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l'arte Quinta — Italia Insulare
Cenni storici. — Pietro Longo (op. cit.) identifica Calafatimi colla troiana Acesta. 11 Fraccia attaccando questo scrittore fa quistione di nome, e si spinge sconsideratamente a negare l'esistenza di questa città, affermando che Acesta altro non sia stata che la città di Segesta od Egesta. Ad avvalorare però la distinzione Ira Segesta ed Acesta, Cicerone, conoscitore della Sicilia por esservi dimorato tre anni da questore e ritornato poi per raccogliere notizie e documenti contro Verro, chiama Segesta (Verr., u, in, 13) civitas immunis ac libera ed Acesta (il, in, 83) civitas decumana. Plinio il Vecchio, qual prefetto della armata navale sotto Vespasiano (lib. il, cap. 8), enumerando le città interne dell'isola, pone Segesta fra quelle di condizione latina ed Acesla tra le stipendiane. I moderni scrittori dopo Traccia, Beloch, Holm, Pais ed altri ammettono senza controversia la distinzione delle due città Segesta ed Acesta, come una verità storica e fuori dubbio.
Ma dove sorgeva Acesta? Dionisio (lib. vi, 42, 43) ci fa sapere che i Troiani stabilirono le loro sedi attorno il Oriniiso: Salmasio (in Solin., toni. ì) afferma che doveva sorgere nel territorio di Segesta eisdem locis, quibus Segesta. E perfettamente d'accordo sono i moderni. Beloch infatti (Popolazione, antica della Sicilia) la comprende nel paese degli Etimi» ed tlolm (Geschichte, ì, 375) nel territorio di Segesta.
O veramente rilevandosi dal fatto che Calatafimi sorge su quel colle bagnato dal braccio sinistro dell'antico Cremiso, e precisamente nel territorio Segestano ; che i ruderi dell'antica città hanno caratteri primitivi (Longo, op. cit.), se ne delerge chiaro la identificazione coll'antica Acesta. Nè potrebbe sussistere l'ipotesi, che la città abbia avuto origine sotto dominio romano; dappoiché durante quella dominazione, la Sicilia fu sempre in decadimento; e ne fan prova la gran copia di schiavi mandati in quel periodo a popolare le più grandi città dell'Isola, allora quasi deserte.
Ai 22 aprile 828 fu presa per capitolazione dai Saraceni. Nel 1282, epoca del famoso Vespro Siciliano, fece salva la vita a Guglielmo Porcelet, governatore della città; il solo Francese che, per le sue doti d'animo, fu risparmiato all'eccidio. Nel 1336 Federico di Aragona ne fece feudo in favore del suo terzogenito Guglielmo col titolo di conte; passò indi a Guglielmo e Niccolò Peralta, e finalmente nel 1407 a D. Giaiino de Prades, dal quale la figlia donna Violante recollo in dote a D. Giovanni Bernarda Caprera conte di Modica.
Nel 1093 fu grandemente danneggiata da un terremoto; e nel 1860 acquistò fama indimenticabile per la prima vittoria di Garibaldi coi Mille contro i Borboni.
Uomini illustri — Varii ne nacquero in ogni tempo; fra gli altri i seguenti: Francesco Avila, medico e poeta del secolo XVII; Girolamo Triolo, valente giureconsulto del secolo scorso; Gioachino Parisi, chirurgo, autore di varie opere, specie-sulla Litotomia-, Stefano Stabile, giurista; Vito Liconio, altro celebre legista, autore di varie opere, il quale fiori nei secoli XVI c XVII e diede origine c nome al Comune di Vita; Pietro Longo, critico e storico: Natale Macaddino, valente medico; l'arciprete Francesco Avila, erudito e patriota ardente, la cui memoria sarà sempre viva nel popolo dì Calatafimi, clic — liberato da lui dall'ingiusto e pesante balzello feudale del Ferragiolo (imposizione dei conti di Modica), ammirerà con gratitudine in lui il più caldo difensore dei diritti del popolo. — Tra i viventi è da ricordare l'onorevole Pietro Nocito, professore di diritto penale all'Università di Roma, già sottosegretario di Stato al Ministero di grazia e giustizia.
Coli, elett. Calatafimi — Dioc. Mazzara del Vallo — P2 T. e Str. ferr.
Combattimento di Calatafimi.
La mattina del 12 maggio 18G0 Garibaldi partì coi suoi Mille da Marsala (ove aveva effettuato felicemente lo sbarco come abbiamo già narrato) per addentrarsi