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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Mandamenti e Comuni del Circondario di Penilo
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distri!mire i ribelli in tre casali sullo stesso luogo Sant'Angelo ina divisi per menomarne le forze, e questi casali par fossero Sant'Angelo, Elice e Montesilvano.
Quando il reame di Napoli passò sotto gli Angioini, Città Sant'Angelo fu data in feudo a Filippo di Bethune conte di Fiandra e di Chieti ; ma per 1 suoi demeriti gli fu tolta ed aggregata, nel 1305, al R. Demanio al quale rimase sino al 1510, quando Carlo V la diede a Guglielmo di Croy, marchese di Arascot, che gli diede ili cambio la baronia di Rocca Guglielma. Nel 1521 Guglielmo vendè Città Sant'Angelo per 15.000 ducati d'oro a Ferrante Castriota col pieno consenso di Carlo V, il quale in tale circostanza conferì a Ferrante il titolo di marchese di Città Sant'Angelo. A Ferrante succede la figlia Giovanna che la recò in dote ad Alfonso Carata, duca di Nocera, quando andò sposa di lui. Fu di bel nuovo venduta per 117.808 ducati, in un con Montesilvano, Moscufo e Vicoli, a D. Alfonso Piccolomini d'Aragona conte di Celano: nel 1648 passò a Paolo Pinello e quindi ai Filioli che ne furono gli ultimi feudatari.
Fattasi a poco a poco una città ricca e popolosa e, tornata come più sopra è detto, per ì demeriti del conte, di Fiandra, al regio Demanio, Città Sant'Angelo ebbe privilegi non pocln dai reali di Napoli. Carlo II le assegnò un porto sul fiume Salino, Giovanna II le concesse, nel 1430, libera pesca dalla Torre di Corrano sino a Pescara; e Ferdinando, con ampio diploma del 1464, volle attestare ai posteri che l'avrebbe sempre conservata in Regio Demanio.
Memorabili nell'istoria di Città Sant'Angelo sono: l'assedio che sostenne nel 1(540 contro il celebre condottieri Piccinino; gli eventi del 1528 quando, in un con Penne e Campii, inalberò bandiera francese, ciò che cagionò molti guai alle due città finché per ultimo rappaciaronsi per opera di Nicolò vescovo di Penne come rilevasi dal pubblico strumento di pace e di concordia che conservasi nell'Archivio municipale.
Uomini illustri.— Vi nacque Gentile Colantonii detto di Leonessa, celebre capitano del secolo XV, comandante incapo dell'esercito veneziano contro lo Sforza e di cui, per cura del municipio di Città Sant'Angelo, fu pubblica®, non ha molto, una monografia scritta da Pascasio Martino Natale (Atri 1886). Se no neh è il prof. De Nino aveva antecedentemente pubblicata una monografia documentata sullo stesso personaggio nelle sue Bricciole letterarie. A Leonessa vi è il ritratto del Magnilico Gentile a cavallo, con una lunga iscrizione. Si chiamava Gentile da Leonessa. Del resto è una gara generosa a base di campanile. Quello che interessa è che fu abruzzese.
Coli, elett. Città S. Angelo — Diuc. Penne — PJ e T. locali, Str. ferr. a Montesilvano.
Castellammare Adriatico (10.000 ab.). — A pochi metri sul mare e a 12 chilometri da Città Sant'Angelo, con territorio in piano e ni colle, ferace principalmente d'olio e di vino. La parte nuova del paese trovasi lungo la spiaggia, a 3 chilometri di distanza, poco lungi dal punto di congiunzione della linea ferroviaria Ronia-Avezzauo-Solinona con la gran linea litorale adriatica. Prima di giungere a Castellammare la ferrovia costeggia una bassa serie di colline sparse di ville, che formano il Comune assai frequentato durante la stagione dei bagni. Come stazione balneare è una delle più frequentate delle spiaggia adriatiche. Fabbriche di liquirizia, di liquori, di mobili in legno ed m ferro, di paste alimentari ; tre fornaci sistema Iloffniann; tipografia, ecc.
Coli, elett. Città S. Angelo — Dioc. Penne P2, T., Str. ferr. e Scalo marittimo.
Elice (2000 ab.). — A 350 metri sul mare e a circa 9 chilometri da Città Sant' ingelo, sulla cima di un colle e in clima salubre, con territorio circoscritto a ovest ed a sud dal fiume l'ino e producente principalmente olio d'uliva. Nulla vi si conserva di antico fuorché una lapide che formava parte, in addietro, della chiesa parrocchiale restaurata da cima a fondo nel 1831.
Cenni storici. — Di Elice, della sua origino e della sue vicende tratta a lungo un elegante poemetto in esametri latini del Trabassi vissuto nella metà del secolo XVII,
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