Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso', Gustavo Strafforello
Pagina (347/386) Pagina
Pagina (347/386)
La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Mandamenti e Comuni del Circondario di Campobasso
341
La città romana di Bovio mini, la quale par fosse situata nella suddetta pianura lungo la sponda del Bifeflo, fu distrutta quasi interamente da un terremoto nel secolo IX ed il suo sito è ora coperto da un terreno alluviale paludoso in cui furono scoperti ruderi antichi. La parte antica dell'odierno Bojano è in collina ed è probabile sorgesse lassù l'antica città sannitica. Teodoro Momnisen però, l'ultimo autore che investigò la topografia di quelle regioni, considera l'odierno Bojano qual sito soltanto del suddetto Bovianum undecumanorum e pone l'antica città sannitica di Bovianum Vetus a Pietrabbondante presso Agnone come abbiam visto, ove, nel 1858, furono scoperti gli avanzi di un teatro antichissimo.
Nel medioevo Bojano fu dato in dono da Rambahlo, duca di Benevento, ad Alzerò, duca di Bulgari. Devastato a più riprese dai Saraceni e poi distrutto da Federico II, fu rifabbricato nel 1221 dai suoi abitanti. In tempi a noi più vicini, fu un feudo di Afato de Pontenes, che l'ebbe da Carlo V o quindi delle famiglie Mustarola, Sanfrainondo, Arcus, Capuano, Pandone, Sanchez. Morabel, Lanoya, Cimaglia, Beltramo e Filomarini.
Orribili terremoti sconvolsero più volte Beviamo e il suo territorio. Quello dell'853 ne sprofondò una gran parte trasformandolo in lago il quale, divenne dopo alcuni secoli pianura che sterniesi ora davanti il paese solcata alla superficie da rivoli e seminata sotto di ruderi immersi ancora nell'acqua. Non meno funesto fu il terremoto del 3309 il quale secondo il Ciarlanti (Memoria del Sannio, pag. 410) adeguò al suolo Bojano rialzato alquanto per opera di Carlo II: e quello del 1450 per la caduta di una gran parte degli edilizi e pel prorompere di acque copiose le quali resero l'aria insalubre. In questo terremoto del 1456 rimasero uccisi 1300 abitanti. Bojano ebbe l'ultimo colpo dal terremoto tremendo del luglio 1805.
Uomini illustri. — Nell'antichità Bojano diede i natali a quel Numerio Decimo che prestò valido aiuto ai Romani nella guerra contro Annibale.
Coli, elett. e Dioc. Bojano — P2, T. e Str. ferr.
Campochiaro (1782 ab.). — Sorge a 664 metri d'altezza sul mare e a 5 chilometri a sud-est da Bojano, alle falde di uno sperone del monte Matese e all'orlo di estesa pianura detta Piana di Campochiaro, percorsa dal torrente Quirino, influente del Riferirò, Aria saluberrima e territorio esteso, assai fertile in granaglie, vino, olio, con pingui pascoli e bestiame numeroso.
Cenni storici. — Fu un feudo di Francesco Bandone, conte di Venafro, il quale
10 vendè nel 1451 per 2000 ducati ai Sanfrainondo. In seguito pervenne successivamente ai Gambacorta, ai Moinbello, ai Colonna, ai Melchiorri e ai Mormile. Anche i cavalieri di Malta vi ebbero una commenda.
Coli, elett, e Dioc. Bojano — P3 e Str. ferr. locali, T. a Bojano.
Guardiaregia (2312 ab.). — All'altezza di 733 metri sul mare e a 9 chilometri da Bojano, sul pendìo orientale di uno sperone del Matese e poco lungi dalla suindicata Piana di Campochiaro. Chiesa collegiata ed abbazia ben costruita. Il territorio abbonda di pingui pascoli e produce inoltre olio, vino, frutta e granaglie.
Cenni storici. — Nel secolo XVI fu un feudo di un Vincenzo Gellarulo il quale, nel 1573, lo vendè a Francesco di Gennaro. Il Connine sborsò quindi a costui 6000 ducati per ricomprarsi e dipendere direttamente dal 11. Demanio, il che gli fu confermato dopo quarantanni dal viceré duca d'Alcala mediante lo sborso di altri 12.000 ducati.
11 9 agosto 18Gi i briganti assalirono il paese ed incendiarono gli archivi municipali.
Coli, elett. e Dioc. Bojano — P®, T. e Str. ferr.
San Massimo (1518 ab.).— A 600 metri d'altezza sul mare e a 6 chilometri a ovest da Bojano, alle laide settentrionali del Matese, pressò le scaturigini del Biferno, in mezzo ad amene campagne producenti granaglie, vino, olio e frutta. La parte in'colta