e» Parte Quinta —
Italia Insulare
Proseguendo il cammino cominciansi a vedere monte San Dea (1082 m.), monte lììvazzì (11GG m.), monte Monfrè (1456 m.), monte Grosso (1380 ni.) e monte Capriolo (1528 m.). È questo il teatro della breve eruzione del marzo 1883, i cui piccoli crateri e la poca lava eruttata si possono osservare passando, come si può vedere il corso assa, più vasto della lava del 18 e 19 maggio del 1886, la quale, dopo una distesa di molti chilometri, minacciò d'investir l'abitato di Nicolosi, e si arrestò forlunatamente a qualche centinaio di metri dal paese.
Si arriva quindi alla Casa del Bosco (1438 ni.), la quale serve di abitazione ai guardiani delle possessioni del duca di Forraridina e giace al principio di un vasto querceto che giungeva in addietro sino alla base della Montagnola e che è ora ridotto a poche quercic e ad una quantità di giovani castagni. Dopo un buon tratto di strada che rasenta crateri estinti, s'incontra a sinistra uria grotta bassa detta la Grotta delle Capre, che sino a 70 anni addietro era l'unico ricovero dei viaggiatori; si passa vicino ai monti Seiara (1G20 m.) e Vitturi (1772 m.), e, lasciando a sinistra il monte Mero dei Zappini (1778 m.), si giunge alla base della Montagnola (2812 ni.), quell'erto cono che da Catania par messo davanti al cratere.
La via è qui molto alpestre e il terreno coperto soltanto dai cespugli dell'ytónffl galus siculus, detto volgarmente spino santo. Varcata appena la Timpa del Barile si comincia a traversare un vasto altipiano tutto uniformemente sparso di grossa arena vulcanica, detto il Piano del Logo. In fondo ad esso sì scorge l'Osservatorio Etneo (fìg. G). Esso sorge attaccato alla Casa Etnea, conosciuta col nome di Casa degli Inglesi, perchè, mercè le cure dell'illustre Mario Gemmellaro. fu costruita nel 1811 con denaro in parte raccolto tra gli ufficiali inglesi che in quel tempo trovavansi di guarnigione in Messina. Essa si è conservata contro le ingiurie del tempo grazie alla famiglia Gemmellaro od oggi alla sezione di Catania del Club Alpino Italiano che la custodisce e la tiene fornita di alcune cose indispensabili.
La fondazione dell'Osservatorio è dovuta al Governo italiano col concorso della Provincia e del Comune di Catania. Il fabbricato si compone di varie stanze al primo piano ed altrettante al secondo, con al centro una vasta cupola girante, ed è intieramente compito. Ora esso è stato fornito degli arredi e degli strumenti necessari e serve per le osservazioni astronomiche e meteorologiche, che a quella altezza e con quel cielo d'eccezionale trasparenza son fatte assai vantaggiosamenle.
L'arrivo alla Casa Etnea suol essere sempre prima del tramonto del sole, in modo che si può osservare questo spettacolo avanti di andar a dormire e preparare le forze per l'ascensione del gran cono che sì fa verso le 3 antimeridiane.
Di costa alla Casa Etnea vi ha una lava di non molta estensione, ma aspris-sima, dalla quale, traversandola, si riesce a pie' del gran cono, sparso tutto d'arena e che precipita come a picco.
La via è ripidissima ed estremamente faticosa, dovendo il viaggiatore fissare iì piede sopra sciolti materiali vulcanici che cedono al peso di ogni passo. Dopo un'ora e mezzo si giunge alla vasta cinta che forma il cratere.
È impossibile imaginare uno spettacolo che agguagli la bellezza e la maestà di quello offerto dai tre mari Jonio, Africano e Tirreno, i quali, con le loro onde più azzurre del cielo, circondano il vasto triangolo delle montagne siculo, sparse di città e di fortezze. Aggiungi la Calabria con i suoi Apcnnini, le isole Eolie, i monti di