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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Sicilia
   23
   I o sponde delPAnapo son fiancheggiale di paduli che le resero sempre insalubri, e le febbri e le pestilenze generate da esse riuscirono disastrose agli Ateniesi e più ai Cartaginesi durante i varii assedii di Siracusa; ma sopra codesti paduli la valle in cui scorre 1 Anapo è di una bellezza straordinaria e le sue acque sono limpide in sommo grado e profonde. Un tempo era navigabile, ora non più per le sabbie ed i giunchi che l'ostruiscono.
   4. Abisso o (Atellaro), in vai di Noto, piglia origine al colle Giarralana presso Palazzolo Acreide e, dopo un breve corso, precipita in una voragine od abisso, donde il suo nome. Volge poi a sud indi a est e scaricasi nello Jonio presso capo Pass aro, 3 chilometri a sud da Noto dopo un corso di 27 chilometri e dopo ricevuti molle cave od influenti.
   Nei mare d'Africa o di Sicilia: 1. Fiume Salso od Imera meridionale, uno dei più ragguardevoli della Sicilia, si compone di due rami: uno sorge dal S. Salvatore, ove ha origine il fiume Grande od Imera settentrionale, il quale sbocca nel mar Tirreno: questo ramo è anche detto fiume d, Petralia; l'altro è detto fiume di Gangi, dalla citta omonima; sol dopo la congiunzione di questi due rami piglia il nome di Salso per esser pregno di salsedine. E impossibile dire quale dei due rami fosse considerato dagli antichi come il vero Imera.
   II Salso, o l'Imera che dir si voglia, ha un corso di 144 chilometri m un bacino di 19S0 chilometri quadrati ed entra in mare a Licata dopo aver bagnato le provincie di Palermo, Caltanissetta e Girgenli.
   Storicamente rimerà meridionale va rinomala per la grande battaglia combattuta svilii sue sponde fra Agatocle e i Cartaginesi e nella quale questi ultimi riportarono una completa vittoria nel 311 av. C. (Dio»., xix, 107-110). La scena di codesta battaglia fu a breve distanza dalla foce del fiume e i Cartaginesi occupavano il colle d'Ecnomo, mentre Agatocle accampava sulla sponda sinistra.
   In un periodo assai anteriore, nel 446 av. CM l'Imera fu testimone di una sconfitta degli Agrigentini pei Siracusani (Diod., xii, 8); e nella seconda guerra punica (212 av. C.) esso divenne la scena di tre combattimenti fra Marcello e i Cartaginesi; ne' primi due, questi ultimi, comandati da Muttines, vinsero; ma,rimasti al comando Annone ed Epicide di Siracusa, furono sconfitti e costretti a ricoverarsi entro le mura d'Agrigento (Liv., xxv, 40, 41). In virtù del trattato conchiuso con Cartagine da -Tero-niino di Siracusa fu convenuto dì divider l'intiera Sicilia fra le due potenze in guisa che il fiume Imera avesse ad essere il confine dei loro rispettivi dominii (Polib., Vii, 4; Liv., xxiv, 6). ila codesto assetto non fu mai messo in atto. Tolomeo (ni, § 7) pone correttamente la foce dell'Imera meridionale a est dell'emporio d'Agrigento. Una iscrizione greca riferita da Torreinuzza, contenente una dedica, deve forse riferirsi, per essere stata rinvenuta a Caltanissetta, allo Imera meridionale (1).
   2. Il Platani (anticamente Ltkos od Halykos) sorge dal monte Ficuzza presso Santo Stefano Quisquina a 700 metri d'altezza, scorre tortuoso a libeccio, passa tra il piede del monte Pisana e Cattolica e va a metter foce a nord del capo Bianco nel mare d'Africa o di Sicilia, dopo un corso di 110 chilometri in un bacino di 1717 chilometri quadrati. S'ingrossa di 3 influenti principali a destra e 7 a sinistra.
   (1) Vedi Castell., Inscr. SiciJ., pag.