Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Sicilia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (27/721)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (27/721)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Sicilia
   19
   La fauna fossile della Sicilia (ad esempio la grande quantità di avanzi di pachidermi di San Ciro) e i grandi pianori sottomarini porgono testimonianza di un 'aulica congiunzione dell'isola coli' Africa, esistente ancora nell'epoca post-terziaria.
   Da Marsala al capo Bou presso Tunisi stencìesi oggi ancora un ponte soltomarino lungo 120 chilometri, dacché il fondo traversabile non è che un breve tratto di un po' più di 200 metri. La Sicilia è dunque, per così dire, una gran pila rimasta in piedi di questo gran ponte terrestre sommerso da lungo, ma che va del continuo lentamente risollevandosi.
   Che la Sicilia fosse anticamente congiunta anche coll'cslreniìtà meridionali d'Italia è dimostralo, come abbiamo visto, dalla struttura dei monti dello stretto di Messina (granilo, gneis, scisto antico) simile a quella delle vette di Aspromonte, ecc. (1).
   X — Fossili in Sicilia.
   Non v'ha forse parte d'Luropa — dice il principe dei geologi, sir Carlo Lyell (2) — in cui le formazioni neo-plioceniche entrino sì largamente nella struttura della crosta della terra o salgano a tanta altezza dal livello del mare come in Sicilia. Esse coprono quasi la metà dell'isola e presso Caslrogiovanni raggiungono un'altezza di oltre 900 metri. Consistono principalmente di due divisioni : la superiore calcarea e l'inferiore argillosa, e ambedue si possono vedere a Siracusa, Girgenli e Caslrogiovanni.
   Secondo Philipp!, a cui andiam debitori della miglior relazione sulle conchiglie terziarie della Sicilia, 35 specie delle 121 scavate nei letti del centro dell'isola sono ora estinte.
   Nello strato superiore, o calcareo, i fossili rinvengonsi in ogni grado di conservazione, dalle conchiglie che contengono ancora porzione della loro materia animale e il loro colore a quelle che sono ridotte alla parte minerale.
   Fra le altre conchiglie fossili trovale negli strati siciliani che continuano ad abbondare nel Mediterraneo ninna è più cospicua per la sua grandezza e frequenza del Peclen jacoboeus, ora così comune nei mari adiacenti. Noi troviamo codesta conchiglia in gran numero nei letti calcarei a Palermo, negli argillosi a Girgenti ed in quelli che a Ite ni ansi con le rocce vulcaniche nella regione fra Siracusa e Yizzini, spesso a grandi altezze dal mare.
   Più si riflette sul numero preponderante di codeste conchiglie recenti, più si rimane sorpresi della grande spessezza ed altitudine sul mare delle masse rocciose in cui sono sotterrate e dell'immenso cambiamento geografico avvenuto dopo la loro origine. Vuoisi osservare che, prima che cominciassero ad emergere gli strati soprastanti dell'intiero deposito, questi dovettero esser depositati sott'acqua. Per formarci perciò un giusto concetto della loro antichità noi dobbiamo esaminare in
   (I) —E maravigliosa a vedersi quella fila di caverne, che a centinaia forano, precisamente al pelo dell'acqua, la parete calcarea che fiancheggia il mare fra Catania e Siracusa. Altre centinaia di caverne internate nell'isola e allineate al piede di certi enormi scaglioni, composti della stessa roccia, indicano i diversi periodi del recente sollevamento della Sicilia, corrispondendo ad ogni alzata uno scaglione a picco, che fu a suo tempo costiera del mare percossa e forata dalle onde — (Antonio Stoppasi, Il Bel Paese, pag. 5SG).
   Elementi of Geology, p. 191,