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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   G20 Parte Quinta — Ilalia Insulare
   Por tal modo, allo scoppio della seconda Guerra Punica nel 218 av. C., Lilibeo fu la stazione della squadra romana sotto il pretore M. Emilio, il quale sconfisse lina spedizione cartaginese che aveva tentato sorprendere questo posto importante (Liv., xxi, 49, 50). Durante il corso della medesima guerra, fu il punto donde i comandanti romani fecero reiteratamente con piccole squadre spedizioni predatorie sulle coste africane; e verso la fine della stessa guerra memorabile (204 av. C.), Scipione parli da Lilibeo con la squadra e l'esercito per la conquista dell'Africa (Piv., xxv, 31, ecc.). Per simil guisa il giovane Scipione Africano adunò nel 149 av. G. a Lilibeo la squadri e l'esercito per passare in Africa; e, nelle guerre civili, Cesare ne fece il suo quartiere generale negli apparecchi per la sua campagna africana contro Scipione e Giuba nel 47 av. G. Fu anche una delle principali stazioni navali di Sesto Pompeo, nella sua guerra contro Augusto nel 30 av. C.
   Nò l'importanza di Lilibeo si restrinse a codeste occasioni guerresche; essa era il porto abituale di comunicazione fra la Sicilia e l'Africa e derivò la maggior prosperità e floridezza dal traffico costante fra queste due regioni. Quindi noi la troviamo residenza abituale di uno dei due questori romani in Sicilia; e Cicerone (Verr., v, 5), che tenne egli stesso codesto ufficio a Lilibeo, la chiama civitas splendidissima.
   Era una delle poche città siciliane che conservavano sempre una certa importanza ai tempi di Strabone (Strab., vi, pag. 272). La sua prosperità, continuata sotto l'Impero romano, è attestata a sufficienza dalle iscrizioni, da una delle quali si raccoglie che la sua popolazione era divisa in 12 tribù; raro modo di organizzazione municipale (Torremdzza, Inscript. Sicil., pagg. 7, 15, 49; Orei.li, Inscript., 151, 1691, 3718). In altra iscrizione porta il titolo di colonia e il tempo in cui divenne tale è incerto, ma probabilmente non prima del regno di Adriano, dacché Plinio (in, 8,5,14) non la registra fra le cinque colonie fondate da Augusto in Sicilia (Zumpt., De colon., p. 409).
   Dopo la caduta dell'Impero romano, Lilibeo continuo sempre ad essere una delle città principali della Sicilia. Come tale è ricordata sotto il dominio successilo dei Vandali e dei Goti (Procop., B. V, ì, 8, li, 5); e, durante il periodo del dominio arabo in Sicilia, i Saraceni annetterono tanta importanza al suo porlo che lo chiamarono, come abbiamo visto al principio, Marsa-Alì — Porto di Ali — donde il nome odierno di Marsala. Ma nel secolo deciniosesto questo celebre porto fu chiuso da un molo, o cumulo di scogli sommersi, per ordine dell'imperatore Carlo V, onde proteggerlo dagli assalti dei corsari barbareschi. Da quel periodo Trapani prese il suo posto come porto principale della Sicilia occidentale; ma, come abbiamo visto, Marsala è sempre una città ragguardevole, rinomatissima pei suo« vini.
   Dei pochi avanzi della città antica, o di Lilibeo, abbiamo anche tocco più sopra; aggiungeremo soltanto che vi furono scoperti frammenti numerosi di sculture, vasi, monete, ecc., ed alcune porzioni di un antico acquedotto sono sempre visibili,
   Domini illustri. — Tanto l'antico Lilibeo quanto la moderna Marsala ne vantano parecchi. Nacquero, fra gli altri, in Lilibeo il filosofo Probo, detto il Li li belano, nel secolo III, visitato nel 269 dal famoso Porfirio quivi tratto dalla fama di cui godeva, e da Plotino, venutovi a confortare anche il suo discepolo Porfirio; e Pascasino, celebre vescovo al tempo di Leone I.
   Ebbero la culla a Marsala: Vincenzo Colocasio, giureconsulto e poeta del secolo XVI, autore di un poema in latino intitolato Quarta Guerra Punica; Tommaso Schifaldo, domenicano e grande oratore; il poeta Teseo Gapozio; Antonio Lombardo, arcivescovo di Messina nel secolo XVI; il padre Bonaventura Angìliero, teologo della repubblica di Venezia; il padre Antonio Prinzivalli, pubblico professore di teologia a Ilenia; il giureconsulto Benedetto Emmanuele, marchese di Villabianca, autore di varie opere legali pubblicate nel secolo XVII.
   Coli, elett. Marsala — Dioc. Mazzara del Vallo •— P2 T. e Str. ferr.