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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arie Quarta — Italia Meridionale
   antiche lapidi, col santo omonimo. Quel che non ammette dubbio oggigiorno è la spessezza in quel bacino dei banchi di un terreno alluvionale, il quale si all'onda per oltre 20 metri, come fu osservato nello scavare parecchi pozzi.
   Tutta quasi la gran vallata di Solmona è cinta di monti. I raggi solari che vi si concentrano sono riflessi con tanta forza che in parecchi luoghi, e segnatamente verso Popoli, sono, nelle ore meridiane, come ristretti in tanti fuochi che rèndono, nell'estate, soffocante il calore.
   I venti che vi spirano, eccetto nella cittadina di Popoli, non hanno gran lena per l'ampiezza del luogo e poco dopo il tramonto vi si diffondono in grande quantità.
   II snolo è molto fertile e verdeggiante per l'abbondanza delle acque dei fiumi, dei rivi e delle foriti, le quali, distr ibuite in molti e tortuosi canali, l'attraversano e l'irrigano in ogni dove. Quelle del fiume Gizio, più prossimo a Solinomi, sono condotte con artifizio stupendo e con opere in pietre quadrate sul piano per vani usi ; sono avviate in parte a Solmona per via di canali ben costruiti, in parte innalzate sopra archi marmorei per annaffiare le campagne, e in parte ancora avviate ad animare macchine per uso di molini, gualchiere, lamiere, ecc.
   Monti. — Alte montagne, acuminate e nevose, alcune anche nel cuor dell'estate, ricingono la valle di Pettorano sul Gizio unita a quella di Solmona. Corrono a nord-ovest e si abbassano prima a nord e quindi ad ovest. Stendonsi le settentrionali sino alla Majella ed al Morrone ; miisconsi le occidentali parte a quelle del Piano di Cinque Miglia e parte incurvatisi verso la Majella.
   Sovrastano a Solmona le montagne del Morrone, le quali formano un'alta ed angusta catena di circa 20 chilometri, la quale incomincia alla gola di Popoli con la cosidetta Schiena d'Asino e va sino alla depressione di Pacentro, rannodandosi alla Majella di cui è contrafforte, fra l'altipiano di Solmona e la valle dell'Orte affluente del Pescara; catena limitata da fianchi rocciosi e dirupati ma con una cresta (20G0 in.) larga e tondeggiante.
   Al Morrone fanno seguito i monti di Ganzano, il l'ietramaggiore, il monte Rotella (2127 in.), la Cima della Fossa sino a Itivisondoli. Presso Campo di Giove, salendo alle vette del monte Balena (già Balenio) incontra usi due gole anguste, denominate Forca Falena e Coccia, le quali formano il passaggio da Solinomi a Paleua e riescono assai perigliose nel verno per le nevi che vi cadono e le bufere che v'infuriano.
   Più a ponente, fra il Piano di Cinque Miglia e la valle del Sangro, havvi l'elevato gruppo dei monti di Chiarano, che culmina con monte Greco (2283 in.) e si congiunge, attraverso le gole di Alfedena, al gruppo della Meta,, fra Sangro e lari.
   Valli — La valle profonda del Sagittario è signoreggiata da rupi inaccessibili e da scogli a perpendicolo, le une e gli altri di uguale natura calcarea, a strati inclinati costantemente a nord-est. La parte laterale e soprastante e tutta vestita di boschi che hanno termine alla vetta dei monti attigui. Sta poco lungi la valle del Gizio in cui è situata Rocca Pia, spesso inondata dalle vette soprastanti di neve cacciata dai venti fortissimi e assai gelidi nel verno. Segue, superato il Piano di Cinque Miglia, la vallata del Sangro, con le sue gole pittoresche da Bar re a ad Alfedena, di cui abbiamo già fatto cenno.
   Fiumi.— Verso l'estremità meridionale della valle di Rocca Pia sorge il suddetto fiume Gizio alle falde di un erto monte, passante poi in vicinanza e a ovest di Pettorano, di cui bagna il territorio in un con quello di Solmona e di altri Cornimi ; riceve nel suo corso le acque di diversi valloni, quelle del torrente Velia provenienti dalla Majella; poi s'immette nel Sagittario e riceve altri rivi minori per scaricarsi in ultimo nell'Atomo presso Popoli. Nei territori di Pettorano e di Solinomi le acque del Gizio veggonsi spesso deviate ed incanalate, si per irrigare le campagne e si per mettere in moto le macchine di varii stabilimenti industriali