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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   C1U
   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   cattedrale nulla quasi più serba dell'antico; la sua facciata e la porta principale furono restaurate e trasformate e più non rimangono che poclii ma gloriosi avanzi che la decoravano in addietro e che mostrano il gusto di quel tempo anteriore al Rinasci* mento. Codesti avanzi sono: i simboli dei quattro Evangelisti che veggonsi murati nel cortile interno del seminario ; due santi e vescovi, con in capo le mitre e le braccia conserte sul petto; un arco a sesto acuto nella porta laterale diruta della cattedrale, alla quale appartengono inoltre un calice, un reliquiario ed una croce di argento di egregia e squisita fattura, dono della nobilissima famiglia Castiglione di Penne. Il reliquiario a sei facci e con cupolino è riccamente ornato di molte figure a rilievo ed è un lavoro pregevolissimo di un Giovanni d'Angelo di Penne, il quale fiorì sullo scorcio del secolo XIV.
   Dopo la cattedrale meritano menzione le seguenti altre chiese: Santa Chiara, per una bella Nascita dei Bambino Gesù di Gian Battista Gamba e per la cupola dipinta dal Vallarola; la chiesa di San Giovanni Gerosolimitano, pei belli stucchi ilei Piazzala, un San Francesco ed un San Carlo del Gamba; la chiesa del Cannine, costruita su disegno del Frane® di Penne e in cui ammirasi un'Annunciazione del cav. Spinelli; la chiesa di Sant'Agostino, con campanile elegante; l'oratorio di San Domenico, con soffitto dorato a oro di zecchini, granili figure a rilievo e fregi ricchissimi del 1011; l'antichissima chiesa di San Giovanni Apostolo ed Evangelista, con una magnifica croce d'argento cesellato rappresentante il Padre Eterno, Cristo, la Vergine e molti Santi, lavoro stupendo eseguito verso il 1150 da Nicola di Guanliagrele. Nella sagrestia della medesima chiesa ammiravasi in addietro un antico spadone assai ben conservato, di forma singolare ed importante per l'archeologia ; fu vendnto in un con la croce suddetta ad alcuni antiquari, ma il Governo intervenne in tempo per impedire il mercato sacrilego.
   A circa un chilometro da Penne, sopra un'agevole ed amena collina, sorge l'antica chiesa dì Santa Maria in Colleromano clic non si sa quando fosse innalzata. La sua porta istoriata di stile lombardo appartiene alla fine del XIII od alla, prima metà del XIV secolo ed è al fermo uno de' monumenti più pregevoli delle vicinanze di Penne. La facciata e l'interno della chiesa furono restaurati, la prima nel 1702 su disegno dell'architetto Fontana e per fortuna furono lasciate intatte le belle scolture della porta. La chiesa è ampia a tre navate, con colonne sorreggenti archi a sesto acuto: il solo coro a crociera serba la forma antica. Vi si ammirano, fra le altre cose, un bel tabernacolo in legno intagliato e rabescato con magnifiche dorature ad oro di zecchini, volute, capitelli finamente scolpiti, festoni di fiorì, statue di santi con in mezzo una bella Concezione. Ne fu autore un ignoto artista abruzzese.
   « Penne — scrive il Bindi — fra tutte le città degli Abruzzi è forse quella che, nella disposizione delle vie, nella costruzione degli edilìzi, negli avanzi delle antiche fabbriche, nei bellissimi fregi in terracotta (fra tutti elegante quello che ammirasi nella casa De Paschmis), nelle antiche lapidi, nelle molte colonne e nei capitelli vagamente scolpiti, sparsi qua e là e persino nei molti oggetti, torsi, frammenti di ogni sorta, pregevoli per isquisito magistero, murati nelle pareti delle case, delle chiese e delle torri, meglio presenta e conserva l'impronta della sua antichità.
   « In nessuii'altra città io ho visto fregi a mattoni continuati ed in terracotta eseguiti con arte sì fina e con tanta eleganza; in nessuii'altra parte collezioni così ricche di dipinti, maioliche, monete, oggetti antichi, epigrafi. Il barone Aliprandi, oltre pregevoli dipinti del Baroccio, nvC Adorazione del Bambino attribuita a Raffaello ed una ricca collezione di monete antiche e medieviche, possiede una collezione di ceramiche abruzzesi nella quale figurano i più bei nomi e quadri di Agostino Masucci, di Cesare Ilaler, di Carlo Schiller, di Edoardo Jungerinann ; un Cristo in avorio del Canova, molti altri dipinti in miniatura; egregi lavori del Gamba, del Correggio, di Carlo