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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quinta — Italia Insulare
   Sant'Agostino ha un Ecce Homo attribuito a Gherardo delle Notti; una Madonna di scuola romana, la bella statua in marmo di San Luca, del Gagini. Nella chiesa del Carmine è una statua della Vergine, dello stesso scalpello. L'oratorio di Sant'Anna possiede una buona tela del Salvatore ed un bel Crocefisso in legno, del Milanti, trapanese ; e finalmente in una cappella della chiesa già dei Frati Minori di stretta osservanza è un Crocefisso scolpito dal celebre Fra Umile da Petralia.
   Biblioteca comunale; due Scuole elementari, maschile e femminile, complete; Ginnasio inferiore comprendente anche le tre prime classi tecniche; varie Società di mutuo soccorso. Ospedale fondato nel 1797; Congregazione di carità. Grano, vino, olio, con ritolta esportazione.
   Cenni storici. — Salimi, denominata così dagli Arabi, sorse sulle rovine della antica AXixlou, Halyciae, che era una delle quattro città t'ondate dagli Elmi nel territorio loro concesso dai Siconi. Queste città furono Segesta, Erice, Eri te Ila ed Alicia (Beloch, Popol. aut. di Sic.). Segesta ne era la capitale; e benché questa esercitasse la sua egemonia su tutte le città sorelle, pure Alicia ne sentiva più efficacemente l'influsso, per la maggior vicinanza, anzi pel contatto immediato dei loro territori; laonde queste due popolazioni eliine corsero quasi le stesse sorti nella guerra accanitissima che divampò tra Dionisio e i Cartaginesi (397 av. G.). Se non che la ferocia di Dionisio nell'assedio di Segesta e nella devastazione dei finitimi paesi, giunse a tale che gli Allessi, malgrado l'affinità di razza e la comunanza d'interessi politici coi Segestani, furono costretti a subire l'amicizia del tiranno ; non così durabilmente però, che non tornassero all'alleanza con Segesta e coi Cartaginesi, che v'imperavano, non appena Donilcone sbarcò in Mozia e la distrusse (Diocl., xiv, 48, 54, 55). Così Alicia non si scostò da Segesta quando, sull'esempio dei Selinuntini, questa s'inchinò alle armi di Pirro (276 av. G.). Medesimamente nella prima Guerra Punica i Segestani e gli Alicioni furono, se ne togli gli Alesini, i primi fra tutti i popoli della Sicilia a scuotere il giogo dei Cartaginesi ed aderire ai Romani ; mercecchè, ed in premio anche alla loro fedeltà, ebbero insieme ad Alceo, Gerituripe e Panorme, concesso si singolarissimo privilegio di essere le loro città annoverate fra le cinque sine foedere immunes ac Uberete. (Cic., Verr., in, 7, 40). E inesplicabile pertanto il perchè Plinio, che scrisse nel primo secolo dell'Impero, abbia compreso nel suo catalogo Alicia fra le città stipendiarle dell'interno (intus)\ se pure non si voglia dire, che il suo fu un errore materiale simile a quello di avere collocato Selinunte, al suo tempo distrutta, fra le città mediterranee (ni, 8, 5, 14).
   D'allora in poi Alicia non viene più nominata- dagli antichi scrittori. Si fantasticò in seguito sul suo sito. L'Averso ed il Farsello con altri che servilmente si seguirono, ne sballaron delle grosse, finche il Cluverio sulla scorta di Teopompo, di Davide, di Diodoreo, ecc., resa più concludente dall'esistenza dell'Alico (òy^sms) nel territorio di Salemi, dimostrò che Alicia non poteva altrove sorgere che nell'area stessa di Ga lenir ni. Questa dimostrazione è stata concordemente accettata dai più dotti geografi e storici moderni, e basta il nominare il Moinmsen, lo Schubrinq, il Beloch, l'Holin; il quale ultimo, a parte di essersene giovato nella sua Carta della Sicilia antica, la più recente e la più completa di tutte, diede della dimostrazione del Cluverio un giudizio, che può chiamarsi una splendida apologia.
   Salemi ha una delle più belle pagine nella storia del risorgimento italiano. Basta il ricordare che essa fu la città scelta da Garibaldi, dopo lo sbarco di Marsala, per prendere in essa una forte posizione strategica; ed intanto riordinare i Mille, accrescere le schiere dei Volontari, mettere a contributo la generosa ospitalità dei cittadini colla requisizione dei viveri, dei carri, degli animali; in una parola Irovarsi in grado di marciare sulle vicine alture di Pianto dei Romani, e schiacciarvi l'esercito borbonico che ivi lo attendeva. In Salemi maturò la battaglia di Calatalinii, come