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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Penilo
   •iur.
   tempo, ornata di bei fregi che corrono, a ino' di cornice, per tutta la sua lunghezza, mentre è terminata sino al sommo da un muro a pietre liscie ben levigate e riquadrate; ed ha quattro finestre, le prime due a sinistra divise da un sottil colonnino a bei capitelli che sorregge due archetti a sesto acuto e le altre di figura rettilinea binate ovvero divise da due colonnette. Bellissime le scolture simboliche che anuniransi in questa facciata e le tre croci, con fini e leggiadi i ornati, per indicare la consacrazione della basilica. Le colonne che reggono gli archi posano su leoni in atteggiamento maestoso di riposo e sui capitelli vedesi scolpito lo scettro abbaziale e sopra di esso i quattro simboli degli Evangelisti. I capitelli delle colonne che reggono l'arco mediano recano scolpite in piccole ligure le immagini dei dodici Apostoli e sopra di esse, in giro per la curva dell'arco, altre figure di santi e profeti. La severità e nell'istesso tempo la leggiadria delle linee e del disegno appagano lo sguardo che vi si riposa placidamente e producono un tutto artistico grandioso e singolare pieno di armonia, di arditezza, di grazia e di eleganza.
   I tre archi suddetti, che introducono nell'ampio vestibolo, fanno riscontro alle tre porte per le quali si pon piede nella basilica. Nelle due laterali vedesi a destra la immagine di San Michele e a sinistra la Vergine in orazione col Bambino. La porta centrale è la più importante pei meravigliosi ornati marmorei e le molteplici e ben disposte figure : vi si vede scolpita tutta la storia della fondazione della badia e della traslazione in essa delle ossa (li San Clemente con le figure, in quattro nicchie, di quattro personaggi reali incoronati, rappresentanti probabilmente i sovrani ed i principi protettori della badia. Come più sopra è detto, la basilica è ampia, maestosa, a tre navate, dipinta, forse sin dal tempo del precitato abate Leonate, maestrevolmente a fresco, con finestre sottili, ornate di vetri colorati. Non ha che un'abside e tre altari corrispondenti alle tre navate. L'aitar maggiore, in forma dì sarcofago cristiano, va ornato di un bel tabernacolo.
   Fra gli ornamenti della basilica che ancor rimangono comecché deteriorati, voglionsi annoverare l'ambone, il candelabro pel cero pasquale, ina sopratutto le porte di bronzo fuso, simili a quelle del duomo di Amalfi, della badia (li Montecassino, del santuario di monte Gargano, delle cattedrali di Salerno, Benevento, ecc. Queste porte di bronzo, fuse sotto l'abate Joele, sono divise in scompartimenti in ciascuno dei quali leggesi ii nome delle chiese e delle castella soggetti alla badia. Sfortunatamente l'incuria degli uomini e le ingiurie ilei tempo hanno ridotta a mal partito questa famosa basilica intorno alla quale scrissero il Bindi, che l'illustrò da par suo ed altri uomini insigni, quali: un Padre Tosti, un Renan, un De-Rossi, un De Reuniont, un Boito, un Winkelmann, ecc.
   Così stavano le cose fino a pochi anni addietro. Quindi l'edilìzio fu dichiarato monumento nazionale. Vi si sono eseguiti molti ristami, prima sotto la direzione del Genio civile di Teramo, poi sotto la guida dell'intelligente artista Pier Luigi Calora, che è anche ispettore degli scavi del mandamento di Torre dei Passeri, il quale ha iniziato anche un piccolo Musco di fianco al Podi tìzio monumentale. Il Calore ha altresì rettificato e chiarito parecchi punti controversi della storia della basilica. Le porte di bronzo, ricomposte con oggetti dispersi e ricuperati, fra cui alcune mattonelle acquistate e donate dal prof. De Nino al Ministero per tale uso, sono oggi garantite da una porta di legno che le fa da fodera. Insomma, chi rivede al presente la sontuosa basilica troverà l'opera degna di lode nei molti l'istauri, per quanto lo comportavano le precedenti suaccennate devastazioni.
   Famosissima è la Cronaca Casauriense compilata dal monaco Giovanni figliuolo di Berardo, per ordine dell'abate Leonate. Questo prezioso Codice miniato, che appartenne all'insigne cenobio, contiene la sua storia ed una collezione di istruinenti, diplomi, privilegi di antichi re francesi, d'imperatori, di pontefici, di principi e fu donato a
   39 — La l'atrio, voi. IV, parte 2*.