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l'arte Quinta — Italia Insulare
375 di tubi, 450 di vasellame, (10 di terrecotte ornamentali, per un valore complessivo di lire 1,554,892. Furono occupati in quell'anno nelle fornaci 1425 operai (1032 maschi adulti, 337 maschi solto i 15 anni, 38 femmine adulte e 18 sotto i 15 anni).
Macinazione dei cereali. — Nella provincia di Palermo non macinasi altro cereale che il frumento, e secondo gli ultimi dati che riinoriiano al 1882 il numero degli opifici sommava a 435, con 30 motori a vapore e 478 idraulici, e col numero complessivo di 928 lavoranti.
Questi opifici dislrhiiivansi nei $ circondari nella maniera seguente: 103 nel circondario di Palermo, 120 in quello di Gefalù, 84 in quello di Termini Imerese e 08 iti quello di Corlcone.
La quantità di frumento macinato nel suddetto anno 1882 in tutti i mulini della provincia fu calcolata in mintali 1,349,652.
Da certi dati posteriori al 1882 si può però inferire che m questi ultimi anni l'industria della macinazione a vapore dei cereali La latto, nella provincia di Palermo, progressi notabili.
Fabbriche di paste alimentari o da minestra. — La fabbricazione delle paste da minestra va fra le principali della provincia, non tanto per l'importanza dei singoli opifici, quanto per il loro gran numero sparso in più di due terzi dei Comuni della provincia e per l'importanza della produzione complessiva la quale spiegasi facilmente tenendo conto della parto rilevantissima che hanno codesto paste nell'alimentazione degli abitanti.
Secondo le notizie raccolte, 55 Comuni della provincia sopra 76 hanno fabbriche di paste da minestra, lo quali sono in complesso circa 500, con circa 700 torchi; e la produzione complessiva della provincia, rappresentata per circa 'Vi dalla sola Palermo, risulterebbe di circa 16,000,000 chilogrammi di paste.
Il primo posto, dopo Palermo, per importanza di produzione spetta a Termini Imerese che ha 29 fabbriche coti 48 torchi e 211 lavoranti e produce 856,000 chilogrammi di paste all'anno. Seguono Bagheria con 19 fabbriche, 19 torchi, 35 lavoranti e 132,300 chilogrammi ; Carini con 6 fabbriche, G torcili, 13 lavoranti e 100,800 chilogrammi; San Giuseppe Iato con 5 fabbriche, 5 torchi, 20 lavoranti e 100,000 chilogrammi. Tutti gli altri Comuni producono meno di 100,000 chilogrammi.
La materia prima per la fabbricazione delle paste è, per la maggior parte, di produzione locale avendo fatto mcn buona prova i grani esteri.
Palermo, Termini Imerese e Bagheria esportano una parte delle loro paste alimentari sia m altri Cornimi della provincia o dell'isola, sia in altri Comuni del Regno e anche all'estero.
Frantoi da olio. — Come è considerevole nella provincia la produzione delle olivo, così numerosi sono i frantoi, sparsi in 55 Comuni.
Sono, per la maggior parte, frantoi di sistemi assai primitivi, mossi a forza animale.
Per una buona parte, i frantoi servono esclusivamente ai loro proprietari che vi frangono i prodotti dei loro oliveti; altri sono a disposizione, mediante un determinato compenso, dei proprietari di olive che non hanno frantoio proprio ; rarissimi sono quelli che servono ad uso industriale propriamente detto, i cui proprietar i, cioè, comprano le olive per vendere poi l'olio prodotto.
Le olive sono tutte di provenienza locale. L'olio, oltre a servire por il consumo della provincia, è anche oggetto di esportazione, sia in altre parti del Regno, sia all'estero.
Industria enologica. — La provincia di Palermo occupa imo dei primi posti fra le Provincie italiane per rapporto alla quantità del vino prodotto.
Una parte di questi vini va a trasformarsi negli stabilimenti di Marsala. Una quantità più considerevole viene esportata nel continente italiano, dove in parte si adopera come materia prima per il taglio dei vini mono alcoolici, e in parte anche, per il suo basso prezzo, serve al consumo diretto per le classi meno agiate.
Fra coloro che con più amore si sono dedicati a tale industria, facendole fare progressi considerevoli, è da citare il duca Alliata di Salaparuta, il quale in Bagheria e in Gasteldaccia ha importanti fattorie, nelle quali, colle uve dei propri vigneti, situati nei territori di quei Comuni, produce parecchie migliaia di ettolitri di vini molto pregiati. Seguendo i metodi più razionali di vinilicazione il duca il Salaparuta ha ottenuto alcuni tipi, come ri Coreo rosso, il Corvo bianco e il Malaga, che hanno incontrato grande favore presso i consumatori. Specialmente i due tipi di Corvo, che possono classificarsi fra i vini da pasto superiori c sono oramai assai favorevolmente conosciuti in commercio.