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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
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l'arte Quarta — Italia Meridionale
Cenni storici. — Nel luogo detto Rocchetta vuoisi sorgesse l'antica città fortificata di Ma ronca, ili cui parla Livio nella narrazione della seconda Guerra Punica, quando fu riconquistata da Marcello nel 210 av. C. Sulla vetta del monte vicino infatti veg-gonsi ancora i ruderi di una grande muraglia composta di grossi massi calcarei, la quale pare fosse la cinta della distrutta città.
Coli, elett. Palata — Dioc. Trivento — P® e T. locali, Str. ferr. a Larino.
Roccavivara (1768 ab.). — Sorge a 642 metri d'altezza sul mare e a 6 chilometri a sud-ovest da Montefalcone del Sannio, sul dorso di un monte, presso la sponda destra del Trigno, in aria salubre, con territorio in monte e in colline, coltivate a viti, ulivi, alberi da frutta, granaglie, legumi. Le parti alte sono vestite di boschi con pingui pascoli. Allevamento di numeroso bestiame, che costituisce la ricchezza principale del paese. Diverse opere pie.
Coli, elett. Palata — Dioc. Trivento — P2 e T. locali, Str. ferr. a Montavano.
San Felice Slavo (2434 ab.). — A 548 inetri d'altezza sul mare e a 6 chilometri a nord-est da Montefalcone del Sanino, non molto lungi dalla riva destra del Trigno, sopra un monte roccioso e qua e là franoso, con un bosco che abbraccia i colli Castello, Ragnavizza e Solfatara. Territorio montuoso ina fertile in granaglie, olio, vino, lino, con pascoli estesi e bestiame.
Acque minerali. — Sgorgano nel Comune tre sorgenti minerali, le quali versano complessivamente, nelle ventiquattro ore, 15.000 litri di acqua solfureo-jodurata, che si adopera in bevanda e per bagno.
Cenni storici. — Chiamasi San Felice Slavo perchè popolato ab antico da gente slava invitata dalla Dalmazia, dopo la famosa battaglia ili Cossovo, dal barone Pappa-coda di Larino, che possedeva molti feudi in quei luoghi, a venire a coltivare le sue terre. Vennero in cinquanta famiglie, le quali fondarono la frazione di Montemitro Slavo su di un erto colle presso il Trigno, la quale non era che un casolare campestre e a grado a grado si italianizzarono confondendosi coi primitivi abitanti.
Di questa fusione di razze trattò da pari suo il dotto slavofilo torinese Giovenale Vegezzi-Ruscalla a cui gli Italo-Slavi diedero in riconoscenza la cittadinanza. Ne scrisse anche Giovanni De Rubertis in certe sue Lettere sulle colonie slave nel Molisano, pubblicate we\Y Osservatore Dalmata (1856).
Coli, elett. Palata — Dioc. Termoli — P2 locale, Ti a Montefalcone, Str. ferr. a San Salvo.
Mandamento di PALATA (comprende 5 Comuni, popol. 14.813 ab.). — Territorio esteso dal Biferno al Trigno e insino al mare, montuoso in parte e copioso di pascoli ; la zona coltivata produce granaglie, olio e legumi. Vi nasce il fiumicello Sinarca, il quale raccoglie poi varii rivi nel mandamento di Guglionesi e metto in mare a poca distanza da Termoli.
Palata (3230 ab.). — Siede a 521 metri d'altezza sul mare e a 12 chilometri a nord-ovest da Larino, sopra una collina alle sorgenti del Sinarca, con fabbriche d'olio e di tessuti di lana. Scorgonsi nei suoi dintorni residui di monumenti attestanti che i fondatori del paese furono Schiavoni o Slavi, come rilevasi anche da un'antica iscrizione latina sull'architrave della chiesa e negli scavi eseguiti si rinvennero eziandio monete d'argento. Oltre di ciò sorgono ancora presso il Biferno due torri antiche contro i Barbareschi, nei cui sotterranei si rinvennero mucchi d'ossa, vasi lacrimatorii, armi antiche, ecc.
Cenni storici. — Poco dopo la metà del secolo XV Palata era un feudo di Giacomo Orsini: ma il viceré Orango la volle divisa con Jodaco de Isacar. Trascorso un secolo fu dei Brancamonti, dai quali passò in possesso alla famiglia spaglinola Azlor di Villahermosa col titolo di ducato.