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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
ÌJ1-4 l'arte Quarta — Italia Meridionale
Il più antico signoro feudale del Molise o di Campobasso ricordato nell'istoria fu il conte Ugone che diede in moglie a Teobaldo di Baro la figliuola Clarizia assegnandole in dote quattro feudi, vale a dire Campobasso, Sepino, San Giovanni in Galdo e
Tappino. Qual che ne fosse la cagione, Guglielmo I, soprannominato il Malo, lo spogliò della contea di Molise, nella quale succedettero, un dopo l'altro, Riccardo di Mandra, Corrado Mosca in Cervello, Marcoaldo di Amenuder e Tommaso conte di Celano, la cui ribellione diede appicco a Federico I di annettere al R. Demanio un paese così vasto e potente. Ciò non di manco continuarono ad intitolarsi Conti di Molise coloro che ebbero d'allora in poi Campobasso in possesso. Tali furono certi Roberto, suo figlio Guglielmo, Riccardo Monforte e, fra' suoi discendenti, il precitato famoso Nicola, detto volgarmente il conte Cola, che si ribellò nel 1459 a Ferdinando I di Aragona e sposò le parti di Giovanni d'Angiò, duca di Calabria. Allora fu ch'egli innalzò sulla vetta soprastante a Campobasso un castello di forma quadrata con cortine e baluardi rotondi ai quattro angoli muniti intorno di muri difensivi per lo spazio di 800 passi e coniò anche monete d'argento e di rame, alcune delle quali rappresentano, da una parte, i ceppi e le manette di cui i sovrani di Francia incominciarono a far uso dopo la prigionia di Luigi IX, con la leggenda Nicolaus Comes e, nel Fig. 79. — Campobasso : Chiesa della Trinità. rovescio, una croce 0 la parola
Campobassi; altre monete recano impresso C. Principi da un lato e Clarientiae dall'altro. Vinto, nel 14G4, il duca Giovanni d'Angiò costretto a riparare in Francia, il Cola seguì la sua sorte.
Sotto Ferdinando II Campobasso fu dichiarata demaniale in perpetuo con balia d'inalberare bandiera con le regie insegne (pennone dalle penne in cima) al paro di ogni altra città del regno. Ma non andò guari che Angelo Monforte, figlio del Cola, ricuperò la grazia del re e tutti i feudi e Campobasso soggiacque di bel nuovo al