Sicilia
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Di tutti costoro Oleandro par fosse il più abile e pittasse i fondamenti di una potenza che abilitò suo fratello e successore Ippocrale ad estendere il proprio dominio sopra una gran parte dell'isola,
Callipolis, Leontini, Nasso, Zancle caddero successivamente sotto le armi di lppo-crate, e la stessa Siracusa scampò alla soggezione per intervento dei Corinzii (Enon., v® 151), ma dovette cedere Camarrina. Ma quel che non potò Ippocrate fu compiuto da Gelone, che gli succede qual despota a Gela, e, coll'hiterporsi nei dissidi! civili dei Siracusani, riuscì da ultimo ad impadronirsi anche della loro città nel 4-S5 av. G. D'allora In poi Gelone neglesse il suo governo primitivo di Gela e diresse tutti i suoi sforzi all'ingrandimento del suo nuovo acquisto. Egli distrusse, come abbiala detto, Camarrina trasportandone tutti gli abitanti a Siracusa, in un con una gran parte di quelli della stessa Gela e tutti i principali cittadini di Megara Iblea e di Eubea (Etioa., vu, 156).
Siracusa fu per tal modo innalzata al grado di prima città della Sicilia, grado che conservò poi per molti secoli. Pochi anni prima (verso ÌI 4SS av. G.) Terone erasi impadronito della sovranità in Agrigento ed aveva esteso successivamente il proprio dominio anche sopra Imeni donde aveva espulso, verso il 4SI av. C., Terillo. In quel turno anche Anassilao, despota di Lìhcghun dall'altra parte dello Stretto, aveva posto piede in Sicilia ove s'insignorì di Zancle a cui era stato dato il nome di Mesmna o Messina che ritenne poi sempre. Tutti tic questi despoti par fossero uomini abili ed illuminati e le città sotto d loro governo immediato fecero, a quel che sembra, grandi progressi così in potenza come in prosperità.
Gelone segnatamente possedeva senza alcun dubbio in quel periodo tale una potenza dì cui niun altro Stato greco poteva vantar l'uguale come fu bastantemente chiarito dall'ambasciata inviatagli da Sparta e da Atene per invocare il suo aiuto contro la minacciata invasione di Serse (Erou., sii, 145, 157). Ma la sua attenzione fu attratta da un pericolo più immediato. Terillo, il despota espulso d'imera, aveva impetrato l'aiuto dei Cartaginesi i quali inviarono in suo aiuto una squadra ed un esercito poderoso sotto il comando di un generale di nome Amilcare, il quale pose l'assedio ad hnera nel 4-80 av. G.
Terone però potò mantenersi in possesso di codesta città sino all'arrivo di Gelone con un esercito di 50,000 fanti e 5000 cavalli (?) coi quali, comecché assai inferiore alle forze cartaginesi, assalì e sconfisse pienamente l'esercito di Amilcare. Questa grande vittoria, contemporanea alla famosa battaglia di Salamina, innalzò all'apice della gloria Gelone il quale divenne non meno celebre fra i Greci siciliani degli eroi vincitori a Salamina e a Platea presso i loro fratelli continentali. 11 gran numero di prigionieri fatti ad lmera e distribuiti quali schiavi fra le città della Sicilia accrebbe grandemente la loro potenza e ricchezza e molte di esse ne approfittarono per compiere grandi opere pubbliche che continuarono ad abbellirle sino ad un periodo assai posteriore (Diod., xi, 25).
Gelone non sopravvisse lungo tempo alla sua grande vittoria d'imcra. ma trasmise intatto il suo potere al fratello .Jerone. 11 quale, sebbene inferiore di gran lunga per carattere a Gelone, gli fu però superiore in potenza per certi rispetti: e la grande vittoria navale onde liberò i Cumani in Italia dagli assalti dei Cartaginesi e dei Tirreni (verso il 474 av. G.) gli procacciò una riputazione ben meritata in tutto il inondo greco.
Nel l'i stesso tempo il governo di Jerone fu estremamente oppressivo per le città calcidiche della Sicilia di cui infranse il potere, sloggiando tutti i cittadini di Nasso e di Catania, ch'egli costrinse a por dimora in Leontini, e ripopolando Catania con un gran numero di nuovi abitanti, nell'istesso tempo ch'ei cambiava il suo nome in quello d'Etna dal nome del vicino vulcano.