Mandamenti e Comuni del Circondario dì Trapani
Sbarco di Garibaldi e elei suoi Mille a Marsala.
Una gloria imperitura era riserbata ai dì nostri a Marsala per l'approdo e lo sbarco dei famosi Mille, sotto il comando di Garibaldi che diede di là principio alla sua conquista prodigiosa ed eternamente memorabile del Regno delle Due Sicilie.
Insorta Palermo sui primordi del 1SG0, la Sicilia pressoché tutta ne imitò l'esempio. In Alcamo era stato istituito un governo provvisorio il quale raccoglieva danaro, armi e munizioni. 1 comitati insurrezionali erano attivissimi ni ogni dove, spargendo 1 loro proclami, nonostante la vigilanza e i rigori della polizia.
Sulla costa occidentale,alle prime notizie della lotta in Palermo, Trapani, Marsala e Mazza® avevano inalberato contemporaneamente lo stendardo dell'insurrezione. A Trapani gli abitanti ottennero, per mezzo dell'intendente della provìncia, marchese Stazzone, che la guarnigione sgombrasse la città e sì ritirasse nei suoi quartieri fuori di essa. Marsala e Maz/ara non avevano guarnigioni, sì che l'insurrezione trionfò facilmente. A Ma zzar a i cittadini presero immediatamente provvedimenti di difesa, nel caso che venissero poi assaliti, cautela trascurata in altri punti.
Il brigadiere Letizia, giunto allora da Napoli a Palermo, mosse contro Trapani con ilue colonne, una delle quali s'imbarcò con lo stesso Letizia su molti vapori, mentre l'altra prendeva la via di terra.
It Letizia entrò in Trapani d 23 aprile, indi marciò sopra Marsala ove entrò senza colpo ferire, scorazzando di là lungo la costa occidenlale e meridionale. Mazzara fu lasciala in disparto. Anche lulla la costa orientale dell'isola, Siracusa, Augusta, Catania, Taormina e Messina erano in fermento. Tutta, insomma, la Sicilia era pronta a scuotere il giogo borbonico.
Il (') aprile il telegrafo aveva annunziato a Genova l'insurrezione di Palermo. Crispi, Nino Bixio, Rosolino Pilo, che stavano aspettandolo in quella città, avevano la promessa di Garibaldi che, nel caso ili una seria rivoluzione in Sicilia, ei si sarebbe recato a capo di essa.
Profugo dal 1841), Crispi era testò tornato dall'isola patria, da lui percorsa con falsi passaporti, per accertarsi coi propri occhi di quel che vi succedeva. Ei si trasferì tosto col Rixio a Torino per ottenere il rinnovamento della promessa di Garibaldi e far gli apparecchi necessari per la spedizione. Rosolino l'ilo, da canto suo, stava pronto a sciogliere per la Sicilia, non appena fosse certa la partenza di Garibaldi, fi quale, addolorato per la cessione di Nizza, sua patria, alla Francia e per una disavventura domestica, sfavasi, pieno di mal animo, in Torino e il 14 aprile piarti coi suddetti por Genova e trasferissi, la dimane, a villa Spinola del suo antico amico Vecchi, lo storico dei fatti del 1848-49, la quale diverme il quartiere generale della spedizione. Tutti i suoi antichi compagni d'arme e tutti ì giovani avidi di nuove lotte per l'indipendenza d'Italia convennero colà ed a Genova alla prima chiamata dell'amato duce, sì che sullo scorcio dell'aprile t.rovavansi già, a villa Spinola, a Genova e nei dintorni, 1085 uomini pronti all'imbarco, fra i quali. 150 Bresciani, 60 Genovesi, 190 Bergamaschi, 170 studenti di Pavia, 150 Milanesi, 30 Bolognesi, 50 Toscani, 00 Parmigiani e Piacentini, 27 Modenesi e 110 Veneziani emigrati.
11 presidente del Consiglio dei ministri, Conte di Cavour, che osteggiava la spedizione, lasciò però che fossero consegnati al Garibaldi 1019 fucili con le munizioni occorrenti ed 8000 lire come cassa militare. La partenza della spedizione dalla villa Spinola fu fissata al 5 maggio. Un certo numero di barche era stato radunato in vicinanza della villa sulla spiaggia del mare. Gli Argonauti della libertà ed unità italiana dovevano entrare in esse con armi e munizioni e spingersi poi in alto mare ove dovevano trovare due vapori che li avrebbero trasportati in Sicilia. Questi due vapori, appartenenti alla Compagnia di navigazione Rubati ino e che