Statistica (iella Provincia ili Palermo
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11 duca di Salaparuta esporta una quantità considerevole dei suoi vini, tanto in fusti quanto in bottiglie, sia in altre Provincie d'Italia, sia all'estero.
Il suo tentativo ben riuscito è stato poi di stimolo ad altri proprietari, clic cori vari nomi mettono oggi in commercio vini bianchi non privi di pregio.
Nello stesso Comune di Liagheria, già citato, produce una discreta quantità di vino da bottiglie e liquori il notaio Angelo Castronuovo, il quale ricava dal territorio del Comune la materia prima e smercia i suoi prodotti a Palermo.
Confetti, paste dolci, frutta candite, biscotti, conserve alimentari. — lutti questi rami d'industria alimentare hanno molta importanza nella provincia di Palermo, ove le frutti fresche e secche, i legumi e gli erbaggi d'ogni genere, che costituiscono gran parte della materia prima, sono non meno abbondanti che squisite.
Le fabbriche principali di confetti e pasticcerie trovarisi in Palermo e son quelle di Sai-valore Gufi con 18 lavoranti, Giuseppe Bruno con 15, G. li. Barrile con li, Cajlìsh e C. con 18, Salvatore Veld con 3. Eligio Va ni ni con 7, Tommaso Lo Cicero con 7, Gioacchino Valenti con 6, e Giuseppe Conti con 4. Sonvi inoltre due altre piccole fabbriche di tal fatta, una di Giuseppe Lo Cicero con 1 lavoranti, in liagheria, l'altra di Francesco Lo Cicero con 1, a Slisilrfteri.
Quanto alle conserve alimentari (piselli, carciofi, pomidoro preparati in scatole, ecc.), le fabbriche più rinomate sono in Baglreria e a Palermo, quattro per ciascuno: in liagheria le fabbriche di Leonardo Nicosia con 15 lavoranti, di Giuseppe Verdone con 8, di F. Fricano e Fratello con 10, di Tommaso Arcua con 8; e in Palermo, quelle di G. lì. /Irena con 11, Fratelli Maritila con Giacomo La Rosa con 13, e Gaetano timoroso con 5.
Fabbriche di liquirìzia. — Le radici di liquirizia, abbondanti sulle rive dei fiumi e dei laghi della Sicilia, oltre al somministrare lavoro ai numerosi raccoglitori avventizi, forniscono la materia prima a non pochi Opifici, a cui da questi sono vendute e che le lavorano, sia riducendole in bacchette con o senza scorza, sia estraendone il sugo e riducendolo in pasta.
Nella provincia di Palermo esistono due opifici di questa specie in Termini lmerese, i quali producono una quantità considerevole di pasta di liquirizia, che esportano per la maggior parte all'estero e principalmente in Inghilterra, in Germania e nei Paesi Bassi.
Lo stabilimento del signor Giuseppe Catanzaro, premialo gicà con parecchie medaglie, produce circa 40,000 chilogrammi di pasta di liquirìzia, occupando 30 operai (li maschi adulti, un fanciullo, 10 femmine adulte e 5 fanciulle) per 180 giorni all'anno. L'altro stabilimento, del signor Oddo Sinìbaldi, occupa per 150 giorni all'anno 21 operai (12 maschi e 9 femmine) tutti adulti. In complesso, lavorano nei due stabilimenti 51 operai (26 maschi adulti, un fanciullo, 1S femmine adutle e 5 fanciulle) per 168 giorni all'anno in media.
Salagione del pesce. — Altra industria di un certo rilievo per la provincia e che fornisce un discreto contributo alla esportazione è quella della salagione delle sardelle, delle acciughe e del tonno. La salagione delle sardelle e delle acciughe si fa per tutta la zona litoranea della provincia e primeggia in Termini e Cefalù; quella del tonno si fa soltanto in Palermo ed è quasi monopolizzata dai possessori di tonnare.
L'olio di Sicilia si presta assai bene per tale industria, tanto che viene richiesto dai fabbricanti di Nantes per la preparazione delle loro sardine, conosciute in tutti i mercati del mondo.
In Termini esiste uno stabilimento per la preparazione delle sardelle ad uso Nantes.
Industrie tessili. — Se si tolga l'industria tessile casalinga, minima si può dire è l'importanza delle industrie tessili nella provincia di Palermo.
L'industria serica non vi esiste neppur come industria casalinga per essere stato abbandonato da parecchi anni l'allevamento dei filugelli.
Mancano anche per simìl guisa stabilimenti propriamente detti di filatura per tutte le altre specie di materie tessili.
Tessitura del cotone. — I soli noti cotonifici, poco importanti del resto, son quelli delle
ditte Gìili Giuseppe di Vincenzo, Gali Giuseppe di Salvatore e Pietro Dasdia, di Palermo, le quali occupano complessivamente 53 operaie (38 adulte e 15 sotto i 15 anni). La prima lavora tutto fanno; le altre circa 6 mesi. Inoltre nel Ricovero detto del Boccone del povero, pure iri Palermo, esistono 16 telai per la tessitura del cotone, i quali occupano 16 femmine adalle e 10 ragazze.