Circondario di Alcamo
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Fig. 173. — Tempio di Segesta (da fotografia di G. So.mmer).
Essa ricadde però tosto sotto il potere dei Cartaginesi; e fu probabilmente in questa occasione che la città fu presa e saccheggiata da essi, secondo l'allusione di Cicerone nelle Verrine (i\!, 33). Essa continuò ad essere soltomessa od almeno dipendente da essi sino alla prima Guerra Punica.
Nel primo anno di codesta guerra (264 av. C.) fu assalita, ma inutilmente, dal console Appio Claudio; ina poco appresso gli abitanti uccisero la guarnigione cartaginese e dichiararono in favore dell'alleanza di Roma (Diod., v, 502; Zonar., vm, 0). Per conseguenza furono assediati dai Cartaginesi e ridotti a mal partito finché giunse a liberarli Duilio dopo la sua celebre vittoria navale nel 260 av. C. (Pol., i, 24).
Segesta par fosse una delle prime fra le città siciliane a dar l'esempio della defezione da Cartagine; per la qual cosa e per la suddetta lor pretesa discendenza dai Troiani, gli abitanti furori trattati con tutti i riguardi possibili dai Romani. Essi andarono esenti da tutte le pubbliche gravezze ed anche ai tardi tempi di Cicerone continuarono ad essere sine foedere immunes ac liberi (Gic., Verr., ni, 6; ìv, 33). Dopo la distruzione di Cartagine, Scipione Africano restituì ai Segestani una statua
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