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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ÌJ1-4
   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   La ut ree avviate alla conquista del reame di Napoli. Fu poi rovinato, come abbiain detto, dal terremoto memorabile del 20 luglio 1805. Fu un feudo in addietro delle famiglie Marchesono, Salernitano e Muscettola.
   Coli, elett. Hojano — Dioc. Trivento — P'J e T. locali, Str. ferr. a Hojano.
   Civitanova del Sanino (3500 ab.). — All'altezza di GGO metri sul mare e a 10 chilometri a nord da Frosolone, in una valletta presso la sponda destra del Trigno e in territorio fertilissimo principalmente di vino e foglia di gelso, con pascoli e bestiame.
   Cenni storici. — Secondo il Galanti, l'antica città sannitica Duronia doveva sorgere nel territorio di Civitanova ove dissotterraronsi, nel secolo scorso, lampade sepolcrali, scheletri, ruderi di fabbricati, iiloletti, monete ed altre antichità e se ne trae argomento dal fiumicello Durone, attinente del Trigno. Civitanova del Sannio fu in addietro un fendo di Andrea ila Eboli a cui lo diede in dono il re Alfonso ed appartenne in seguito ai D'Alessandro.
   Coli, elett. Isernia — Dioc. Trivento — Ta e T. locali, Str. ferr. a Sessano.
   Duronia (2299 ab.). — Sorge a 918 metri d'altezza sul mare e a 8 chilometri a nord da Frosolone. Prima chiamatasi Civitavecchia e le venne cambiato il nome nel 1875. Nel suo territorio scorre il fiumicello Durone, che ha l'origine nel monte di Frosolone e dopo breve corso scaricasi nel Trigno alquanto sotto Civitanova.
   Cenni storici. — Fu Duronia un'antica città del Sannio mentovata soltanto da Tito Livio, il quale ci dice clic fu presa dal console romano L. rapino nel 293 av. C., e, dalla quantità del bottino fatto e dal numero cospicuo degli abitanti messi a fil di spada, ei parrebbe che fosse una città ragguardevole. In Duronia trovansi i residui d'una città antica, ma di ciò non vi ha certezza e rimane sempre una semplice supposizioni che essa sia la Duronia ili cui parla Livio.
   Coli, elett. Bojano — Dioc. Trivento — P2 locale, T. a Bagnoli, Str. ferr. a Pescolanciano.
   Sant'Elena Sannita, già Cameli (1900 ab.). — Con decreto reale dell'ottobre 1897 il Colmine cambiò la propria denominazione in Sant'alena Sannita, in omaggio all'augusto matrimonio del Principe ereditario con la principessa Elena del Montenegro.
   Trovasi il paese all'altezza di 770 metri sul mare e a 4 chilometri a scirocco da Frosolone, con parecchie chiese, varie belle case e strade interne ben lastricate. Alcune opere pie, fabbriche ili coltelli e forbici. Il territorio è ferace principalmente in cereali e in vino, con pascoli e bestiame e boschi rigogliosi. Nel vestire delle donne esiste ancora il tradizionale costume dell'antico Sannio.
   Coli, elett. e Dioc. llojano — P3 e T. locali, Slr. ferr. a Cantalupo.
   Mandamento di VENAFRO (comprende 5 Comuni, popol. 13.151 ab.). Territorio nell'estremo sud-ovest del circondario, per gran parte in pianura attraversata dal Volturno, fertilissimo, con annosi uliveti, pascoli e bestiame numeroso.
   Venafro (4906 ab.). — Siede a 220 metri d'altezza sul livello del mare e a 22 chilometri a sud-ovest da Isernia, all'estremità ovfsf della pianura o valle del Volturno da cui dista circa 5 chilometri, sui bassi declivii del monte di Santa Croce (1023 m.) sopra il quale, a circa mezza altezza, giaciono le rovine di una torre antica. Alla base del monto sgorgano sorgenti copiose che formano il canale di San Bartolomeo, sca-ricantesi molto in basso nel Volturno, sotto Sesto Campano. Un'altra sorgente in vicinanza conserva il nome antico di Fons J'apiria, come ancora rimangono le Terme sulfuree venafrane, paragonate da Plinio alle acque d'Ischia: In Penarla insula calcu-losis mederi, et in Venafro ex fonte acidulo. 1 pendii dei colli sono sempre coperti di ulivi come ai tempi di Orazio. Le antichità di Venafro sono quasi tutte scomparse e le sole vestigia rimanenti sono alcuni ruderi appartenenti all'antico anfiteatro, piccoli residui di mura poligonali e numerose pietre con iscrizioni.