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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Mandamenti e Comuni del Circondano di Lamio 3157
La citta moderna, situata sotto il luogo dell'antica, ha una vetusta cattedrale con sede vescovile e in lontananza è pittoresca in sommo grado. 11 castello feudale della potente e rinomata nobile famiglia Caracciolo, situato in punto dominante, andava ornato in addietro dei ritratti a fresco dei cavalli della cui razza insuperbivano i Caracciolo; ma il castello ha ora perduto tutta la sua avita grandezza e inerita appena una visita. Curiose le iscrizioni che rammentano i personaggi ai quali erano regalati o venduti i cavalli; una di esse reca la data del 1524.
Una strada da Venafro a Cassino, a traverso il monte Sanibucaro, passa per Ceppagna e San Pietro in Fine (in provincia e circondario di Caserta) seguitando a un dipresso la linea di un ramo dell'antica via Latina, che coniluceva da Venafmm a Casinum. Passato Venafro la strada si fa piana. Al punto ove si approssima al Volturno, un ponte detto Ponte Reale., conduce alle R» Caccie di Venafro abbondanti di querele maestose e di animali selvatici.
Cenni storici. — Venafrum, nell'alta valle del Volturno, era l'ultima città della Campania verso il settentrione ed il suo territorio confinava a ovest con quello di Casinum (ora Cassino), compreso nel Lazio nel senso più esteso di questo nome e, a nord-est, con quello di Aesernia (ora Isernia) che faceva parte del Sanino. Stava su ili un colle sopra la valle del \ olturno, a breve distanza dalla sponda destra del fiume. Non trovasi nell'istoria menzione di Venafro prima della conquista romana di quella parte d'Italia ed è incerto a qual popolo appartenesse 111 origine, ma è probabile fosse caduto in potere dei Sanniti prima che questo popolo venisse alle prese con Roma.
Sotto il governo romano fu florida città municipale. Catone, lo scrittore più antico che ne faccia menzione, dice che vi si fabbricavano vanghe, tegole e cordami. In 1111 periodo posteriore era più rinomata pel suo olio d'uliva celebrato come il migliore (l'Italia e servito alle mense dei grandi di Roma sotto l'Impero.
L'unica occasione in cui Venafro fa la sua comparsa nell'istoria è durante la Guerra Sociale nell'ani» SS av. C. quando fu data, per tradimento, nelle mani del duce sannita Mario Fgnazio e due coorti romane, che ne Rumavano la guarnigione, furono passate a fi 1 ili spada. Cicerone allude più d'una volta alla grande fertilità del suo territorio, uno di quelli clic il tribuno Rufo propose, con la sua legge agraria, per la divisione fra i cittadini romani. Questo progetto andò a vuoto, ina sotto Augusto una colonia fu stabilita a Venafro e la città continuò quind'iiinanzi a portare il titolo di colonia che trovasi in Plinio e nelle iscrizioni. Queste ultime, che sono assai numerose, attestano la florida condizione di Venafro sotto l'Impero e furono pubblicate da Teodoro Moimiisen e dal P.Raffaele Carnicci (Venafro illustrata coli'aiuto delle lapidi antiche, Roma 1874). Sotto i Longobardi Venafro fu 1111 gastaldato ed ebbe poi i suoi conti, ultimi dei quali furono 1 precitati Caracciolo duchi della Miranda.
Uomini illustri. — Vi nacquero Antonio Giordano, che esercitò vani cospicui uffici pubblici e fn tolto dal Maccliiavelli ad esempio ili coloro che servono i tiranni; il giureconsulto Giovanni De Aniicis, autore lodato dell'opera intitolata Dei Consigli; Francesco De Aniicis, 11011 meno celebre giureconsulto; Nicandro losso, autore dell'(ìpuscolm de voluptate et dolore, de risii et fletu, de somnis et vigilia, de fame et de siti (Roma 1580), lavoro ricercato e commentato nel campo della filosofia e della fisiologia; Silvano da Venafro, che pubblicò (ediz. rarissima) un dotto Commentario sul Petrarca ; i celebri capitani G. B. Della Valle — noto scrittore dell'arte militare — Lucio Santabarbara ed Amico da Venafro, quest'ultimo ricordato dal Guerrazzi nel famoso Assedio di Firenze; Nicoli e Leopoldo Pilla, il primo medico e naturalista insigne, pubblicò opere originali sulla Generazione, sui Vulcani estinti, sulla Cosmologia, ecc.; il secondo illustre geologo, professore nell'Ateneo pisano, morto a Cintatone, capitanando la studiosa gioventù toscana nella gloriosa giornata del 29 maggio 1848.
Culi, elett. Isernia — Dioc. Venafro — l'2, T» e Str. ferr.