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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
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l'aite Quarta — Italia Meridionale
fregi, capitelli a trafori ed intagli leggiadrissimi, il tutto in istile assai buono e purgato; l'ingresso minore mette ad una specie di pronao ove sor gei! battistero. L'interno della cattedrale, di forma rettangolare a due navate, corrisponde alla bellezza e alla maestà dell'esterno. Yi si contano cinque cappelloni del secolo XVI in legno scolpito e dorato: gli altari poco offrono di notabile, dove se ne tolga un elmo argenteo in capo ad un San Michele nella nicchia maggiore dell'altare di quest'arcangelo, lavoro non privo di pregio. Nell'estremo lembo inferiore, alla sinistra della seconda navata, schin-desi la cappella della Madonna edificata sullo scorcio del secolo passato, il suo insieme architettonico non manca di una certa grazia, dalla vòlta, a foggia di cupola e con molte finestre, piove nella cappella una luce viva che contrasta visibilmente con la penombra severa del rimanente della chiosa. Il pavimento, rifatto or volgono alcuni anni, si compone di mattonelle bianche e nere disposte vagamente. Il soffitto spianato è a cassettoni quadrati : in mezzo è una specie di rosone dorato senza ornamento dei circoli e poligoni. Questo soffitto fu costruito in tempi assai posteriori; la vecchia chiesa era sotto tetto e vi si scorge ancora un fresco non ispregevole della Natività di Gesù. Vedesi tuttodì nella chiesa il seggio episcopale e il vescovo di Atri e Penne, nuovamente eletto, vi s'insedia e ne prende possesso come di cattedrale, rogandosi l'atto fuori della città fra il prelato e l'autorità municipale. In fondo ergesi il sarcofago di Amico di Buonamicizia che, da canonico di Città Sant'Angelo, fu innalzato, il 23 agosto del 1456, alla sede vescovile di Penne. Nel lato sinistro della chiesa ergesi, a uso di campanile, una torre crollata per treniuoto nel 1709 e riedificata in seguito.
Meritano ancor menzione in Città Sant'Angelo la bella porta della chiesa di San Francesco di stile detto gotico recente, ornata dì belle scolture e di vagln fregi; la chiesa di San Bernardo di architettura greco-romana e la chiesetta di Santa Chiara in forma di triangolo con tre cappelloni dorati ad oro di zecchini in ciascun angolo ed una cupola girata nel mezzo, ricca di bassorilievi.
Il Comune ha l'ospedale fondato da tempo immemorabile e varie opere pie, una Scuola normale ed una Scuola tecnica; due bianche popolari cooperative. L'industria annovera fornaci, niolini, torchi da olio, fabbriche ili paste alimentari e di seterie, ecc. Commercio attivo dei prodotti agrari, con varie fiere.
Cenni storici. — Angulus, antica città dei Vestii», ricordata da Plinio, da Tolomeo, e dall' Itinerario Antoniniano, sorgeva sul colle ove sta ora Città Sant'Angelo al dire di alcuni i quali sostengono che il nome d'Angolo le derivasse dalla sua situazione sopra un'eminenza angolosa, ossia a guisa di piramide, e si trasformasse in Angelo. Altri tengono invece che fosse situata sul colle di Sale ove veggonsi ruderi di antichi fabbricati, Fra colà un edifizio per le saline, in vicinanza del fiume Salino, da cui derivò il nome l'antica via Salaria, il quale attirava i popoli vicini, segnatamente i Sabini che vi accorrevano a provvedersi di sale, come attesta Festo con le seguenti parole : Salaria via est appellata, quia per eam Sabini sai a mari dcferebant. Non ha gran tempo si rinvennero colà molti tubi di piombo e nelle vicine campagne si rinvengono spesso idoletti e pezzi di bronzo.
Così il Del Iìe, ina il Mozzetti, il Castagna nella sua Monografia intorno a Città San?Angelo, e con essi il Biadi., tengono invece che l'antico Angulus fosse situato alla foce del Salino anziché nell'area dell'odierna Città Sant'Angelo. Ma quando fu distrutta la città vecchia e quando sorse la nuova V Certo è che sin dal 1166 si ha notizia di Città Sant'Angelo nella Cronaca di Casauria e nel 1239 Federico II, nella lotta fra la Chiesa e l'Impero, fece distruggere Castrum cpml dicitur Sancti Angeli per non essersi serbato fedele alla Corona.
Ei pare perciò che la distruzione dell'antico Vngolo avvenisse assai prima e che, nel secolo XIII, Angolo si fosse già trasformato in Castello Sant'Angelo. Lo stesso Federico II, mosso a compassione dallo stato infelice dei miseri abitanti, ordinò di