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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

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a cura di Federico Adamoli

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   Sicilia
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   Le grida di guerra nazionale contro gli stranieri suonavano per tutta Italia, ed il Governo borbonico dovette cedere al tempo e spedire un corpo di truppe nel Veneto per combattere gli Austriaci- Ma, pentito poscia, colse il pretesto di qualche renitenza dei deputati raccolti in Napoli per effettuare il suo colpo di Stato del 15 maggio 1848, e richiamò le truppe che avevano fatto sosta in Bologna per proseguire nel Veneto. I Siciliani non si sbigottirono della reazione borbonica, ed emancipandosi da Napoli, proclamarono re dell'isola, nel dì 10 luglio 1848, il duca di Genova Ferdinando Maria, che non volle ad alcun patto accettare la corona, ila doveva durare ben poco la siciliana emancipazione, dacché re Ferdinando II, profittando della vittoria sui suoi oppositori e della quiete ristabilita in tutte le provincie continentali, approntò una nuova spedizione militare contro la Sicilia. Messina fu espugnata Ili settembre, dopo parecchi giorni di lotta, interrotta da un armistizio proposto dai gabinetti francese ed inglese, che giovò alla repressione ed alla instaurazione borbonica in marzo del 1819. 1 Siciliani affidarono, per ultimo e disperato tentativo, il comando supremo delle loro male ordinate milizie al polacco Mierosiawsky, capitano di ventura, il cui nome sventuratamente suona dovunque sconfitta. Le forze del re erano di gran lunga preponderanti a quelle dei Siciliani, e per il numero e per il militare organamento, e quindi fu facile ai soldati borbonic i soggiogare in poche settimane la intera bicilia. Catania fu presa la prima dopo un'eroica resistenza: si arrese seconda Siracusa al regio esercito, e terza a cedere fu Palermo, il & aprile 1849. Da quel tempo al 1859 i Siciliani si agitarono più o meno, e sempre indarno; e l'ardimento e l'amore di patria furono spenti nel sangue, testimone l'infortunato barone Benti-vegiia nel 1856. Procedettero poscia più cauti, cospirando in secreto, pronti a brandir le armi al primo squillo di tromba guerriera In Italia. Passarono quindi senza imprudenti sommosse e tempestosi tumulti gli anni 1857 e 1858 per la Sicilia, in cui andavano ordinando le forze popolari alle patrie battaglie i più disinteressati e valorosi tra gli esuli siciliani, come h'iso, Rosolino Pilo, Corrao, ecc. Ne tardò a spuntare l'anno 1859 colla sospirata ed acclamata guerra italo-franca contro i dominatori austriaci del Lombardo-Veneto. Alla ripercussione lontana de' bellici suoni ammalò re Ferdinando II, prima delle strepitose battaglie di Magènta e San Martino, per cui si innovò la faccia delle italiche terre, e morì col presentimento di lutti e guai nella sua casa, il dì 22 maggio 1859. In Sicilia non osarono gli agitatori dar di piglio alle armi ed insorgere, e solo si scossero ai cupi rintocchi della campana della Gamia nell'aprile del 1860, nunzii della discesa nell'isola di Garibaldi coi suoi Mille, che sbarcarono a Marsala I'il maggio. I Siciliani sacrificando ogni tradizione ed interesse locale, applaudirono al primo decreto che fu emanato in nome di Vittorio Emanuele II re d'Italia (14 rnaggio-Salenii), pugnarono alacremente a Milazzo, Barcellona, Palermo e vinsero, e di fronte alle rovine dei governi dispotici d'Italia, votarono con entusiasmo la loro unione polìtica al resto degli Italiani, e cantarono un inno alla libertà che avevano vagheggiata e che mai avevali accolti sotto le sue ali. —
   Da questo punto la storia di Sicilia si confonde con quella della gran patria italiana.
   XXIX. — Serie cronologica dei conti e dei re di Sicilia.
   Buggero, conte di Sicilia................1072 al 1101
   Buggero II ... ..................1101
   s'impadronisce della Puglia.............ti27
   re di Sicilia e di Puglia col nome di Ruggero I......1130 „ 1154
   Guglielmo I il Malo . . ................1154 B 1166
   Guglielmo lì il Buono.................1166 „ 1189