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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Peone
   287
   Maratta, del Pomaraucio, del Solimene, del Tiziano, di Luca Giordano, ed infiniti altri oggetti d'arte adornavano le gallerie private del marchese Castiglione, del duca Gaudiosi, del marchese de Torres, del Vallarola, dei signori Forcella e di tante altre nobilissime famiglie di quest'illustre città i-.
   Nobili ed antichissime sono le origini della Chiesa di Penne e basti il dire che l'Ughelli vuole ne fosse primo vescovo nientemeno che San Patras, uno dei settantaduc discepoli (li Cristo. Certo è ad ogni modo che Carlomagno, vinti ch'ebbe i Longobardi, donò al vescovo la città, costituendola capitale e metropoli della provincia pennese. Sotto il vescovo Berardo alla Chiesa di Penne fu aggregata anche quella di Santa Maria di Atri elevata a cattedrale.
   Penne possiede una R. Scuola tecnica, una Scuola d'arti e mestieri, un Comizio agrario, ecc. L'industria conta fabbriche di cuoiami molto pregiati, di olio, di paste alimentari, tintoria, libreria, tipografia, ecc. Vi si fanno fiori fiuti rinomati per la loro bellezza e perfezione.
   Bilancio comunale di Penne per la gestione 18'J'J :
   Attivo Passivo
   Entrate ordinarie......L. 102.008,97 Spese obbligatorie ordinarie . . L, 70.372,45
   1(1. straordinarie .... » (i.062,SI Id. id. straordinarie . » 14.109,01
   Partite di giro e contabilità speciali * 25.867,09 Id. facoltative......» 10.752,50
   Movimento di capitali .... » 8.037,82
   Partite di giro e contabilità speciali » 25.807,09
   Totale L. 135.138,87 Totale L. 135.138,87
   Cenni storici. — Fu Pinna, ora Penna, un'antichissima città dei Vestini la cui origine si smarrisce nella notte dei tempi e divien, come suol quasi sempre, favolosa. E ricordata da Plinio, da Tolomeo, da Silio Italico, fra le città dei Vestini e pare fosse un'importante città municipale. Durante la Guerra Sociale i suoi abitanti segna-laronsi per la loro fedeltà a Pioma e seppero resistere a tutti gli sforzi degli alleati Italici per iscuotere la loro costanza. Durante la seconda Guerra Punica, dopo che i Romani furono sconfitti da Annibale, presso il lago Trasimeno, essa potò fornire, nel 211 av. C., al console Metello 400U fanti ed altrettanti cavalli, come leggesi in Polibio, e la sua gioventù, prode nelle armi, fu celebrata da Silio Italico.
   Godette perciò Penne del favore di Roma finché, straziata Roma dalla guerra civile fra Mario e Siila, Penne fu da costui miseramente devastata insieme al Pretuzio; ma, cessata che fu la dittatura di Siila, la città tornò sotto la protezione del popolo romano ed ebbe privilegi e favori sino alla decadenza dell'Impero d'occidente.
   Dagli Itinerurii e dalle Epigrafi, raccolte nel suo territorio e pubblicate da varii scrittori ed ultimamente e più correttamente da Teodoro Monnnsen, chiaro apparisce qualmente Penne fu una città cospicua durante il dominio romano ed ebbe un senato, decurioni, quinquemviri, ecc. Quando ì Barbari settentrionali invasero le Provincie occidentali dell'Impero romano ed occuparono l'Italia, Penne soggiacque alla misera sorte comune. Sotto i Longobardi divenne contea e dall'S53 al 1122 lunga fu la serie dei suoi conti e gastaldi dinuinerati dal Binili.
   Nel 1140 la regione ove scorre il fiume Pescara e Penne con essa, fu sottoposta aire Ruggero; e quando la signoria del reame di Napoli passò dalla Sveva alla casa Angioina, Penne fu onorata col titolo di Città Beale, Capo di Provincia e luogo di residenza del Preside, ed ebbe privilegi da re Ladislao, dalla regina Giovanna 11, privilegi confermati da Alfonso, da Ferdinando e da Federico.
   Memorabile nell'istoria di Penne è l'anno 1430 quando fu presa e saccheggiata dagli Aquilani. Nel 1435 Giacomo Caldora, abbandonato l'assedio di Capua, entrò, con molte forze aquilane, nell'Abruzzo taglieggiandolo e disertandolo sì che Solmona