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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Solmona
   107
   altare, con un Crocifisso di legno molto antico; i divoti s'inchinano a quest'altare dove celebrò S. Pier Celestino, trasportato nella stessa abside dall'eremo di Sant'Onofrio dove dimorò il santo. L'esterno dell'abside appartiene alla costruzione primitiva; il luogo pel custode e la sagrestia sono opere della line del secolo XV. Nel Tesoro conservasi religiosamente il ricco calice, dono di papa Innocenzo VII e lavoro di un Ciccarlo di Francesco, come leggesi scolpito nel piede.
   Annunziala! — Fu fondata nel 1320 sotto Andrea Capo-grassi, vigesimosesto vescovo di Solinomi, con annesso ospedale per gli infermi ed un Conservatorio. La chiesa e lo splendido edilizio ottennero grazie e privilegi speciali dai re di Napoli, Alfonso I, Ferdinando I, Giovanna IL Coll'andar degli anni 1',antica facciata scomparve in gran parte e fu distrutta intieramente dal terremoto del 170G, nella quale circostanza luttuosa andarono a pezzi l'organo e il pulpito, opere di eccellenti maestri.
   Nel 1710 Norberto di Cicco di I'escocostanzo, scultore ed architetto, costruì, su disegno del celebre Fontana, la nuova facciata che il De Padova qualificò il « monumento più bello di architettura greca che si abbia in quella città >. 11 campanile, maestoso ma di stile ibrido, fu innalzato nel 1506 e dall'alto di esso godesi di un panorama così vasto e così incantevole che non sappiamo resistere alla vaghezza di recarne qui la descrizione che ne fece il Torier nel suo Saggio itinerario nel paese dei Peligni (Napoli 1793):
   •s 11 campanile dell'Annunziata è una delle più magnifiche fabbriche di questo genere che siavi nella monarchia, come quei di Monopoli, «li Lecce e del Carmine di Napoli. L'area è quadrata e, dalla base alla piattaforma, tutta di breccia silicea, fuorché il colmo (li tufi. Sulla piattaforma ha una balaustra non finita. Da questa godesi distintamente un coljio d'occhio teatrale inesprimibile sopra tutta la pianura verdeggiante di varie tinte, secondo la varia natura degli alberi e delle semine nelle varie loro stagioni di erba, fioritura e maturità; e gradatamente sopra tutti i colli attorno colle faccie ascendenti a mezzodì verso Pescocostanzo colle discendenti a settentrione verso Popoli; con quella superequana dell'Aterno, con l'acquedotto traforato nel masso calcareo, superiore ili lunghezza a quello di Isernia ed in durezza all'altro tufaceo di Siracusa; dietro, i colli di Rajano, Castel d'Jeri e gli Urij-Goriani con quello del Sagittario verso Anversa e Cuculio; con Rugnara, che si vede; lntrodacqua, nascosta dietro la sua valle; I'ettorano, che pure scopresi; Ganzano, appeso su di un colle invisibile nella sua secca valle; col grosso borgo di Pacentro, verso levante, fra le gole del Mor-rone e di Campo di Giove; coi boschi sulla falda del Morrone stesso, particolarmente il Villaneto corrotto da Avellaneto.
   < Quindi, girando, scopresi la superba badia dei Celestini coll'ospizio di San Pietro loro fondatore e il muro inespugnabile dei cosidetti Poderi d'Ovidio sulla pendice;
   Fig. 20.
   Sulmona: Finestra principale ilei Palazzo dell'Annunziata.