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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Sicilia
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   e lo sellato argilloso. 11 granilo ed il calcare cristallino non vi si trovano che accidentalmente e subordinatamente e non formano alcuna montagna. Il nord-est dell'isola, i monti Peloritani e la costa sette ntrionale fino al capo Calava appartengono alla formazione primitiva e compongonsi di rocce cristalline, su cui riposano immediatamente, al basso, formazioni terziarie. Ed è colà che si riconosce chiaramente comò la Sicilia fosse anticamente connessa alla penisola italica. Di qua come di là del canale o stretto di Messina domina lo gneis, accanto a cui appariscono, solamente sopra uno spazio ristretto, un granito a grana fine, lo schisto micaceo, il calcare saccaroide e la pegmatite. Di granito fino o di gneis è costituito il celebre scoglio di Scilla, che vedesi dal capo Faro, non che la penisola di Milazzo ; è un bel saggio di puro gneis l'Antennamare, la più alta montagna della catena Pelorìtana; a Fiumedinisi osservasi lo schisto micaceo ; forma l'orlo meridionale dei monti Peloridi, i capi Ali e di Sant'Alessio, e l'Aspromonte in Calabria lo schisto argilloso.
   Il calcareo secondario, che occupa tutta la parte nord di Sicilia e che compone le montagne della costa settentrionale, con le loro ramificazioni fino al monte San Giuliano e al monte San Calogero presso Sciacca, comincia dalla formazione dello schisto argilloso di Sant'Alessio e dal Comune di Forza, si dirige verso ponente, spesso alternandosi con le arenarie terziarie fra' boschi di Caronia, forma la massa delle Madonie e la lumachella di Cefalù, passa per la montagna di Termini, per i monti che cingono l'agro palermitano (Catalfano, Bagli cria, Grifone. Falcone, Monreale, Caputo, Cuccio, Gallo, Pellegrino), di Alcamo, Inici, Baido e termina in San Giuliano. Scendono da questa catena vari rami che sono diretti a mezzogiorno : il primo dalle Madonie passa per Gangi e monte Artesino, ricompare ai fianchi di Nicosia e poscia a Scalpello, monte ludica e Rammacca; il secondo dalla montagna di Caltavuturo va a quelle di Sclafani e Busambra. Dalla montagna di Termini e da Montecuccio segue il calcaieo secondario verso Corleone, Bisacquino ed il monte Genuardo, donde si rivolge per C-astronuovo sino a Cam inarata, mentre per un altro braccio va a formare il monte San Calogero di Sciacca.
   Il terreno terziario abbraccia la più parte delle formazioni telluriche dell'isola. Età più esteso il calcareo di varie epoche, vien poi l'arenaria, finalmente l'argilla e la marna. Il centro della Sicilia è tutto di formazione terziaria. Nelle montagne presso Pietraperzia, Mazzarino ed Aidone; in Gibil-gabib presso Caltanissetta; nella catena Iblea, in vai di Noto, si osservano i vari! piani del calcareo terziario. Il territorio di Piazza e di Aidone, gran parte di quello di Caltanissetta, Castrogiovanni, Valguarnera-Caropepe e Leonforte sino alla montagna di ludica sono formati da arenarie. Le montagne di San Giuliano presso Caltanissetta e le non lontane di Sambucina e Capodarso appartengono a questa formazione.
   Nella formazione dell'argilla e della marna si contiene i) gesso e lo zolfo, come nelle montagne di Centuripe, Villarosa, Serradifalco, Sancataldo e Sutera.
   I terreni alluvionali quaternari! risiedono sempre nel fondo delle valli e forniscono le pianure a' piè delle montagne e delle colline, donde è derivato tutto il materiale di che sono composti, Stanno a saggio di essi la suddetta famosa pianura di Catania e quelle di Terranova e Licata,
   Hanno grande importanza in Sicilia i terreni vulcanici, l'Etna può dirsi un aggregato di vulcani che formano un'immensa montagna, tutta opera e lavoro
   3 — i,a Patria, voi. V,