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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Penilo
   •iur.
   Cenni storici. — Gli archeologi fanno menzione di un'antica città ad un trar di sasso da Moscufo, forte ai tempi dei Romani e distrutta poi da Siila e dai Barbari che invasero le provincia meridionali alla caduta dell' Impero. Ignoto è il nome di questa città i cui abitanti pare riparassero in un luogo più alto e meglio munito più dalla natura che dall'arte ed ivi costruissero un castello per ricoverarvisi e difen-dervisi in que' tempi calamitosi. La prima memoria di Moscufo è dell'anno 864; divenne un fendo del celebre monastero di Montecassino. Nel 1446 Alfonso di Aragona ne investì Francesco di Riccardo; nel 1461 Ferrante lo concesse all'Università di Civita di Chieti; il 15 ottobre del 1496 Federico lo vendè a Manfredino di Valenza e nell'anno 1522 fu venduto da Ferrante Castriotaad Alfonso Lucugnano; nel 1549 Giovanna Castriota lo recò in dote ad Alfonso Carafa duca di Nocera e nel 1597 fu venduto, in un con Montesilvano, Vicoli e Città Sant'Angelo, ad Alfonso Ficeolotnini per 117.800 ducati. Passò infine alla famiglia Filioli, duchi di Città Sant'Angelo.
   Coli, elett. Città S. Angelo — Dioc, Penne — P2 e T. locali, Str. ferr. a Montesilvano.
   Pìcciano (1322 ab.). — All'altezza di 160 metri sul livello del mare e a 5 chilometri a nord da Loreto Aprutiuo, su di un colle alla destra del Fino, con territorio fertile principalmente in olio, vino, frutta e granaglie. Vi si coltivano i gelsi e vi abbondano i pascoli. A nord del paese vi è la frazione di Piccianello.
   Cenni storici. — Fu già regia abbazia Nnllius. Anticamente il monastero di Santa Maria di Piccia no aveva molti privilegi che furono riconfermati da Federico II imperatore.
   Coli, elett. Città S. Angelo — Dioe. l'enne — P2 localo, T. a Loreto Aprutino, Str. ferr. a Montesilvano.
   Mandamento di PIANELLA (comprende 4 Comuni, popol. 17.275 ab.). — Territorio in colle e in piano, bagnato dal Pescara e dalla Nora, abbondante ili boschi e di pascoli. Suolo ferace principalmente d'olio e di vino.
   Pianella (6661 ab.). — Sorge a 220 metri sul mare e a 19 chilometri a scirocco da Penne, sopra una collina fra il 'l'avo e il Pescara. Fra i monumenti sacri di cui va superba Pianella, dacché i due famosi tempii antichi di Vesta e di Cerere furono trasformati in chiese cristiane, una dedicata a San Michele Arcangelo e l'altra a Santa Maria ad Nives, importantissima per la storia dell'arte è la basilica di Santa Maria Maggiore e San Michele Arcangelo. Nell'archivio Farnesiano si legge che, dal 331 al 340, sulle rovine di un tempio di Vesta fu innalzata una chiesa sontuosa a cinque navate, la quale, dedicata fin dalla fondazione all'Assunta, prese poi il nome di Santa Maria Maggiore extra moeniu. CoH'andar degli anni l'Italia venne in potere dei Longobardi divotissinii di San Michele Arcangelo a cui dedicarono chiese e statue ed è perciò da credere che, verso il secolo VII e Vili, la chiesa di Santa Maria Maggiore extra moeniu fosse posta sotto il patrocinio ili San Michele Arcangelo che ritenne poi nei secoli susseguenti. Ebbe privilegi non pochi dai papi e dai principi longobardi di Capua. Benedetto V la dichiarò Collegiata insigne e la serie de' suoi abati ebbe principio dal 1200 con un Roberto sino ad un Guglielmo de Cesare, frate di Montevergine nominato abate con Bolla pontificia nel 1857.
   Siede codesta chiesa di Sant'Angelo di Pianella, sopra un poggio agevole e riden-tissiino, poco prima di giungere al paese, dalla sinistra dell'Aterna. Delle sue cinque suddette navate maestose pili non avanzano che tre, terminate da crociera a cui rap-piccansi tre absidi. Tutta la chiesa andava ornata anticamente di freschi pregevoli vandalicamente obliterati nei restauri del 1826. Rimangono ad ogni modo alcuni dipinti nelle absidi e nelle pareti di diverso pennello e di secolo diverso, pregevoli e non senza interesse per l'istoria dell'arte. La chiesa, cadente per vetustà, fu restaurata nel 1856 dai cittadini di Pianella, come rilevasi da un'iscrizione. La facciata è semplicissima e in essa si alternano gli ornati in pietra e in mattoni. 11 campanile a fianco