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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
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l'arie Quarta — Italia Meridionale
avanzi (lolle sue mura, del suo castello e del suo cammino coperto, che metteva dalla città al torrente Castellano; quivi passava la via Salaiia, di cui scorgonsi ancora le tracciti.
Verso il principio del secolo XIV gli abitanti di Amatrice ebbero vive contese ed appiccarono zuffe accanite con quelli d'Aquila pel possesso di Cainpaneto e Campo-rn«amaretti. Quei di Amatrice, in numero di 400, saccheggiarono ed arsero i castelli di Podicino e di Rocca nel distretto d'Aquila e gli Aquilani vendicaronsi dal canto loro ad usura, invadendo, in numero di 4000, il territorio di Amatrice, saccheggiandolo e mettendolo a ferro e a fuoco. Carlo, duca di Calabria, figliuolo del re Roberto e suo vicario generale, avuta contezza di quei disordini, condannò ad una multa di f>000 onde d'oro gli abitanti di Aquila e di 000 quei di Amatrice.
Quando, nel 1485, i principali baroni del regno, istigati da papa Innocenzo VIII, ribellaronsi alla Casa di Aragona, Amatrice, come congettura il Fusco, si mantenne fedele al re, il quale le concesse, insieme ad altri, il privilegio di battere moneta.
Verso il 1528 Amatrice fu presa dai soldati di Francesco I re di Francia; quindi inessa a sacco dal principe Filiberto per aver opposto resistenza alle truppe di Carlo V, il quale le accordò in seguito privilegi e franchigie. Nel 1538 divenne un feudo di Alessandro Vitelli, capitano dell'imperatore; passò quindi a Virginio Orsini per aver tolto in moglie Beatrice Vitelli. Fu devastata dai terremoti, principalmente quello del 1038, e dalle discordie civili, che disseminarono nei tempi trascorsi la sua popolazione pei villaggi che la circondano.
Uomini illustri. — Primo fra tutti Nicola Filotesio, detto Cola dell' Amatrice. pittore, scultore ed architetto dei più illustri e celebrati artisti italiani del secolo XVI, il quale vi nacque il 9 settembre del 1489 e condusse opere insigni m varie città. Seguono: Antonio dell'Amatrice, filosofo e teologo del secolo XVII, e Raffaele Maffei, medico insigne,
Coli, elett. Cittaducale — Dioc. Ascoli Piceno — Pa e T. locali, Str. ferr. a Sassa.
Accumoh (2884 ab.). — Sorge a 859 metri d'altezza sul mare, sopra ini colle alla sinistra del Tronto, a 10 chilometri da Amatrice. Fu già Vicus Badies e si vedono tuttora avanzi di antiche mura con quattro porte e molte torri. Il territorio è in gran parte montuoso con boschi e pascoli, ma produce inoltre cereali, castagne e legumi
Cenni storici. — Filippo d'Angiò conferì ad Accuinoli il titolo di città con privilegio ai suoi magistrati di intervenire annualmente alle adunanze consigliali solite tenersi in San Lorenzo di Napoli. Mediante pennuta Alfonso d'Aragona lo cede a papa Eugenio 111 in un con Cittaducale ed Amatrice, ili cambio di Benevento e Terracina; ina papa Nicolò V7 lo restituì in seguito al reame di Napoli. Nel 1043 lo comprò dal R. demanio Lorenzo de'Medici; finché passò, come patrimonio allodiale mediceo, in possesso di Ferdinando IV re di Napoli,
Uomini illustri. — Di Acculinoli furono nativi lo storico Cappello e l'architetto Francesco Fontana. v
Coli, elett. Cittaducale — Dioc. Ascoli Piceno - P! e T. locali, Str. ferr. ad Ascoli Piceno.
Mandamento di ANTRODOCO (comprende 4 Comuni, popol. 9083 ab.). — Territorio nella valle Interocrina, confinante con la Falacrina e con la valle della antica siuldescritta Cutilia presso Cittaducale, cinto da alte montagne e bagnato dal Velino. Il vino, l'olio, le castagne, la caccia e la pesca formano i prodotti principali.
Antrodoco (5000 ab.).-— Giace a 480 metri sul mare e a circa li chilometri da Cittaducale, fra il monte Terminillo (2213 ni.) e il monte Giano (182G m.), tra valli e gole anguste, memorande nell'istoria per l'eccidio nel 1799 di ben quattromila Francesi. Ninna situazione più romantica di quella di Antrodoco sul Velino, là dove sbocca da una gola profonda alle falde dì monte Terminillo, per proseguire a ovest verso