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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Mazzara del Vallo
   GfiI
   Il porto (li Mazzara, formato oggidì, come anticamente, dalla foce del fiume, ben accoglie i legni di poca portata, ma i bastimenti grossi sono obbligati a gittare l'ancora in una racla aperta alla profondità di 16 o 20 metri d'acqua; e sebbene il porto stesso sia poco idoneo alle grandi operazioni commerciali, vi si fa tuttavia un traffico ragguardevole per esservi un caricatore apposito per le granaglie, che esportanti in grande quantità, a cui vuoisi aggiungere un'esportazione rilevante di legumi, vino, frutta, potassa, robbia, olio, sapone, pesci, ecc.
   Ospedale, Orfanotrofio, Convitto comunale, Ginnasio. Seminario vescovile, Teatro Garibaldi, Associazioni. Circoli, Casino. Armatori, spedizionieri, consolati. Fabbriche di calce, sapone, acque gassose, ghiaccio artificiale, liquori, paste alimentari, ecc. Tipografi, librai, ecc. Stabilimento di bagni minerali; Eanca popolare cooperativa. Belli i dintorni e la sera molto frequentata la passeggiata della Marina.
   Coniti storici. — Gli antichi geografi pongono Mazzara fra la città ora distrutta di Selinunte, che abbiamo già descritta, e Lilibeo, ora Marsala. Nella sua origine non fu luogo di molta importanza e il primo a farne menzione fu Diodoro Siculo, che la dice emporio, allo sbocco del fiume Mazarus, nel 409 av. C., e colonia di Selinunte distrutta prima di essa da Annibale (xn, 54). Anche Stefano Bizantino (s. v.) la chiama un forte dei Selinuntini, e viene poi ricordata durante la prima Guerra Punica, dal 264 al 241 av. C., quale fortezza strappata dai Romani ai Cartaginesi (Diod., xxiii 9, pag. 503). Pare non siasi inai innalzata nell'antichità al grado di città, non dicendola tale riè Plinio, nè Tolomeo clic pur ricordano il fiume Mazarus. Come tale \iene però registrata noli' itinerario che la colloca esattamente a 18 chilometri da Marsala. Vi sbarcarono nell'827 dell'era nostra gli Arabi sotto il comando di Abu AbdaJlah Ased, la murarono e fortificarono e di là estesero le loro conquiste per tutta l'isola, finché fu loro tolta nel 1075 dal Conte Ruggero il Normanno, come abbiamo visto, che la munì del suddetto castello ed edificò la cattedrale. Sotto il re Pietro II di Aragona fu feudo di Polidoro Sismondo.
   L'omini illustri. — Sono da ricordare fra essi il celebre legista Carlo Maccagnone; il dotto storico ed antiquario Nicola Antonio Federico; Giacomo Adria, filosofo del secolo X\ I ed archiatra di Carlo V; il sacerdote Rocco Sortine che fiorì nel secolo XVII e scrisse varie opere drammatiche, e finalmente il cav. Giuseppe Artali che fiorì nello islesso secolo e si segnalò per le sue poesie e il suo valore nella scherma.
   Coli, elett. Castelvetrano — Dioc. Mazzara del Vallo — P T. e Str. ferr.
   Mandamento di CASTELVETRANO (comprende 2 Comuni, popol. 28,221 ab.). — Vasto e fertilissimo territorio coltivato principalmente a uliveti e vigneti Tanto l'olio quanto il vino sono dei migliori della Sicilia. Fra i vini va rinomato il Capriata e una gran parte del vino di Marsala si raccoglie in questo circondario.
   Castelvetrano (21,594 ab.). — Sorge sopra un altipiano, a 190 m. sul mare, in mezzo ad un'ampia e ben coltivata pianura con una rocca magnifica. Notabile nella piazza 1 antico palazzo dei Duchi di Monteleone, già feudatarii e sempre proprietarii di grandi tenute. La parrocchiale di San Giovanni Battista di antica fondazione fu riedificata nel 1637 nel migliore stile del Rinascimento. Nella navata transversale è da vedere una Decapitazione del Precursore dell'olandese Honthorst più noto sotto il nome italianizzato di Gherardo delle Notti e dietro l'altare una statua marmorea del Precursore che porta un agnello, di Antonio Gagini (1522). Gli occhi e le labbra sono dipinti, dorali gli orli della veste e rossa la sottoveste
   Anche la chiesa di San Domenico è antica ed ha un arco acuto nell'abside circondato da freschi della Vergine e dei Dodici re d'Israello iti urmadura. Evvi anche un ampio sarcofago di marmi ed una copia dello Spasimo di Raffaello, per Giovanni Paolo Fondutio, cremonese. Nel Ginnasio è un museo municipale con una collezione