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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   G20
   Parte Quinta — Ilalia Insulare
   Modernamente fu costruito a sud un nuovo braccio di porto, atto a ricevere grossi bastimenti mercantili della porlata di 300 tonnellate, ed anche bastimenti da guerra; con esso sorse isolato in mezzo alle acque, ad un chilometro dalla spiaggia e per opera dell'inglese Woodhouse (fabbricante di vini in Marsala) una specie di molo, al quale andò più tardi a congiungersi il vasto braccio costruito a spese del Comune e perfezionato poi dal Governo. L'accesso al porto è diffìcile per le scogliere subacquee, e bisogna conoscere bene i canali liberi.
   Nella villetta di porta Nuova, un busto di Garibaldi rammemora com'egli sbarcasse qui NI maggio 18G0 coi suoi Mille e incominciasse a Marsala la sua marcia vittoriosa e trionfale a traverso la Sicilia e il Napoletano. Il 19 luglio 1893 il Municipio di Marsala innalzò al punto dello sbarco dei Mille al molo una colonna commemorativa di granito egizio con in cima un genio alato in bronzo rappresentante il Genio della libertà.
   Alcuni chilometri a nord, tutta la regione è occupata dai vigneti e dagli orti.
   Ginnasio, Accademia di scienze e lettere, Biblioteca pubblica, l'Ospizio comunale di mendicità, la Casa della Provvidenza, ecc., molte Società cooperative, parecchi circoli e casini, banche, molti vice-consoli, armatori, commissionari, spedizionieri principalmente di vini. Fabbriche di acque gassose, di botti, di calce, cera, paste alimentari, polveri piriche, saponi; tipografi, fotografi, ecc., ecc.
   La maggiore industria di Marsala consiste nella fabbricazione dei suoi famosi vini che si esportano dai negozianti inglesi, da Florio e da industrianti locali.
   Il primo ad introdurre in Marsala l'industria della fabbricazione del vino fu l'inglese Giovanni Woodhouse verso il 1773. Egli seppe iniziare e portare un florido incremento al commercio dei vini, sì che dopo un trentennio, la fortuna del suo stabilimento enologico fu completamente assicurata; lanto più che le commissioni gli pervenivano anche dalle squadre della Gran Bretagna allora stanziate in Malta ed in Sicilia comandate da Lord Nelson e da Lord Keith.
   Nello stabilimento Woodhouse si conserva tuttora un contratto tra il Nelson e il Woodhouse in cui quest'ultimo si obbliga a provvedere 500 botti di vino Marsala (ettolitri 2080). L'ultimo paragrafo è di proprio pugno di Lord Nelson.
   Tra gli stabilimenti enologici, o Bagli, i principali sono quelli d'Ingham, Woodhouse e Florio. Ogni Baglio è una piccola città in sè, un edilizio vastissimo, con recinto quadrato, torri agli angoli ed alti fumaioli. Tutto vi si fabbrica dentro, compreso il vino che si acquista nel circondario e si manipola coll'aggiunta di spirito o di rhum dibattuti insieme al vino, sì eli' esso arriva sino a 22 alcoolici per le spedizioni in Inghilterra. Se ne trovano alle volte in pronto ben 70,000 botti di cui la metà esportasi annualmente. Codesti stabilimenti sono tenuti nel massimo buon ordine e meritano di essere visitati. Quello del predetto signor Woodhouse contiene un piccolo cimitero in cui venivano seppelliti tutti gli inglesi che morivano nella colonia; ma ultimamente fu costruito un nuovo camposanto.
   Cenni storici. Del promontorio di Lilibeo, ora capo Boeo, abbiamo discorso abbastanza più sopra; Diodoro ne dice chiaramente che sopra di esso non sorgeva alcuna città prima della distruzione di Mozìa (di cui abbiamo eziandio trattato in addietro) per Dionisio di Siracusa nel 397 av. G. quando i Cartaginesi, invece di tentarne la riedificazione, risolvettero di trasportarne i pochi abitanti superstiti sul promontorio di Lilibeo ch'eglino fortificarono e convertirono in un baluardo (Dion., xui, 54, ecc.).
   Il promontorio e il porto erano però frequentati in nn periodo assai anteriore; sappiamo che i Cnidii (abitanti di Gnido), sotto Pentatlo, che fondò poi Lipara, sbarcarono pei primi a Lilibeo (Dion., v, 9), il quale fu anche il luogo ove sbarcò, nel 409 av. C., Annibale col grande armamento cartaginese per la conquista di