Circondario di Alcamo
quale un popolo distinto ed esistente di già in codesta parte della Sicilia quando i Troiani vi arrivarono e fondarono le due città. Pare altresì fosse in corso una storia diversa, giusta la quale Segesta andrebbe debitrice della sua origine ad un nucleo di Focosi seguaci di Filottete ; e, al solito, scrittori posteriori tentarono conciliare le due relazioni
Un'altra versione della suddetta storia troiana, la quale sembrerebbe tosse stata adottata dagli abitanti stessi, attribuisce la fondazione ad Egeste (VAceste di Virgilio) il quale vuoisi figlio di una donzella troiana e del Dio fluviale Crimiso, come già abbiamo visto parlando di cotesto fiume, ora Fiume Fredda, die sbocca nel golfo di Castellammare. Ci si dice eziandio che 1 nomi di Siinoenta e Scamandro (noti tìumicelli della Troade) furono dati dai coloni troiani a due piccoli fiumi che scorrevano sotto la città.
Certo è che noi non possiamo accogliere come storica la tradizione dell'origine troiana di Segesta; ma, quale che sia la sua origine, non sembra dubbio, da una parte, elio la città fosse occupata da un popolo distinto dai Sicani, la razza natia di questa regione della Sicilia, e dall'altra che la non fosse una colonia greca. Nel dinuiuerare gli alleati degli Ateniesi al tempo della guerra Peloponnesiaca, Tucidide (vii, 57) chinina distintamente barbari 1 Segestani; e l'istoria delle colonie greche in Sicilia è da lui narrata con tale una diligenza ed accuratezza che dobbiamo rimettercene alia sua autorità quando afferma che un popolo non è ellenico. Nell'istesso tempo i Segestani par fossero, sin da un periodo primitivo, in istretta connessione con le città greche della Sicilia ed avessero relazioni così ostili come amichevoli con gli Stati ellenici diverse affatto da quelle degli altri barbari dell'isola. L'influenza precoce della civiltà ellenica è anche attestata dalle loro monete o medaglie, le quali sono inscritte con caratteri greci e recano l'impronta dell'arte greca.
La prima notizia storica pervenutaci dei Segestani ce li rappresenta di già (sin dal 580 av C.) alle mani coi Selinuntini, il che par dimostri che ambedue le città avevano già ampliato i loro rispettivi territori! in modo da venire a contatto e in collisione fra di loro. Mercè il pronto aiuto di un corpo di emigranti di Cnido e di Rodi sotto Pentallo, i Segestani ebbero in quel tempo il disopra sui loro av versarli (Dion., v, 9). Una notizia più oscura di Diodoro riferisce che di bel nuovo, nel 154 av. C„ i Segestani vennero alle prese coi Lilibei pel possesso del territorio lungo il fiume Mazzaro (Diod., xi, 86). Il uomo di Lilibei è qui erroneo per l'ermo, giacché, come abbiamo visto ni addietro, la città di questo nome non surse che molto tempo dopo per opera dei Cartaginesi quando Dionisio distrusse Mozia nel 397 av. C.; ina non sappiamo di qtial popolo egli intendesse parlare, quantunque paia probabilissimo intendesse i Selinuntini coi quali i Segestani par fossero in continui litigi.
Per afforzarsi, senza dubbio, contro codesti avversi vicini i Segestani colsero il destro della prima spedizione ateniese sotto Laches in Sicilia (426 av. C.) e conchiusero un trattato di alleanza con Atene (Tucid., vi, 6). Ciò però non pare adducesse alcun risultato, e, scoppiate poco appresso nuove ostilità, i Selinuntini ricorsero ai Siracusani coll'aiulo dei quali riportarono vantaggi rilevanti e ridussero alle strette Segesta per mare e per lerra.
In questa estremità i Segestani, dopo ili avere indarno invocato l'aiuto di Agrigento e di Cartagine, si rivolsero di bel nuovo agli Ateniesi, i quali accondiscesero