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Parte Quinta — Italia Insulare
della benemerita Accademia Catanese, come di sopra narrammo. Ma dopo le suddette registrate dall'Aiessi furonvi ancora altre eruzioni : quella del marzo 1833, la quale non produsse che una piccola corrente di lava ; quella del 1838, del 184-2 e più forte ancora nel 1843 (17 novembre seg. ); la tremenda dal 20 agosto al 4- settembre 1852, che minacciò Zaffarana e formò il monte Centenaro e la celebre cascata di lava, detta Salto della giumenta, nella valle del Bove ; quelle del 1° febbraio 1865, del 29-30 agosto 1874, del 26 maggio sino al 6 giugno 1879, in cui emerse il nuovo cono a 2450 metri dal livello del mare, a cui fu dato il nome di monte Umberto-Margherita ; del marzo 1883 e quella finalmente già ricordata del 1886, di cui tocchorem qui due parole.
Già sin dal 1885 lo case e lo chiese di Nicolosi erano state danneggiate da scosse violenti, finche il 18 maggio del 1886 si squarciò improvvisamente con orrendo boato il cratere supremo vomitando ceneri e massi roventi. Da sette bocche in catena da nord-est a sud-ovest, appiè del monte Grosso, si formò un nuovo cratere, il monte Gemmellaro, che raggiunse in quattro giorni un'altezza di 150 metri, con una base di 1 chilometro ; la corrente delle lave infocato si appressò a soli 300 metri di distanza alle prime case di Nicolosi, già sgomberate dagli abitanti atterriti ed oranti con a capo l'arcivescovo di Catania e il suo cloro. Il professore Orazio Silvestri, nel suo precitato Viaggio alVEtna, calcola la massa della lava eruttata a 66,000,000 di metri cubi e la perdita del terreno coltivato per '/3 a 453 ettari.
Tal si è l'istoria dell'Etna, il vulcano dell'antica mitologia e della moderna scienza. — Un giorno, dice il sempre compianto Stoppani, esso elio vita ai miti tenebrosi e spaventevoli di Plutone, di Proscrpina, di Vulcano, dei Giganti o dei Ciclopi. Ora la scienza va a studiarvi le leggi dell'interna attività del globo, di cui è una delle più antiche, delle più diuturne, delle più potenti manifestazioni — (1).
XXVIII. — Cenni storici sulla Sicilia.
compendio storico.
Av. C. 735-212. I Greci. — Dalla fondazione di Nasso per Tcocle sino alla caduta di Siracusa quando la Sicilia divenne por intero una provincia romana. Questo periodo comprende quanto v'ha di più glorioso e importante nell'istoria della Sicilia : la fondazione delle sue città principali la costruzione de' suoi tempii; la distruzione compiuta della spedizione ateniese a Siracusa; la prima e seconda Guerra Punica e l'invasione dell'isola pei Romani. Av. G. 210. — Di G. 440. I limmini. — Scipione Africano restituisce i capi d'arte trasportati a Cartagine; Augusto, San Paolo e Adriano (che salì sull Etna) vengono in Sicilia. I Vandali ne cacciano i Romani.
Di C. 440-535. 1 Vandali e i Goti. — I Vandali cedono l'isola ai Goti e Belisario l'annette allo
Impero Orientale. Di C. 535-827 (-902). L'Impero Orientale.
Di C. 827 (-902), 1057 (-1091). I Saraceni. — S'insignoriscono dell'isola e sono esimisi alla lor volta dai Normanni.
(1) Delle tante pubblicazioni intorno all'Etna la migliore è il Viaggio all'Etna del prof. Orazio Silvestri, direttore dell'Osservatorio Etneo, ora defunto ; e la miglior pianta dell'Etna è quella disegnata (e che pubblichiamo) dal barone Sartorius von Walteiisiiausen {Atlas voti J£lna, 1848-59). Dai manoscritti lasciati dal defunto barone, che dimorò per tanto tempo sull'Etna per bene studiarlo, fu compilata la seguente opera pregevolissima : DerJEtna nach der Monuscripten (Ics verstor-benen lì. Sartorius «•>» Wam'ershausen keraicigegeben und vollendt von A. von Lasaulx (Lipsia ISSO, 2 volumi).