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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Mazzara del Vallo GfiI
   
   Dopo avere, come dicemmo, approdato, alle 10 del mattino del 7 maggio, a Talanione, Garibaldi spedì il colonnello Tiirr, suo aiutante, al comandante del forte d'Orbetello, Giorgini, a chiedere munizioni, dopo molto tergiversare, velinogli fatto ottenere 100.000 cari uccie e 4 piccoli cannoni, per il che il Giorgini fu poi sottoposto ad un consiglio di guerra.
   Presso Talainone sbarcarono una sessantina di Volontari, sotto il coniando di Za in bianchi, i quali dovevano penetrare nello Stato Pontificio per ingannare il governo borbonici} sulla vera meta della spedizione; altri disse invece che lo Zani-bianchi agì di suo capo in opposizione al folere del Garibaldi. Checche ne sia, la piccola schiera fu sgominata facilmente dal generale papalino Pimodan, il 19 maggio, a Valentano.
   Forniate che furono le suddescritle compagnie, la spedizione parli da Talainone il 9 alle 3 '/a del mattino, fece ancora una breve sosta presso Santo Stefano e drizzò di là direttamente la prua a sud sul capo Bon, dopo dì avere imbarcato i 4 cannoni d'Orbetello e distribuite le camicie rosse e le armi.
   Il Piemonte precedeva il Lombardo, il quale, sul far della sera del giorno 10, trovavasi molto addietro; un volontario, che erasi gettato due volte in mare donde era ripescato, tentò per la terza volta di annergarvisi e non fu potuto salvare che con perdita di tempo.
   Non iscorgendo più il Lombardo, per essere in quel mezzo sopraggiunta la notte, Garibaldi fece fermare il Piemonte per aspettarlo ed accendere, contrariamente agli accordi, i fanali. Questa circostanza per poco non indusse il Bixio ad allontanarsi di bel nuovo dal Piemonte mentre stava appunto per raggiungerlo, avendolo scambiato, a cagione dei fanali accesi, per un incrociatore napoletano. L'equivoco fu però schianto e i due vapori non tardarono a riunirsi.
   L'il maggio, alle 10 del mattino, Garibaldi scorse, sulle allure di Favignana, un legno mercantile inglese proveniente da Marsala, ed, avutolo a sè, riseppe dal capitano qualmente non si trovasse in quel momento alcun legno da guerra napoletano in quel porto, di che si avviò immediatamente alla volta di esso.
   L'informazione era esatta. Dei due legni da guerra napoletani stanzianti nella rada di Marsala il Capri, capitano Acton, aveva salpato il 10 per ire ad incrociare in alto mare e l'altro, lo Stromboli, capitano Caracciolo, era partito l'I I alle 9 del mattino per tener dietro al Capri.
   L'assenza d'ogni bastimento napoletano al momento dell'arrivo della spedizione poneva pressoché fuor di dubbio la riuscita dello sbarco. Senza perdere un minuto il Piemonte entrò nel porto di Marsala e lo sbarco si effettuò senza il menomo ostacolo in presenza di due legni da guerra inglesi, VArgo e l'Intrepido, ch'erano ormeggiati nel porto. Il Lombardo era rimasto addietro e dal suo bordo si videro i due legni napoletani, lo Stromboli e il Capri, che avevano scorto la spedizione, accorrere in gran fretta a Marsala.
   Bixio prese prontamente una risoluzione eroica e mandò a picco il Lombardo sulla bocca del porlo per istornare l'attenzione dei Borbonici dal Piemonte che portava la maggior parte del personale e del materiale della spedizione, specialmente i cannoni. In pari tempo incomincio il proprio sbarco agevolato dalle barche che trassero, vogando a furia dalla spiaggia, verso il Lombardo arenato.
   Lo Stromboli, avvicinatoseglì in quel mezzo, aprì il fuoco contro di esso; ma dovette però smettere tosto per ordine del capitano inglese Marryat dell'Intrepido, il quale allegò che tutti quasi gli uffiziali inglesi erano scesi e trovavansi in Marsala, come fu del resto appurato in seguilo. I legni da guerra borbonici, un vapore e una grossa fregata, dovettero però cessare il fuoco ed assistere con le mani in mano al rimanente dello sbarco.