa e nell'istoria d'Italia, che ha le sue fonti sotto Cappadocia, a 964 ni. sul mare, giova qui trattarne in disteso.
l'oche valli sono più pittoresche di quelle lungo le quali trascorre il Liri dal suo punto di partenza e poche sono meno note. All'ingresso della stretta valle superiore vedesi Capistrello, che, simile ad un branco di capre, inerpicasi su per una rupe. Più oltre e più basso Castellatine, che troveremo qui sotto, e più oltre ancora, a sinistra, Cappadocia.
I monti a destra sono in gran parte spogli di piante e sovrastano in molti punti all'angusta valle tagliata a picco nella roccia ignuda che mostra, colle assise sovrapposte dei sedimenti calcari, l'intima struttura, i sollevamenti successivi e le antichissime vicende geologiche. Il punto più pittoresco di questa immensa chiusa è in faccia a Cappadocia e consiste ili una scoscesa, altissima parete o, a meglio dire, in un taglio verticale e disuguale dal sommo all'imo della montagna. Sul ciglione di quell'alta ripa,